Molfetta e la ZES: «Grande opportunità di sviluppo per il territorio»
Ieri la presentazione davanti a una folta platea in città
Molfetta - sabato 3 dicembre 2022
12.22
Grandissima partecipazione ieri sera a Molfetta per l'evento di presentazione del progetto legato alla ZES: l'incontro è stato introdotto dall'assessore alle attività produttive del Comune di Molfetta, Carmela Minuto. Sono poi intervenuti rappresentanti di Asi, Associazione imprenditori Molfetta, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Sindacati, Ordini professionali di commercialisti, ingegneri, architetti, geometri ed organizzazioni di imprenditori e di vari settori di servizio e commercio.
Ospite d'eccezione è stato Manlio Guadagnuolo, Commissario straordinario del Governo per la Zes Adriatica Puglia-Molise, che ha illustrato i punti salienti di questo nuovo corso nell'Auditorium Regina Pacis di Molfetta. Al confronto pubblico hanno preso parte anche Saverio Tammacco, Vice presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia, Angelantonio Angarano, Sindaco di Bisceglie, e Tommaso Minervini, Sindaco di Molfetta. «Le Zone Economiche Speciali rappresentano una reale opportunità di sviluppo per il territorio. Gli imprenditori stanno comprendendo che lo Stato, per via della burocrazia, non deve essere più visto come un avversario lo Stato gioca finalmente nella stessa squadra degli imprenditori, per raggiungere l'obiettivo della crescita economica e occupazionale dei territori del Meridione d'Italia».
Oggi oltre il 40% delle circa 4.500 ZES presenti nel mondo si trovano in Asia. In particolare, in Cina le ZES contribuiscono al 22% del PIL, ad oltre il 45% degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) e al 60% dell'export. Uno degli esempi più studiati in letteratura è quello della ZES di Shenzen, la prima stabilita in Cina negli anni '80, all'interno della quale nel tempo si sono insediate prevalentemente imprese manifatturiere, fortemente orientate all'export. Shenzen – cittadina votata alla pesca – fa oggi parte di quella che viene definita "Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area", il cui piano strategico prevede la creazione di una vera e propria Silicon Valley cinese, costruita attorno a tre dei dieci porti più trafficati del mondo (Shenzhen, Hong Kong e Guangzhou).
In Europa, il Paese che conta il numero maggiore di ZES è la Polonia (14). Le 14 ZES polacche hanno permesso di raggiungere alcuni importanti risultati tra cui1 : − attrazione di oltre 170 miliardi di Euro di investimenti fissi cumulati fino al 2015; − nelle ZES, il tasso di disoccupazione è tra 1,5 e 2,9 punti percentuali inferiore rispetto a quello nazionale medio; − creazione di oltre 280.000 nuovi posti di lavoro e mantenimento di più di 140.000 occupati aggiuntivi. Proprio per i vantaggi conseguiti, il governo polacco ha deciso di estendere gli effetti temporali delle ZES, che dovevano cessare la propria operatività al 2020, prorogando la misura fino al 2026.
Nell'ottica di accelerare lo sviluppo dell'economia italiana, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, le zone economiche speciali (ZES) sono state identificate come strumento funzionale per il perseguimento di tale obiettivo. A livello pratico, le misure di riferimento adottate dal governo italiano, e promosse attraverso il PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mirano ad incrementare il grado di attrattività di tali aree sia a livello logistico, che amministrativo e fiscale, con l'obiettivo precipuo di creare dei veri e propri "poli di crescita" e di catalizzare nuovi investimenti, anche esteri.
Nel corso degli anni, le ZES si sono sviluppate in vari Paesi secondo modelli differenti. Tuttavia, l'obiettivo di tali zone rimane invariato indipendentemente dall'area di stabilimento: esse, infatti, rappresentano il mezzo attraverso cui l'autorità governativa concede alle aziende incentivi e misure quali agevolazioni fiscali e deroghe normative con il principale obiettivo di supportare lo sviluppo delle imprese esistenti e l'insediamento di nuove.
Nelle scorse settimane, l'avviamento degli Sportelli digitali delle otto Zone Economiche Speciali (ZES) istituite con l'obiettivo di attrarre investimenti e favorire la crescita delle imprese operative o la nascita di nuove realtà in altrettante aree portuali e retroportuali del Paese. Le imprese intenzionate a stabilirsi in una Zona Economica Speciale beneficeranno di agevolazioni fiscali e di una semplificazione delle procedure amministrative previste per l'avviamento dell'attività basata sul rilascio di un'Autorizzazione Unica da parte del Commissario Straordinario della ZES. Agevolazioni importanti, con l'esonero del pagamento Imu e della Tari, per sette anni dopo il completamento dell'investimento, sono previsti anche per le aziende già operative.
