Molfetta si mobilità per dire no al "Pulicidio"
Ieri la manifestazione davanti alla dolina
Molfetta - sabato 1 settembre 2018
9.27
L'ultimo sole di agosto del quinto anno da cui quella cancellata è tristemente ed ingiustamente chiusa, sbarrata, dalla quale, però, è altrettanto pericolosamente possibile accederci.
Quasi un' ironia della sorta, una parodia, tutta in salsa molfettese che ha finalmente trovato un riscontro nella manifestazione organizzata nel tardo pomeriggio di ieri da Sinistra Italiana e da altri esponenti di quelle che erano le associazioni del consorzio Polje, un valido esempio di gestione invidiato da molti .
Dire no a quello che è stato definito "Pulicidio" è stato uno dei motivi che ha spinto in primis l'ex Sindaco Paola Natalicchio, supportata da Betta Mongelli ex Assessore alla Cultura e da Domenico Gagliardi, Presidente della Commissioni Consiliare Cultura nell'ultima legislatura, a convocare una vera e propria adunata intorno ad un luogo storico, che molti invidiano alla Città di Molfetta, ma che per un'inspiegabile "malpractice" politica e burocratica sta condannando la dolina neolitica ad una chiusura forzata.
La storia recente riporta la questione a qualche giorno fa, ovvero all'ultima seduta di Consiglio Comunale con un intervento dell'opposizione per fatto grave. Perché il Pulo di Molfetta e' chiuso? Quando si ha intenzione di riaprirlo e in che modo? Tutte domande a cui si vorrebbe rispondere in modo proficuo, ma che a questo punto dovrebbe farlo l'attuale Amministrazione Comunale, che avrebbe, nelle ultime ore, fatto cenno ad una convenzione di imminente sottoscrizione con l'Area Metropolitana di Bari, frutto, in realtà, di un accordo studiato dalla passata Amministrazione Comunale , ma burocraticamente bloccata e finita nel dimenticatoio. «Riteniamo inammissibile – ha commentato Paola Natalicchio – che un luogo come questo sia chiuso. Un luogo divenuto insicuro anche a causa della mancanza di elettricità e che un tempo pullulava di turisti. Tutto questo oggi non esiste più, ma non intendiamo arrenderci davanti a quest'evidenza».
Ammonterebbe a 200 mila euro la somma che il Comune di Molfetta e l' Area Metropolitana di Bari sarebbero pronti a stanziare per ripristinare lo stato dei luoghi della dolina carsica e riaprire, nell'estate del prossimo anno, un luogo di fondamentale importanza per la storia di questa città.
«Per noi non si tratta di una questione politica – ha proseguito l'ex sindaco di Molfetta – e saremo ben lieti di applaudire Tommaso Minervini e Antonio Decaro qualora dovessero riuscire a trovare la quadra e sottoscrivere quella convenzione che da ormai 700 giorni la mia Amministrazione aveva approntato e aspettava soltanto di essere sottoscritta. Se così non fosse, molto presto torneremo qui ancora più numerosi per opporci ad un sopruso perpetrato ai danni di questa comunità».
Non è soltanto il Pulo ad essere chiuso. Lo è anche il Fondo Azzollini, di proprietà comunale, andato a fuoco nel giugno dello scorso anno, all'interno del quale grazie ad uno scavo archeologico costato 80 mila euro erano stati ritrovati ulteriori insediamenti neolitici. Non fa eccezione il Museo Archeologico del Pulo, utilizzato quasi esclusivamente per matrimoni e conferenze fuori luogo, aperto soltanto durante gli orari di ufficio del personale comunale. Il tramonto del Pulo iniziò già a cavallo tra il 2013 e il 2014 con la scadenza della convenzione tra Polje e la Provincia di Bari guidata allora dal Presidente Francesco Schittulli. A nulla valse la proposta di disponibilità del Comune di Molfetta a collaborare nella tutela e nella valorizzazione del Pulo: l'oncologo pugliese non rispose mai a quella proposta. Il 2015 fu l'anno in cui l'Area Metropolitana di Bari sostituì l'ente Provincia. Era il 28 maggio dello stesso anno quando Paola Natalicchio inviò una missiva sia ad Antonio Decaro che alla Soprintendenza per la messa in sicurezza e riapertura della dolina. Nonostante una disponibilità al dialogo anche da parte di Francesca Pietroforte, Assessora alla Cultura per l'Area Metropolitana di Bari, non si arrivò a nulla di concreto, tranne sopralluoghi di rito, qualche opera di messa in sicurezza dei sentieri d'ingresso e la consapevolezza di una mancanza di fondi per proseguire.
E' nei primi mesi del 2016, prima che la stessa Natalicchio rassegnasse le dimissioni, che la sua Amministrazione Comunale attraverso una lettera datata 21 marzo 2016 chiese all'Area Metropolitana di Bari l'affidamento della gestione e della valorizzazione del Pulo, precisando che gli interventi di manutenzione straordinaria propedeutici alla riapertura del sito dovevano essere a carico dell'ente proprietario. Fu proprio in quell'occasione che venne presentata una bozza di accordo tra la Città Metropolitana e il Comune per la concessione in comodato d'uso della dolina carsica, quello stesso accordo a cui, da quanto riferito, Tommaso Minervini starebbe lavorando.
Ciò che appare chiara e inconfutabile è la situazione di degrado in cui versa il Pulo e che potrebbe, nelle prossime settimane, continuare ad alimentare ulteriori dibattiti e discussioni oltre a manifestazioni più corpose e partecipate.
