Cronaca
Minacce di morte per un debito di droga. In manette un pregiudicato di Molfetta
Il 41enne Massimiliano De Bari avrebbe minacciato un coetaneo per 50 grammi di marijuana. Ora è in carcere
Molfetta - martedì 19 marzo 2019
11.57
I Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato un pregiudicato del posto, il 41enne Massimiliano De Bari, responsabile dei reati di minacce e tentata estorsione, in danno di un uomo, anch'egli 41enne e di Molfetta, per un presunto debito di droga.
I militari hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Trani, Raffaele Morelli, su richiesta del sostituto procuratore Marcello Catalano: l'uomo è stato secondo gli investigatori, autore di reiterate minacce e tentata estorsione, in danno di un 41enne, reo secondo l'autore delle minacce di non aver soddisfatto un debito di droga.
L'indagine del personale diretto dal capitano Vito Ingrosso ha preso il via da una denuncia sporta da un assuntore di sostanze stupefacenti, un giovane censurato di Molfetta, il quale, per una fornitura di 50 grammi di droga, del tipo marijuana, avrebbe contratto e non onorato un debito di appena 200 euro, con il destinatario dell'odierno provvedimento, conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di "Mamò".
La cessione della droga, avvenuta verso la fine di gennaio di quest'anno, avrebbe ingenerato nel creditore la necessità di recuperare dall'acquirente il credito, con ogni mezzo a sua disposizione, minacciando quest'ultimo persino di morte e utilizzando ogni mezzo violento a sua disposizione.
Approfittando di una sorta di condizione di assoggettamento della vittima, dal febbraio di quest'anno, in più occasioni, Massimiliano De Bari avrebbe minacciato di morte il 41enne, la sua famiglia e la compagna, recandosi più volte a casa dei predetti. In un'occasione, la vittima, imbattutasi casualmente nel suo aguzzino, nei pressi di una pizzeria, era stato inseguito con l'autovettura per le vie cittadine e solo fortuitamente era riuscito a porsi in salvo.
La situazione, divenuta insostenibile, ha portato la vittima a rivolgersi agli investigatori della Sezione Operativa del Nucleo Operativo di Molfetta i quali, appresa la notizia ed informata la Procura della Repubblica di Trani, hanno pianificato e condotto, con il coordinamento di quell'ufficio giudiziario, un'articolata attività tecnico-investigativa, riuscendo a dimostrare la veridicità delle dichiarazioni rese dalla vittima.
Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a documentare altri gravi episodi che si sono verificati a Molfetta, per accertare eventuali connessioni con le condotte dell'uomo che, dopo l'arresto, è stato associato nel carcere di Trani, con le accuse di tentata estorsione aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Trani, Raffaele Morelli, su richiesta del sostituto procuratore Marcello Catalano: l'uomo è stato secondo gli investigatori, autore di reiterate minacce e tentata estorsione, in danno di un 41enne, reo secondo l'autore delle minacce di non aver soddisfatto un debito di droga.
L'indagine del personale diretto dal capitano Vito Ingrosso ha preso il via da una denuncia sporta da un assuntore di sostanze stupefacenti, un giovane censurato di Molfetta, il quale, per una fornitura di 50 grammi di droga, del tipo marijuana, avrebbe contratto e non onorato un debito di appena 200 euro, con il destinatario dell'odierno provvedimento, conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di "Mamò".
La cessione della droga, avvenuta verso la fine di gennaio di quest'anno, avrebbe ingenerato nel creditore la necessità di recuperare dall'acquirente il credito, con ogni mezzo a sua disposizione, minacciando quest'ultimo persino di morte e utilizzando ogni mezzo violento a sua disposizione.
Approfittando di una sorta di condizione di assoggettamento della vittima, dal febbraio di quest'anno, in più occasioni, Massimiliano De Bari avrebbe minacciato di morte il 41enne, la sua famiglia e la compagna, recandosi più volte a casa dei predetti. In un'occasione, la vittima, imbattutasi casualmente nel suo aguzzino, nei pressi di una pizzeria, era stato inseguito con l'autovettura per le vie cittadine e solo fortuitamente era riuscito a porsi in salvo.
La situazione, divenuta insostenibile, ha portato la vittima a rivolgersi agli investigatori della Sezione Operativa del Nucleo Operativo di Molfetta i quali, appresa la notizia ed informata la Procura della Repubblica di Trani, hanno pianificato e condotto, con il coordinamento di quell'ufficio giudiziario, un'articolata attività tecnico-investigativa, riuscendo a dimostrare la veridicità delle dichiarazioni rese dalla vittima.
Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a documentare altri gravi episodi che si sono verificati a Molfetta, per accertare eventuali connessioni con le condotte dell'uomo che, dopo l'arresto, è stato associato nel carcere di Trani, con le accuse di tentata estorsione aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti.