Chiesa locale
Monsignor Francesco Montenegro a Molfetta per Convegno pastorale diocesano
La chiesa locale, con gli operatori pastorali, sacerdoti, religiosi e laici, si incontra per riflettere
Molfetta - lunedì 23 giugno 2014
7.31
Dopo l'anno della fede (2012/2013) e quello della speranza (2013/2014), è la volta dell'anno della carità (2014/2015), terza parte del progetto pastorale, il cui tema e attenzione pastorale sono sintetizzati nel Tra-ducere: educare alla carità, la testimonianza dell'amore. Mercoledì 25 giugno 2014, ore 19 presso l'auditorium "Regina Pacis" di Molfetta
Interverrà sul tema Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni e della Fondazione "Migrantes", già Presidente della Caritas Italiana
Il convegno diocesano di mercoledì 25 giugno prossimo si colloca a cerniera tra l'anno pastorale che si conclude e quello che si avvierà nel prossimo settembre. La chiesa locale, con gli operatori pastorali, sacerdoti, religiosi e laici, si incontra per sostare insieme e riflettere a partire dai nuclei tematici del progetto pastorale diocesano 2012/2016 "Alla scuola del Vangelo: educarsi per educare".
«Il tra-ducere, esprime prima di tutto la gioia di sentirsi collaboratori di Dio nell'amore. Riconoscere l'azione di Dio nella propria vita e nella vita del mondo ci impegna a tradurre nella quotidianità il nostro essere cristiani. Educare alla carità, però, passa inevitabilmente attraverso la capacità di ascolto e si traduce in una rinnovata dinamica di solidarietà».
A questo ambito, complesso e decisivo per la credibilità della vita cristiana individuale e comunitaria, ci introdurrà il convegno del 25 giugno che vedrà l'autorevole presenza di Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni e della Fondazione "Migrantes", già Presidente della Caritas Italiana. Della diocesi siciliana fa parte anche Lampedusa per cui Mons. Montenegro avrà modo di condividere con noi la sua esperienza di vescovo di una chiesa di frontiera, quotidianamente sollecitata all'accoglienza dei migranti.
L'icona evangelica presa come riferimento è quella del Buon Samaritano "Si prese cura di loro".
Per questa circostanza, come per altre analoghe, si invitano le comunità ad organizzare le rispettive attività per favorire la partecipazione degli operatori pastorali e di tutti coloro che vorranno essere presenti.
Interverrà sul tema Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni e della Fondazione "Migrantes", già Presidente della Caritas Italiana
Il convegno diocesano di mercoledì 25 giugno prossimo si colloca a cerniera tra l'anno pastorale che si conclude e quello che si avvierà nel prossimo settembre. La chiesa locale, con gli operatori pastorali, sacerdoti, religiosi e laici, si incontra per sostare insieme e riflettere a partire dai nuclei tematici del progetto pastorale diocesano 2012/2016 "Alla scuola del Vangelo: educarsi per educare".
«Il tra-ducere, esprime prima di tutto la gioia di sentirsi collaboratori di Dio nell'amore. Riconoscere l'azione di Dio nella propria vita e nella vita del mondo ci impegna a tradurre nella quotidianità il nostro essere cristiani. Educare alla carità, però, passa inevitabilmente attraverso la capacità di ascolto e si traduce in una rinnovata dinamica di solidarietà».
A questo ambito, complesso e decisivo per la credibilità della vita cristiana individuale e comunitaria, ci introdurrà il convegno del 25 giugno che vedrà l'autorevole presenza di Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni e della Fondazione "Migrantes", già Presidente della Caritas Italiana. Della diocesi siciliana fa parte anche Lampedusa per cui Mons. Montenegro avrà modo di condividere con noi la sua esperienza di vescovo di una chiesa di frontiera, quotidianamente sollecitata all'accoglienza dei migranti.
L'icona evangelica presa come riferimento è quella del Buon Samaritano "Si prese cura di loro".
Per questa circostanza, come per altre analoghe, si invitano le comunità ad organizzare le rispettive attività per favorire la partecipazione degli operatori pastorali e di tutti coloro che vorranno essere presenti.