Cultura, Eventi e Spettacolo
Mizio Vilardi presenta il suo nuovo lavoro tra Molfetta e Roma
Il progetto parte con una canzone in dialetto molfettese
Molfetta - giovedì 15 marzo 2018
7.52 Comunicato Stampa
Dopo la pubblicazione dell'EP "Radici sotto i piedi" (2015) e la fausta partecipazione come colonna sonora alla fiction Rai "Tutto può succedere", Mizio Vilardi, cantautore molfettese, ritorna a presentare un proprio progetto artistico e lo fa con una canzone in dialetto molfettese "Le notte porte sembe" (La notte porta sempre).
A detta dello stesso autore, il brano è una sorta di preghiera d'amore che un uomo, non più nel fiore degli anni, rivolge alla notte, con la speranza di poter rivedere la donna che ha amato per una vita intera.
Il testo della canzone è stato tradotto, con la cura certosina dello sceneggiatore e regista Davide Potente, in una pellicola cinematografica che vanta la partecipazione degli attori Mimmo Amato e Lucia Amato.
Il videoclip sarà proiettato e narrato in due serate concerto, a Roma venerdi 16 marzo presso l'Antica Stamperia Rubattino, nel cuore di Testaccio e il 24 marzo a Molfetta, presso "La Cittadella degli Artisti".
Un'occasione da non perdere, quindi, per assaporare un esperimento delicato e, al tempo stesso, avvincente di come la musica possa adagiarsi su di un nastro cinematografico e trasformarsi in immagini, voci, colori, in una parola ... esseri umani.
A detta dello stesso autore, il brano è una sorta di preghiera d'amore che un uomo, non più nel fiore degli anni, rivolge alla notte, con la speranza di poter rivedere la donna che ha amato per una vita intera.
Il testo della canzone è stato tradotto, con la cura certosina dello sceneggiatore e regista Davide Potente, in una pellicola cinematografica che vanta la partecipazione degli attori Mimmo Amato e Lucia Amato.
Il videoclip sarà proiettato e narrato in due serate concerto, a Roma venerdi 16 marzo presso l'Antica Stamperia Rubattino, nel cuore di Testaccio e il 24 marzo a Molfetta, presso "La Cittadella degli Artisti".
Un'occasione da non perdere, quindi, per assaporare un esperimento delicato e, al tempo stesso, avvincente di come la musica possa adagiarsi su di un nastro cinematografico e trasformarsi in immagini, voci, colori, in una parola ... esseri umani.