Cronaca
Moby Prince, una bomba a bordo? C'è una nuova pista investigativa
E ci sarebbe anche un documento segreto dell’ex Sismi, il servizio segreto militare
Molfetta - martedì 14 febbraio 2017
13.41
Una nuova pista, un nuovo filone d'inchiesta potrebbe trovare la luce nella vicenda del disastro del Moby Prince. Era la sera del 10 aprile 1991: nel porto di Livorno il traghetto si scontrò con la petroliera Agip Abruzzo prendendo fuoco e diventando la tomba per 140 delle 141 persone a bordo. Per Molfetta fu uno schock: sullo scafo persero la vita i motoristi Giovanni Abbattista (46 anni) e Natale Amato (53 anni), il personale di cucina Giuseppe de Gennaro (29 anni) e Nicola Salvemini (36 anni).
Secondo quanto riferito da "La Repubblica" «la commissione parlamentare - presieduta dal senatore Pd Silvio Lai - ha depositato la relazione intermedia, approvata all'unanimità, sulla attività svolta dal 4 novembre 2015 al 31 luglio 2016».
Nella relazione emergerebbe «l'ipotesi della esplosione a bordo prima della collisione». A sostegno di questa nuova tesi, anche l'audizione dell'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti che «ha consegnato alcuni appunti dell'allora capo della polizia Vincenzo Parisi. In una nota del 28 gennaio '92 Parisi confermava presenze di esplosivo "a uso civile" in un locale a prua del traghetto "ove, probabilmente alcuni istanti prima della collisione, avvenne una deflagrazione". In un altro appunto Parisi riferiva «di tracce di tritolo e di nitrato di ammonio rinvenute nei locali dei motori elettrici delle eliche di prua"», scrive il quotidiano.
Insomma, si tratterebbe dell'ipotesi invece esclusa in sede giudiziaria, nonostante una esplosione avvenuta sicuramente a prua del traghetto ma attribuita dai giudici «alla concentrazione di vapori incendiabili giunti nel vano macchine dopo la collisione».
Ma le novità non si fermano qui.
Infatti, un altro giornale, "Il fatto quotidiano" ha parlato nei giorni scorsi dell'esistenza di un documento segreto a firma degli uomini del Sismi, il servizio segreto militare, i quali ricondurrebbero la vicenda in una sorta di mappa dedicata al traffico di materiale bellico recuperato, di scorie nucleari e di armi, inviata il 3 aprile 2003 alla Divisione ricerca e antiproliferazione dell'ex Servizio segreto militare.
Secondo quanto riferito da "La Repubblica" «la commissione parlamentare - presieduta dal senatore Pd Silvio Lai - ha depositato la relazione intermedia, approvata all'unanimità, sulla attività svolta dal 4 novembre 2015 al 31 luglio 2016».
Nella relazione emergerebbe «l'ipotesi della esplosione a bordo prima della collisione». A sostegno di questa nuova tesi, anche l'audizione dell'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti che «ha consegnato alcuni appunti dell'allora capo della polizia Vincenzo Parisi. In una nota del 28 gennaio '92 Parisi confermava presenze di esplosivo "a uso civile" in un locale a prua del traghetto "ove, probabilmente alcuni istanti prima della collisione, avvenne una deflagrazione". In un altro appunto Parisi riferiva «di tracce di tritolo e di nitrato di ammonio rinvenute nei locali dei motori elettrici delle eliche di prua"», scrive il quotidiano.
Insomma, si tratterebbe dell'ipotesi invece esclusa in sede giudiziaria, nonostante una esplosione avvenuta sicuramente a prua del traghetto ma attribuita dai giudici «alla concentrazione di vapori incendiabili giunti nel vano macchine dopo la collisione».
Ma le novità non si fermano qui.
Infatti, un altro giornale, "Il fatto quotidiano" ha parlato nei giorni scorsi dell'esistenza di un documento segreto a firma degli uomini del Sismi, il servizio segreto militare, i quali ricondurrebbero la vicenda in una sorta di mappa dedicata al traffico di materiale bellico recuperato, di scorie nucleari e di armi, inviata il 3 aprile 2003 alla Divisione ricerca e antiproliferazione dell'ex Servizio segreto militare.