Cultura, Eventi e Spettacolo
Molfetta nel mondo, Roberto Pansini racconta: «La città è amata all'estero»
Resta forte il legame con le comunità molfettesi in America e Australia
Molfetta - martedì 21 maggio 2019
L'associazione culturale "Oll Muvi" si pone da sempre l'obiettivo di valorizzare la città di Molfetta, la sua gente, la sua storia e le sue tradizioni. Lo slogan che caratterizza il progetto di questa associazione è "I Love Molfetta" ed è stato creato da Roberto Pansini, che da più di 15 anni si occupa delle comunità molfettesi all'estero e ha sviluppato nel tempo una vera e propria passione per la terra americana. Proprio ispirandosi allo storico marchio "I Love New York" ha scelto di traslare lo stesso messaggio per la propria città, visto che circa 40mila su 60mila molfettesi sparsi nel mondo vivono proprio negli Stati Uniti. La percentuale restante è ripartita principalmente fra Australia, Argentina e Venezuela.
A questo messaggio d'amore per la città è stato associato un vero e proprio portale online, con la possibilità offerta a chiunque di contribuire se in possesso di notizie o informazioni positive su quanto fatto fai molfettesi in Italia e nel mondo. Tanti di loro hanno fatto carriera, raggiungendo ruoli e incarichi di tutto rispetto grazie alle loro qualità. Una folta comunità originaria di Molfetta vive ad Hoboken, città di 50mila abitanti che si trova nella Contea di Hudson, nello Stato del New Jersey e che Roberto ha visitato per la prima volta nel 2010. Proprio su influenza della nostra città, a settembre gli abitanti festeggiano l'Hoboken Italian Festival, creato nel 1927 a cura della Società della Madonna dei Martiri, fondata naturalmente da molfettesi emigrati in America nel secolo scorso. Proprio in parallelo con la Festa patronale di Molfetta, anche lì viene celebrata una festa in onore della Madonna dei Martiri con una fiera di quattro giorni con lo sbarco, collocato sulla splendida scenografia del fiume Hudson attorno all'Isola di Manhattan e con la tradizionale processione che vede il suo punto centrale nel Frank Sinatra Park, dove si possono trovare bancarelle e degustazioni nostrane proprio come se si fosse a Molfetta.
Roberto spiega così la sua esperienza ad Hoboken: «Quando per la prima volta sono stato lì per assistere alla festa della Madonna dei Martiri, ho notato che fra tutte le analogie con Molfetta ne mancava una, cioè la presenza delle luminarie. Allora qualche anno fa, grazie a un bando della Regione Puglia e con il contributo del Comune di Molfetta, sono riuscito a far donare alla città americana alcuni archi di luminarie con un progetto chiamato "Illuminiamo la tradizione". Questo progetto si è arricchito sempre di più nel tempo e mi ha portato a voler creare un vero e proprio documentario per testimoniare la mia esperienza. Grazie a una sempre più stretta collaborazione con la comunità di Hoboken, sono giunto a ricevere diversi riconoscimenti, fra cui quello di membro onorario della Società americana della Madonna dei Martiri e sono l'unico molfettese ad aver ricevuto questo titolo insieme al presidente onorario Mons. Giuseppe de Candia che devo ringraziare per avermi indirizzato alla conoscenza di queste comunità. In seguito è emerso il desiderio da parte di molti americani di venire proprio a Molfetta per poterla visitare e scoprire la terra d'origine dei propri genitori o dei propri nonni e quindi per me questa è diventata una vera e propria missione. Con il progetto "Ti porto in Puglia" è stato possibile portare qui tanti curiosi che hanno potuto conoscere non solo la nostra città ma anche tanti luoghi meravigliosi della nostra regione».
L'importanza di rinsaldare il legame fra Molfetta e le seconde o terze generazioni di migranti del XX secolo sta nella possibilità di incentivare il turismo locale, che potrebbe sicuramente ottenere risultati di livello se valorizzato nel modo giusto: «In ogni casa americana in cui vivono figli di migranti molfettesi c'è almeno un quadretto che immortala un luogo simbolo della nostra città come il Santuario della Madonna dei Martiri o il Duomo di San Corrado. Per questa ragione, quando gli americani vengono qui restano a dir poco estasiati dalla possibilità di poter vivere dal vivo quegli ambienti che per una vita hanno visto ogni giorno tramite una foto o una rappresentazione in casa. La stessa festa della Madonna dei Martiri ha proporzioni diverse perché in America la preparazione per questo evento dura mesi e ovviamente ha uno scenario che si può apprezzare veramente solo se vissuto in prima persona. Nel 2010, proprio per cercare di portare una testimonianza di questo spettacolo, ho creato quel documentario di cui parlavo in precedenza e che venne trasmesso al Cinema Odeon, con una grande partecipazione da parte della cittadinanza che apprezzò molto il prodotto. La cosa che bisogna comprendere in questo senso è quanto l'arrivo di turisti possa portare benefici alla città, visto il loro desiderio di fruire dei servizi e della gastronomia locale durante la loro permanenza. Negli ultimi anni abbiamo organizzato molte trasferte molfettesi in America e al tempo stesso abbiamo ospitato tanti personaggi anche di spicco che hanno scelto di visitare Molfetta e le sue bellezze, come il noto Bartolo Valastro jr, meglio noto come Buddy il Boss delle Torte e protagonista in un programma che va in onda sul canale Real Time. Negli ultimi giorni abbiamo ospitato anche Dan De Congelio, vicepresidente di Hoboken NJ e figlio di una donna molfettese, che insieme alla sua famiglia ha apprezzato con grande ammirazione i luoghi più interessanti della città, restandone piacevolmente soddisfatto».
A questo messaggio d'amore per la città è stato associato un vero e proprio portale online, con la possibilità offerta a chiunque di contribuire se in possesso di notizie o informazioni positive su quanto fatto fai molfettesi in Italia e nel mondo. Tanti di loro hanno fatto carriera, raggiungendo ruoli e incarichi di tutto rispetto grazie alle loro qualità. Una folta comunità originaria di Molfetta vive ad Hoboken, città di 50mila abitanti che si trova nella Contea di Hudson, nello Stato del New Jersey e che Roberto ha visitato per la prima volta nel 2010. Proprio su influenza della nostra città, a settembre gli abitanti festeggiano l'Hoboken Italian Festival, creato nel 1927 a cura della Società della Madonna dei Martiri, fondata naturalmente da molfettesi emigrati in America nel secolo scorso. Proprio in parallelo con la Festa patronale di Molfetta, anche lì viene celebrata una festa in onore della Madonna dei Martiri con una fiera di quattro giorni con lo sbarco, collocato sulla splendida scenografia del fiume Hudson attorno all'Isola di Manhattan e con la tradizionale processione che vede il suo punto centrale nel Frank Sinatra Park, dove si possono trovare bancarelle e degustazioni nostrane proprio come se si fosse a Molfetta.
Roberto spiega così la sua esperienza ad Hoboken: «Quando per la prima volta sono stato lì per assistere alla festa della Madonna dei Martiri, ho notato che fra tutte le analogie con Molfetta ne mancava una, cioè la presenza delle luminarie. Allora qualche anno fa, grazie a un bando della Regione Puglia e con il contributo del Comune di Molfetta, sono riuscito a far donare alla città americana alcuni archi di luminarie con un progetto chiamato "Illuminiamo la tradizione". Questo progetto si è arricchito sempre di più nel tempo e mi ha portato a voler creare un vero e proprio documentario per testimoniare la mia esperienza. Grazie a una sempre più stretta collaborazione con la comunità di Hoboken, sono giunto a ricevere diversi riconoscimenti, fra cui quello di membro onorario della Società americana della Madonna dei Martiri e sono l'unico molfettese ad aver ricevuto questo titolo insieme al presidente onorario Mons. Giuseppe de Candia che devo ringraziare per avermi indirizzato alla conoscenza di queste comunità. In seguito è emerso il desiderio da parte di molti americani di venire proprio a Molfetta per poterla visitare e scoprire la terra d'origine dei propri genitori o dei propri nonni e quindi per me questa è diventata una vera e propria missione. Con il progetto "Ti porto in Puglia" è stato possibile portare qui tanti curiosi che hanno potuto conoscere non solo la nostra città ma anche tanti luoghi meravigliosi della nostra regione».
L'importanza di rinsaldare il legame fra Molfetta e le seconde o terze generazioni di migranti del XX secolo sta nella possibilità di incentivare il turismo locale, che potrebbe sicuramente ottenere risultati di livello se valorizzato nel modo giusto: «In ogni casa americana in cui vivono figli di migranti molfettesi c'è almeno un quadretto che immortala un luogo simbolo della nostra città come il Santuario della Madonna dei Martiri o il Duomo di San Corrado. Per questa ragione, quando gli americani vengono qui restano a dir poco estasiati dalla possibilità di poter vivere dal vivo quegli ambienti che per una vita hanno visto ogni giorno tramite una foto o una rappresentazione in casa. La stessa festa della Madonna dei Martiri ha proporzioni diverse perché in America la preparazione per questo evento dura mesi e ovviamente ha uno scenario che si può apprezzare veramente solo se vissuto in prima persona. Nel 2010, proprio per cercare di portare una testimonianza di questo spettacolo, ho creato quel documentario di cui parlavo in precedenza e che venne trasmesso al Cinema Odeon, con una grande partecipazione da parte della cittadinanza che apprezzò molto il prodotto. La cosa che bisogna comprendere in questo senso è quanto l'arrivo di turisti possa portare benefici alla città, visto il loro desiderio di fruire dei servizi e della gastronomia locale durante la loro permanenza. Negli ultimi anni abbiamo organizzato molte trasferte molfettesi in America e al tempo stesso abbiamo ospitato tanti personaggi anche di spicco che hanno scelto di visitare Molfetta e le sue bellezze, come il noto Bartolo Valastro jr, meglio noto come Buddy il Boss delle Torte e protagonista in un programma che va in onda sul canale Real Time. Negli ultimi giorni abbiamo ospitato anche Dan De Congelio, vicepresidente di Hoboken NJ e figlio di una donna molfettese, che insieme alla sua famiglia ha apprezzato con grande ammirazione i luoghi più interessanti della città, restandone piacevolmente soddisfatto».