Cronaca
A Molfetta bruciano ancora le auto. Fiamme in via Ungaretti
L'episodio alle ore 23.00, a prendere fuoco una Fiat Punto ed una Fiat Panda. Sul posto i Vigili del Fuoco
Molfetta - sabato 7 marzo 2020
13.22
Via Ungaretti, all'estrema periferia di Molfetta, si riconferma come uno dei principali teatri degli incendi di autovetture. Il più recente è avvenuto ieri sera, attorno alle ore 23.00, ai danni di una Fiat Punto e di una Fiat Panda parcheggiate lungo l'arteria stradale.
L'episodio - non è da escludere di natura dolosa - ha costretto i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta a intervenire immediatamente, per scongiurare il pericolo che le fiamme potessero raggiungere anche altre vetture. Il fuoco, comunque, ha arrecato il crepitio dei vetri e soprattutto danni ingenti alla carrozzeria di entrambe le auto, sebbene ancora in fase di precisa quantificazione, ma le cause del rogo non sono state ancora ricostruite per assenza di elementi.
I rilievi sono stati svolti dai Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile, allertati dalla sala operativa del 112 e giunti sul posto. I militari della locale Compagnia stanno ora valutando una serie di elementi a disposizione, per stabilire se si possa confermare o meno la matrice dolosa. Tuttavia, come al solito, non sono stati trovati particolari indizi, né tracce di innesco, ma le indagini sono comunque in corso per cercare di far luce sulla vicenda.
I Vigili del Fuoco, nel corso della notte, sono dovuti nuovamente intervenire per un altro rogo - avvenuto alle ore 04.00 in una stalla in via Fondo Favale -, mentre in mattinata è arrivato, puntuale, il comunicato del Liberatorio Politico che non ha usato messi termini: «Per questi sciacalli che, in un periodo storico difficile per tutti, infieriscono su ignari cittadini - si legge - non ci dovrebbe essere alcuna attenuante in un eventuale giudizio penale».
«Non ci stancheremo mai nel chiedere che tutti i roghi devono far parte di un unico fascicolo d'indagine - scrive ancora il movimento di Matteo d'Ingeo -. Tutti i cittadini devono denunciare l'incendio doloso senza farsi convincere, da chicchessia, a non farlo per ricavare qualcosa dalle assicurazioni e alimentare così la narrazione del "corto circuito" e "autocombustione". Certo, questo potrebbe anche avvenire ma non può diventare l'unica causa».
Area Pubblica Molfetta, invece, il movimento civico che ruota attorno all'avvocato Bepi Maralfa si rivolge direttamente a Tommaso Minervini: «Altre due auto in fiamme. Vorremmo sapere quale è il pensiero del sindaco, massima autorità cittadina in materia di ordine pubblico e sicurezza».
L'episodio - non è da escludere di natura dolosa - ha costretto i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta a intervenire immediatamente, per scongiurare il pericolo che le fiamme potessero raggiungere anche altre vetture. Il fuoco, comunque, ha arrecato il crepitio dei vetri e soprattutto danni ingenti alla carrozzeria di entrambe le auto, sebbene ancora in fase di precisa quantificazione, ma le cause del rogo non sono state ancora ricostruite per assenza di elementi.
I rilievi sono stati svolti dai Carabinieri dell'Aliquota Radiomobile, allertati dalla sala operativa del 112 e giunti sul posto. I militari della locale Compagnia stanno ora valutando una serie di elementi a disposizione, per stabilire se si possa confermare o meno la matrice dolosa. Tuttavia, come al solito, non sono stati trovati particolari indizi, né tracce di innesco, ma le indagini sono comunque in corso per cercare di far luce sulla vicenda.
I Vigili del Fuoco, nel corso della notte, sono dovuti nuovamente intervenire per un altro rogo - avvenuto alle ore 04.00 in una stalla in via Fondo Favale -, mentre in mattinata è arrivato, puntuale, il comunicato del Liberatorio Politico che non ha usato messi termini: «Per questi sciacalli che, in un periodo storico difficile per tutti, infieriscono su ignari cittadini - si legge - non ci dovrebbe essere alcuna attenuante in un eventuale giudizio penale».
«Non ci stancheremo mai nel chiedere che tutti i roghi devono far parte di un unico fascicolo d'indagine - scrive ancora il movimento di Matteo d'Ingeo -. Tutti i cittadini devono denunciare l'incendio doloso senza farsi convincere, da chicchessia, a non farlo per ricavare qualcosa dalle assicurazioni e alimentare così la narrazione del "corto circuito" e "autocombustione". Certo, questo potrebbe anche avvenire ma non può diventare l'unica causa».
Area Pubblica Molfetta, invece, il movimento civico che ruota attorno all'avvocato Bepi Maralfa si rivolge direttamente a Tommaso Minervini: «Altre due auto in fiamme. Vorremmo sapere quale è il pensiero del sindaco, massima autorità cittadina in materia di ordine pubblico e sicurezza».