Politica
Ministero delle Infrastrutture, stop al contenzioso
Persi 3,266 milioni di euro?
Molfetta - lunedì 7 aprile 2014
17.39
No al contenzioso contro il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La giunta Natalicchio ha deciso di retrocedere nel giudizio instaurato dinanzi il TAR Lazio (Roma) dal commissario prefettizio lo scorso maggio 2013. Il dott. Giacomo Barbato aveva impugnato il decreto con cui il Ministero destinava le risorse del Fondo per l'attuazione del piano nazionale per le città, perché Molfetta non era stata inclusa nei Comuni da finanziare.
Secondo quanto si legge nella delibera giuntale n.83/14, l'Amministrazione comunale ha deciso di non «coltivare» il contenzioso perché «lo stanziamento dell'importo per la realizzazione dell'intervento candidato al finanziamento è destinato ad essere integralmente assicurato dal Ministero dell'Interno attraverso i fondi di cui alla Legge n.191/09 per 3,1milioni di euro e di cui alla Legge n.220/10 per 2,9milioni di euro, rispettivamente giuste delibere di G.C. n.16/09 e n.51/11».
In effetti, l'anno scorso il decreto n.1105/13 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva approvata la destinazione delle risorse del Fondo senza ricomprendere il Comune di Molfetta che il 4 ottobre 2012 aveva inviato all'ANCI la propria proposta di intervento di valorizzazione urbana (CVU, Contratto di Valorizzazione Urbana) da candidarsi al finanziamento del Piano nazionale delle Città.
Il commissario aveva, perciò, deciso di ricorrere al TAR Lazio per bloccare la procedura e far rivalutare il progetto di Molfetta, considerato che quel finanziamento rappresentava una importante occasione per la città, disseminata di numerose aree urbanistiche da riqualificare. Retrocedere ora dal contenzioso, che avrebbe potuto avere anche esito positivo per il Comune, potrebbe significare aver rinunciato a 3,266milioni di euro. Somme che, per un Comune finanziariamente asciutto come quello di Molfetta, sarebbero state di sicuro funzionali a una più completa e profonda riqualificazione urbana.
Il progetto presentato dal Comune di Molfetta con delibera giuntale n.167/2012 («Più sport, meno degrado. Interventi di Rigenerazione Urbana finalizzati al miglioramento della qualità della Vita, nella Periferia di Molfetta»), inserito nel Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana (DPRU), prevedeva tre tipi di interventi (quote-parte di finanziamento): la costruzione della pista di atletica leggera con il completamento dei blocchi di servizi (6milioni di euro) e la creazione di barriere antirumore nella zona 167 (532mila euro).
Rinunciare al contenzioso e, dunque, alla possibilità di finanziare questi due progetti potrebbe avere delle probabili ripercussioni sui tempi di esecuzione. Del resto, i fondi citati nella delibera della giunta Natalicchio hanno una loro ben precisa destinazione: il completamento della diga foranea.
Anzi, le due leggi (n.191/09 e n.220/10) non sono nemmeno citate nella delibera giuntale n.51/11. Per di più, la delibera n.16 del 2009, in cui le due leggi non compaiono, fa riferimento al progetto dei lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, prevenzione incendi, igienico sanitario, e abbattimento barriere architettoniche della Scuola Primaria Valente (Legge n.23/96). Insomma, qualche punto interrogativo di troppo.
Secondo quanto si legge nella delibera giuntale n.83/14, l'Amministrazione comunale ha deciso di non «coltivare» il contenzioso perché «lo stanziamento dell'importo per la realizzazione dell'intervento candidato al finanziamento è destinato ad essere integralmente assicurato dal Ministero dell'Interno attraverso i fondi di cui alla Legge n.191/09 per 3,1milioni di euro e di cui alla Legge n.220/10 per 2,9milioni di euro, rispettivamente giuste delibere di G.C. n.16/09 e n.51/11».
In effetti, l'anno scorso il decreto n.1105/13 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva approvata la destinazione delle risorse del Fondo senza ricomprendere il Comune di Molfetta che il 4 ottobre 2012 aveva inviato all'ANCI la propria proposta di intervento di valorizzazione urbana (CVU, Contratto di Valorizzazione Urbana) da candidarsi al finanziamento del Piano nazionale delle Città.
Il commissario aveva, perciò, deciso di ricorrere al TAR Lazio per bloccare la procedura e far rivalutare il progetto di Molfetta, considerato che quel finanziamento rappresentava una importante occasione per la città, disseminata di numerose aree urbanistiche da riqualificare. Retrocedere ora dal contenzioso, che avrebbe potuto avere anche esito positivo per il Comune, potrebbe significare aver rinunciato a 3,266milioni di euro. Somme che, per un Comune finanziariamente asciutto come quello di Molfetta, sarebbero state di sicuro funzionali a una più completa e profonda riqualificazione urbana.
Il progetto presentato dal Comune di Molfetta con delibera giuntale n.167/2012 («Più sport, meno degrado. Interventi di Rigenerazione Urbana finalizzati al miglioramento della qualità della Vita, nella Periferia di Molfetta»), inserito nel Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana (DPRU), prevedeva tre tipi di interventi (quote-parte di finanziamento): la costruzione della pista di atletica leggera con il completamento dei blocchi di servizi (6milioni di euro) e la creazione di barriere antirumore nella zona 167 (532mila euro).
Rinunciare al contenzioso e, dunque, alla possibilità di finanziare questi due progetti potrebbe avere delle probabili ripercussioni sui tempi di esecuzione. Del resto, i fondi citati nella delibera della giunta Natalicchio hanno una loro ben precisa destinazione: il completamento della diga foranea.
Anzi, le due leggi (n.191/09 e n.220/10) non sono nemmeno citate nella delibera giuntale n.51/11. Per di più, la delibera n.16 del 2009, in cui le due leggi non compaiono, fa riferimento al progetto dei lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, prevenzione incendi, igienico sanitario, e abbattimento barriere architettoniche della Scuola Primaria Valente (Legge n.23/96). Insomma, qualche punto interrogativo di troppo.