Molfetta si riunisce nel ricordo del Sindaco Gianni Carnicella
Cerimonia commemorativa ai piedi del sagrato della Chiesa di San Bernardino
Molfetta - venerdì 7 luglio 2023
14.26
Il Vescovo, monsignor Domenico Cornacchia, per un momento di preghiera, il Sindaco, Tommaso Minervini per ricordare l'uomo delle Istituzioni ucciso 31 anni fa. Accanto a lui il presidente del Consiglio comunale, Robert Amato. Tutto intorno i conoscenti di Gianni Carnicella, i familiari, consiglieri comunali, assessori, amici.
«Gianni al discorso di insediamento disse "Voglio rappresentare il prestigio sostanziale dell'ente con le opere non con il clamore" - in quel prestigio sostanziale c'era tutta una cultura che spesso oggi dimentichiamo o strumentalizziamo. Gianni fu ucciso anche perché fu lasciato solo».
«Quell'omicidio - ha ricordato il Sindaco Minervini nel suo intervento - maturò nella disgregazione del tessuto politico dell'epoca e del tessuto sociale dell'epoca. Era il 1992 e i più adulti ricordano cosa accadeva in quegli anni sia in relazione alla criminalità organizzata, sia al decadimento politico nazionale e locale. Ci sono stati momenti della storia, dal 1992 in poi, in cui spesso ci sono stati sussulti nella comunità nella classe politica. Dobbiamo tenere sempre sempre presente che ci devono essere distinzione di pensieri, di culture, di proposte ma tenendo fede a quell'impegno e a quel significato per cui le Istituzioni si difendono, non si attaccano e non per chi le rappresenta ma per il significato in sè di quelle Istituzioni».
«Quella che vi chiedo è una riflessione profonda, intima, individuale e collettiva dell'insegnamento e di un comportamento che ha portato all'uccisione di Carnicella, sia da parte di chi rappresentava la città in quel momento, sia dalla parte di quel substrato della città che provocò quell'omicidio. Questa del 31esimo anno è una riflessione che mi sento di fare e affido alle coscienze di ciascuno di voi e dell'intera città. Una riflessione sincera, senza strumentalizzazione, senza il clamore così come Gianni avrebbe voluto».
«Gianni al discorso di insediamento disse "Voglio rappresentare il prestigio sostanziale dell'ente con le opere non con il clamore" - in quel prestigio sostanziale c'era tutta una cultura che spesso oggi dimentichiamo o strumentalizziamo. Gianni fu ucciso anche perché fu lasciato solo».
«Quell'omicidio - ha ricordato il Sindaco Minervini nel suo intervento - maturò nella disgregazione del tessuto politico dell'epoca e del tessuto sociale dell'epoca. Era il 1992 e i più adulti ricordano cosa accadeva in quegli anni sia in relazione alla criminalità organizzata, sia al decadimento politico nazionale e locale. Ci sono stati momenti della storia, dal 1992 in poi, in cui spesso ci sono stati sussulti nella comunità nella classe politica. Dobbiamo tenere sempre sempre presente che ci devono essere distinzione di pensieri, di culture, di proposte ma tenendo fede a quell'impegno e a quel significato per cui le Istituzioni si difendono, non si attaccano e non per chi le rappresenta ma per il significato in sè di quelle Istituzioni».
«Quella che vi chiedo è una riflessione profonda, intima, individuale e collettiva dell'insegnamento e di un comportamento che ha portato all'uccisione di Carnicella, sia da parte di chi rappresentava la città in quel momento, sia dalla parte di quel substrato della città che provocò quell'omicidio. Questa del 31esimo anno è una riflessione che mi sento di fare e affido alle coscienze di ciascuno di voi e dell'intera città. Una riflessione sincera, senza strumentalizzazione, senza il clamore così come Gianni avrebbe voluto».