Che il tramonto si trasformi presto in una nuova alba: è con questo auspicio che i partecipanti alla manifestazione di ieri si sono lasciati, indisponibili, tuttavia, a sotterrare l'ascia di guerra.
Quasi un' ironia della sorta, una parodia, tutta in salsa molfettese che ha finalmente trovato un riscontro nella manifestazione organizzata nel tardo pomeriggio di ieri da Sinistra Italiana e da altri esponenti di quelle che erano le associazioni del consorzio Polje, un valido esempio di gestione invidiato da molti .
Dire no a quello che è stato definito "Pulicidio" è stato uno dei motivi che ha spinto in primis l'ex Sindaco Paola Natalicchio, supportata da Betta Mongelli ex Assessore alla Cultura e da Domenico Gagliardi, Presidente della Commissioni Consiliare Cultura nell'ultima legislatura, a convocare una vera e propria adunata intorno ad un luogo storico, che molti invidiano alla Città di Molfetta, ma che per un'inspiegabile "malpractice" politica e burocratica sta condannando la dolina neolitica ad una chiusura forzata.
La storia recente riporta la questione a qualche giorno fa, ovvero all'ultima seduta di Consiglio Comunale con un intervento dell'opposizione per fatto grave. Perché il Pulo di Molfetta e' chiuso? Quando si ha intenzione di riaprirlo e in che modo? Tutte domande a cui si vorrebbe rispondere in modo proficuo, ma che a questo punto dovrebbe farlo l'attuale Amministrazione Comunale, che avrebbe, nelle ultime ore, fatto cenno ad una convenzione di imminente sottoscrizione con l'Area Metropolitana di Bari, frutto, in realtà, di un accordo studiato dalla passata Amministrazione Comunale , ma burocraticamente bloccata e finita nel dimenticatoio. «Riteniamo inammissibile – ha commentato Paola Natalicchio – che un luogo come questo sia chiuso. Un luogo divenuto insicuro anche a causa della mancanza di elettricità e che un tempo pullulava di turisti. Tutto questo oggi non esiste più, ma non intendiamo arrenderci davanti a quest'evidenza».
Ammonterebbe a 200 mila euro la somma che il Comune di Molfetta e l' Area Metropolitana di Bari sarebbero pronti a stanziare per ripristinare lo stato dei luoghi della dolina carsica e riaprire, nell'estate del prossimo anno, un luogo di fondamentale importanza per la storia di questa città.
«Per noi non si tratta di una questione politica – ha proseguito l'ex sindaco di Molfetta – e saremo ben lieti di applaudire Tommaso Minervini e Antonio Decaro qualora dovessero riuscire a trovare la quadra e sottoscrivere quella convenzione che da ormai 700 giorni la mia Amministrazione aveva approntato e aspettava soltanto di essere sottoscritta. Se così non fosse, molto presto torneremo qui ancora più numerosi per opporci ad un sopruso perpetrato ai danni di questa comunità».
Non è soltanto il Pulo ad essere chiuso. Lo è anche il Fondo Azzollini, di proprietà comunale, andato a fuoco nel giugno dello scorso anno, all'interno del quale grazie ad uno scavo archeologico costato 80 mila euro erano stati ritrovati ulteriori insediamenti neolitici. Non fa eccezione il Museo Archeologico del Pulo, utilizzato quasi esclusivamente per matrimoni e conferenze fuori luogo, aperto soltanto durante gli orari di ufficio del personale comunale. Il tramonto del Pulo iniziò già a cavallo tra il 2013 e il 2014 con la scadenza della convenzione tra Polje e la Provincia di Bari guidata allora dal Presidente Francesco Schittulli. A nulla valse la proposta di disponibilità del Comune di Molfetta a collaborare nella tutela e nella valorizzazione del Pulo: l'oncologo pugliese non rispose mai a quella proposta. Il 2015 fu l'anno in cui l'Area Metropolitana di Bari sostituì l'ente Provincia. Era il 28 maggio dello stesso anno quando Paola Natalicchio inviò una missiva sia ad Antonio Decaro che alla Soprintendenza per la messa in sicurezza e riapertura della dolina. Nonostante una disponibilità al dialogo anche da parte di Francesca Pietroforte, Assessora alla Cultura per l'Area Metropolitana di Bari, non si arrivò a nulla di concreto, tranne sopralluoghi di rito, qualche opera di messa in sicurezza dei sentieri d'ingresso e la consapevolezza di una mancanza di fondi per proseguire.
E' nei primi mesi del 2016, prima che la stessa Natalicchio rassegnasse le dimissioni, che la sua Amministrazione Comunale attraverso una lettera datata 21 marzo 2016 chiese all'Area Metropolitana di Bari l'affidamento della gestione e della valorizzazione del Pulo, precisando che gli interventi di manutenzione straordinaria propedeutici alla riapertura del sito dovevano essere a carico dell'ente proprietario. Fu proprio in quell'occasione che venne presentata una bozza di accordo tra la Città Metropolitana e il Comune per la concessione in comodato d'uso della dolina carsica, quello stesso accordo a cui, da quanto riferito, Tommaso Minervini starebbe lavorando.
Ciò che appare chiara e inconfutabile è la situazione di degrado in cui versa il Pulo e che potrebbe, nelle prossime settimane, continuare ad alimentare ulteriori dibattiti e discussioni oltre a manifestazioni più corpose e partecipate.
Che il tramonto si trasformi presto in una nuova alba: è con questo auspicio che i partecipanti alla manifestazione di ieri si sono lasciati, indisponibili, tuttavia, a sotterrare l'ascia di guerra.