Politica
Minervini, candidato di "sintesi" nello scontro tra civiltà e barbarie
A Corso Umberto il candidato chiude la sua campagna elettorale ringraziando i 192 candidati
Molfetta - venerdì 9 giugno 2017
1.31
In teoria sarebbe dovuta essere la serata di chiusura ufficiale della campagna elettorale a Corso Umberto, l'ultimo incontro diretto con i cittadini prima del voto decisivo di domenica.
In pratica, invece, è stata una serata di ripartenza a detta del candidato sindaco Tommaso Minervini; una nuova stagione di confronto e partecipazione. Dall'altra parte la chiusura della "democrazia padronale", degli interessi personali.
Otto liste unite sotto un unico nome, otto liste che per quanto possano narrare un passato differente vedono in Minervini il loro naturale rappresentante. Un punto di riferimento per "esperienza, trasparenza, capacità", insomma "il candidato giusto al momento giusto", secondo le parole in un video di Gaetano Grillo, artista molfettese da anni stabilitosi a Milano ma che a distanza sostiene il candidato.
Non un candidato di partito, ma un "candidato di sintesi" – questa la definizione dello stesso Minervini – che afferma di aver ricucito pezzi vitali della città, la sintesi di tutti i 192 candidati al consiglio comunale e di tutta la città che lavora; quella parte positiva agli antipodi rispetto a quella che invece "divide e ingiuria".
E proprio ai candidati delle liste che lo sostengono non poteva che rivolgere subito il suo personalissimo ringraziamento: «Ringrazio i 192 candidati, ringrazio tutti voi che avete già dal 2015 fatto la scelta di non essere più sudditi o galoppini di nessuno ma di assumere la responsabilità di essere persone libere e per questo noi abbiamo messo insieme queste scelte di libertà».
Con lui sul palco anche i rappresentanti di tutte le liste: Maridda Poli (La Molfetta in più), Marco Di Bartolomeo (Si può fare Molfetta), Mina la Forgia (Molfetta per la Puglia), Sara Allegretta (Insieme per la città), Antonella de Gioia (Officine Molfetta), Daniela Calfapietro (Progetto Molfetta), Cinzia Gaudio (Molfetta Futura), e in rappresentanza del PD il vicepresidente nazionale, Domenico de Santis.
Uno scontro elettorale in cui Minervini rispecchia lo scontro tra "civiltà e barbarie"; e immaginare chi siano i "barbari" non è certamente difficile. «Non siamo una coalizione civica – afferma – ma questo non significa che non siamo di nessuno, anzi significa che abbiamo subordinato e subordiniamo le nostre appartenenze alle necessità della città. Questo è il riformismo che hanno insegnato i nostri padri, da Gaetano Salvemini in poi».
Naturalmente il pensiero non può non sfiorare lo spettro di un possibile ballottaggio per domenica 25 giugno; ma l'entusiasmo dei candidati e dei presenti si fa sentire e per un attimo sul viso di Tommaso Minervini si riesce anche a cogliere un velo di commozione.
In pratica, invece, è stata una serata di ripartenza a detta del candidato sindaco Tommaso Minervini; una nuova stagione di confronto e partecipazione. Dall'altra parte la chiusura della "democrazia padronale", degli interessi personali.
Otto liste unite sotto un unico nome, otto liste che per quanto possano narrare un passato differente vedono in Minervini il loro naturale rappresentante. Un punto di riferimento per "esperienza, trasparenza, capacità", insomma "il candidato giusto al momento giusto", secondo le parole in un video di Gaetano Grillo, artista molfettese da anni stabilitosi a Milano ma che a distanza sostiene il candidato.
Non un candidato di partito, ma un "candidato di sintesi" – questa la definizione dello stesso Minervini – che afferma di aver ricucito pezzi vitali della città, la sintesi di tutti i 192 candidati al consiglio comunale e di tutta la città che lavora; quella parte positiva agli antipodi rispetto a quella che invece "divide e ingiuria".
E proprio ai candidati delle liste che lo sostengono non poteva che rivolgere subito il suo personalissimo ringraziamento: «Ringrazio i 192 candidati, ringrazio tutti voi che avete già dal 2015 fatto la scelta di non essere più sudditi o galoppini di nessuno ma di assumere la responsabilità di essere persone libere e per questo noi abbiamo messo insieme queste scelte di libertà».
Con lui sul palco anche i rappresentanti di tutte le liste: Maridda Poli (La Molfetta in più), Marco Di Bartolomeo (Si può fare Molfetta), Mina la Forgia (Molfetta per la Puglia), Sara Allegretta (Insieme per la città), Antonella de Gioia (Officine Molfetta), Daniela Calfapietro (Progetto Molfetta), Cinzia Gaudio (Molfetta Futura), e in rappresentanza del PD il vicepresidente nazionale, Domenico de Santis.
Uno scontro elettorale in cui Minervini rispecchia lo scontro tra "civiltà e barbarie"; e immaginare chi siano i "barbari" non è certamente difficile. «Non siamo una coalizione civica – afferma – ma questo non significa che non siamo di nessuno, anzi significa che abbiamo subordinato e subordiniamo le nostre appartenenze alle necessità della città. Questo è il riformismo che hanno insegnato i nostri padri, da Gaetano Salvemini in poi».
Naturalmente il pensiero non può non sfiorare lo spettro di un possibile ballottaggio per domenica 25 giugno; ma l'entusiasmo dei candidati e dei presenti si fa sentire e per un attimo sul viso di Tommaso Minervini si riesce anche a cogliere un velo di commozione.