Ospite d'eccezione è stato Manlio Guadagnuolo, Commissario straordinario del Governo per la Zes Adriatica Puglia-Molise, che ha illustrato i punti salienti di questo nuovo corso nell'Auditorium Regina Pacis di Molfetta. Al confronto pubblico hanno preso parte anche Saverio Tammacco, Vice presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia, Angelantonio Angarano, Sindaco di Bisceglie, e Tommaso Minervini, Sindaco di Molfetta. «Le Zone Economiche Speciali rappresentano una reale opportunità di sviluppo per il territorio. Gli imprenditori stanno comprendendo che lo Stato, per via della burocrazia, non deve essere più visto come un avversario lo Stato gioca finalmente nella stessa squadra degli imprenditori, per raggiungere l'obiettivo della crescita economica e occupazionale dei territori del Meridione d'Italia».
Oggi oltre il 40% delle circa 4.500 ZES presenti nel mondo si trovano in Asia. In particolare, in Cina le ZES contribuiscono al 22% del PIL, ad oltre il 45% degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) e al 60% dell'export. Uno degli esempi più studiati in letteratura è quello della ZES di Shenzen, la prima stabilita in Cina negli anni '80, all'interno della quale nel tempo si sono insediate prevalentemente imprese manifatturiere, fortemente orientate all'export. Shenzen – cittadina votata alla pesca – fa oggi parte di quella che viene definita "Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area", il cui piano strategico prevede la creazione di una vera e propria Silicon Valley cinese, costruita attorno a tre dei dieci porti più trafficati del mondo (Shenzhen, Hong Kong e Guangzhou).
In Europa, il Paese che conta il numero maggiore di ZES è la Polonia (14). Le 14 ZES polacche hanno permesso di raggiungere alcuni importanti risultati tra cui1 : − attrazione di oltre 170 miliardi di Euro di investimenti fissi cumulati fino al 2015; − nelle ZES, il tasso di disoccupazione è tra 1,5 e 2,9 punti percentuali inferiore rispetto a quello nazionale medio; − creazione di oltre 280.000 nuovi posti di lavoro e mantenimento di più di 140.000 occupati aggiuntivi. Proprio per i vantaggi conseguiti, il governo polacco ha deciso di estendere gli effetti temporali delle ZES, che dovevano cessare la propria operatività al 2020, prorogando la misura fino al 2026.
Nell'ottica di accelerare lo sviluppo dell'economia italiana, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, le zone economiche speciali (ZES) sono state identificate come strumento funzionale per il perseguimento di tale obiettivo. A livello pratico, le misure di riferimento adottate dal governo italiano, e promosse attraverso il PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mirano ad incrementare il grado di attrattività di tali aree sia a livello logistico, che amministrativo e fiscale, con l'obiettivo precipuo di creare dei veri e propri "poli di crescita" e di catalizzare nuovi investimenti, anche esteri.
Nel corso degli anni, le ZES si sono sviluppate in vari Paesi secondo modelli differenti. Tuttavia, l'obiettivo di tali zone rimane invariato indipendentemente dall'area di stabilimento: esse, infatti, rappresentano il mezzo attraverso cui l'autorità governativa concede alle aziende incentivi e misure quali agevolazioni fiscali e deroghe normative con il principale obiettivo di supportare lo sviluppo delle imprese esistenti e l'insediamento di nuove.
Nelle scorse settimane, l'avviamento degli Sportelli digitali delle otto Zone Economiche Speciali (ZES) istituite con l'obiettivo di attrarre investimenti e favorire la crescita delle imprese operative o la nascita di nuove realtà in altrettante aree portuali e retroportuali del Paese. Le imprese intenzionate a stabilirsi in una Zona Economica Speciale beneficeranno di agevolazioni fiscali e di una semplificazione delle procedure amministrative previste per l'avviamento dell'attività basata sul rilascio di un'Autorizzazione Unica da parte del Commissario Straordinario della ZES. Agevolazioni importanti, con l'esonero del pagamento Imu e della Tari, per sette anni dopo il completamento dell'investimento, sono previsti anche per le aziende già operative.