Molfetta e Alessano, “arca di pace” nel nome di don Tonino

Consiglio comunale congiunto dei due comuni per siglare un patto di gemellaggio

Nessuna divisione politica. Nessuna destra o sinistra. Nessuna maggioranza o opposizione. Anzi comunione d'intenti, di visioni, nel consiglio comunale celebrativo di don Tonino, tenutosi ieri nella sala consiliare "Gianni Carnicella", alla presenza dei rappresentanti politici e religiosi dei comuni di Molfetta ed Alessano, che si apprestano a vivere una giornata storica con la visita del Santo Padre "sulle orme di don Tonino".

Due Comuni che hanno voluto siglare un patto di gemellaggio, in cui Alessano e Molfetta intendono "consolidare i rapporti di amicizia e fratellanza, al fine di instaurare forme di cooperazione attraverso iniziative culturali, religiose, sociali, turistiche e sportive", nei luoghi dove don Tonino ha vissuto ed operato, perché queste due città, come ha detto il sindaco di Alessano, Francesca Torsello, «possano diventare per la Puglia, per l'Italia e per il mondo intero "arca di pace"».

L'emiciclo è sempre lo stesso, quello degli altri consigli comunali, ma l'atmosfera è completamente diversa, ha il sapore della festa, del ricordo, della riflessione.
Tanti i consiglieri delle due città che hanno voluto dare il proprio contributo, che hanno declinato la parola "politica" attraverso le parole di don Tonino, dandone di volta in volta una chiave di lettura diversa.

C'è chi lo ha conosciuto, ma anche chi non lo ha conosciuto, come i consiglieri più giovani, eppure lo hanno voluto conoscere non solo attraverso il racconto fatto dai genitori o in parrocchia, ma hanno voluto sapere chi fosse attraverso i suoi scritti e le sue opere, ed in questa particolare circostanza hanno voluto dare il loro contributo.

E' forse la prima volta che in consiglio comunale c'è comunanza di intenti, è un miracolo anche questo.
Sono giornate cariche di emozione, che coinvolge proprio tutti, persino la massima assise cittadina, che ha sotterrato l'ascia di guerra delle beghe politiche, per don Tonino, ricordando i suoi valori: pace, rispetto dell'essere umano, rispetto dell'ambiente. In tanti hanno puntualizzato come la politica, per don Tonino era "un'arte nobile e difficile", ma anche del senso di appartenenza ad una comunità, ad una terra, ad una città.

Nelle parole del vescovo della Diocesi di Molfetta, mons. Domenico Cornacchia, e soprattutto nella sua commozione la difficoltà di essere il pastore di una comunità dopo don Tonino. Ricorda quel 22 maggio scorso quando ha lasciato un fogliettino al Papa con l'invito a Molfetta, ma non pensava che quell'invito sarebbe stato accolto. Di don Tonino mons. Cornacchia ha detto molto candidamente: «ve lo confesso è un onore vivere, passeggiare in quei corridoi, pregare in quella cappella, nella stanza ormai detta "di don Tonino" è come prendere una boccata d'aria ogni giorno».

Mons. Vito Angiuli, vescovo della Diocesi Ugento- Santa Maria di Leuca, dice di sentirsi molfettese perché ha vissuto nella nostra città per circa 38 anni, «sono stato testimone come voi dell'operato di don Tonino» e rivolgendosi alla città afferma: «dovete avere un grande senso di riconoscenza, Molfetta è stato il luogo dove don Tonino ha scritto la maggior parte delle sue opere con le parole che voi avete ricordato e che risultano ancora attualissime. Possiamo dire che le parole di don Tonino sono diventate linguaggio comune e sono diventate ispiratrici per tutti, mi sembra un elemento straordinario, trovare nelle sue parole un elemento comune».

Le conclusioni del consiglio comunale congiunto sono state affidate ai due primi cittadini Tommaso Minervini e Francesca Torsello, che ha dichiarato: «ci prepariamo ad accogliere il Santo Padre, ci prepariamo a rimettere in connessione attraverso i passi di don Tonino quei luoghi che lui ha amato e ai quali ha dedicato la sua esistenza. Molfetta ed Alessano son due città del sud, di cui don Tonino ha fatto delle angustie del sud punto di osservazione privilegiato, in questo è stato precursore del pensiero del sud visto dal sud e non pensato da altri. Noi possiamo raccontare e scrivere una storia diversa».

Gli fa eco il sindaco Minervini affermando: «dobbiamo fare in modo di ricordare don Tonino e la giornata che ci prepariamo a vivere non in un numero unico fra cent'anni, ma far sì che diventi prassi per tutti, questo è l'impegno che dobbiamo prendere tutti. Il bello, la pace, la speranza non vanno solo invocate, ma realizzate».

Ed ha concluso dicendo che «i segnali che stiamo ricevendo in questi giorni, l'arrivo del Papa, ci stanno dicendo che una nuova primavera è possibile».

Aleggia nel corso dell'assise molte volte la parola santità, vista da diverse prospettive, eppure ci auguriamo che il Papa "sulle orme di don Tonino" possa portarci quella "buona novella" che tutti stiamo attendendo.
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