Cultura, Eventi e Spettacolo
Molfetta celebra Corrado Giaquinto con una mostra per i 320 anni dalla sua nascita
L'esposizione sul pittore meridionale settecentesco si unisce a una fruizione digitale delle sue tele
Molfetta - martedì 23 gennaio 2024
10.21
È accessibile al pubblico la mostra, dedicata a Corrado Giaquinto, allestita in occasione dei 320 anni dalla sua nascita.
L'esibizione ha luogo presso le sale espositive del Museo Diocesano di Molfetta e raccoglie le opere realizzate dall'artista a matita nera, biacca, sanguigna, inchiostro nero ed acquerello. A favorire la riscoperta del celebre autore, le cui opere sono diffuse un po' ovunque, è stata la donazione effettuata da Virginia Pepoli, vedova dell'oculista Vitangelo Spadavecchia, che conservava nella sua casa un cospicuo patrimonio artistico di opere incorniciate e moltissimi disegni autografi. L'affascinante sequela d'opere d'arte si affianca ad una concisa ricostruzione ed un'attenta analisi di ricerca, svoltasi nell'arco di oltre due anni, che permettono di ricostruire genesi e storia di Giaquinto pittore. L'obiettivo della mostra non è però solo la mera esposizione della produzione del Giaquinto, bensì sia il recupero dell'intelaiatura storica ed artistica del pittore meridionale settecentesco, sia permettere uno sguardo sul prima e sul dopo Giaquinto stesso, e sullo stretto legame tra le botteghe del nord barese. Rilevantissimo, infatti, è il nome del molfettese Saverio Porta, formatosi con il bitontino Nicola Gliri, i cui disegni trattenuti da Porta stesso divennero nucleo del fondo della bottega nella quale successivamente Giaquinto si formò.
Oltre all'esposizione del materiale è possibile vivere l'arte presente in maniera più digitale: nella sala immersiva sono proiettate le tele dell'amato artista, che si susseguono continuativamente tra fari effetti scenografici, curati da DOT studio.
L'esibizione ha luogo presso le sale espositive del Museo Diocesano di Molfetta e raccoglie le opere realizzate dall'artista a matita nera, biacca, sanguigna, inchiostro nero ed acquerello. A favorire la riscoperta del celebre autore, le cui opere sono diffuse un po' ovunque, è stata la donazione effettuata da Virginia Pepoli, vedova dell'oculista Vitangelo Spadavecchia, che conservava nella sua casa un cospicuo patrimonio artistico di opere incorniciate e moltissimi disegni autografi. L'affascinante sequela d'opere d'arte si affianca ad una concisa ricostruzione ed un'attenta analisi di ricerca, svoltasi nell'arco di oltre due anni, che permettono di ricostruire genesi e storia di Giaquinto pittore. L'obiettivo della mostra non è però solo la mera esposizione della produzione del Giaquinto, bensì sia il recupero dell'intelaiatura storica ed artistica del pittore meridionale settecentesco, sia permettere uno sguardo sul prima e sul dopo Giaquinto stesso, e sullo stretto legame tra le botteghe del nord barese. Rilevantissimo, infatti, è il nome del molfettese Saverio Porta, formatosi con il bitontino Nicola Gliri, i cui disegni trattenuti da Porta stesso divennero nucleo del fondo della bottega nella quale successivamente Giaquinto si formò.
Oltre all'esposizione del materiale è possibile vivere l'arte presente in maniera più digitale: nella sala immersiva sono proiettate le tele dell'amato artista, che si susseguono continuativamente tra fari effetti scenografici, curati da DOT studio.