Cronaca
Medici assenteisti all'ospedale di Molfetta, archiviato il danno erariale
Archiviate le contestazioni nei confronti di sanitari accusati di assenteismo
Molfetta - lunedì 1 giugno 2020
16.00
La Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale per la Puglia della Corte dei Conti ha disposto l'archiviazione delle contestazioni, formulate nei confronti di alcuni dirigenti medici operanti nei presidi ospedalieri di Molfetta e Monopoli, relative a presunti danni erariali arrecati per le assenze dal servizio.
Si tratta degli stessi medici sottoposti l'estate scorsa a misure cautelari personali a seguito delle indagini avviate dalle Procure della Repubblica di Bari e Trani, poi sottoposti a procedimento disciplinare e in gran parte licenziati dall'Azienda Sanitaria Locale di Bari nonostante la disciplina contrattuale non prevedesse un orario di servizio.
I sanitari, comunque, avevano spontaneamente provveduto alla restituzione dei maggiori importi percepiti a titolo di retribuzione, in taluni casi per poche ore, maggiorati del danno non patrimoniale.
Nonostante l'impugnazione dei licenziamenti dinanzi al competente giudice del lavoro, la Procura Regionale della Corte dei Conti aveva contestato l'ulteriore danno all'immagine commisurato, per tutti, a 6 mensilità dell'ultimo stipendio in applicazione della cosiddetta riforma Madia, introdotta nel 2016, prima ancora dell'accertamento della responsabilità in sede penale e indipendentemente dal numero e dalle ragioni delle assenze.
Alcuni dei dirigenti medici coinvolti nel procedimento, assistiti dagli avvocati Michele Laforgia e Saverio Nitti (Polis Avvocati), avevano eccepito l'infondatezza delle contestazioni, in assenza di un accertamento in ordine alla responsabilità penale e per l'incostituzionalità della norma.
«Rilevato - si legge nel decreto di archiviazione - che avevano già provveduto a risarcire il danno patrimoniale patito dall'amministrazione danneggiata», la Corte dei Conti ha ritenuto che «non sussistano elementi tali da consentire il proficuo esperimento dell'azione di responsabilità amministrativa, per difetto di danno erariale».
Nonostante il risarcimento per i presunti casi di assenteismo dal luogo di lavoro, in alcuni casi di poche ore, la magistratura contabile aveva contestato l'ulteriore danno all'immagine calcolato in 6 mensilità dell'ultimo stipendio, in applicazione della riforma Madia, introdotta nel 2016, prima ancora dell'accertamento della responsabilità in sede penale e indipendentemente dal numero e dalle ragioni delle assenze.
La Corte Costituzionale, poi, con la sentenza n. 61 del 10 aprile 2020, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di parte della norma e, sulla base di questa pronuncia della Consulta, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha archiviato le contestazioni.
Si tratta degli stessi medici sottoposti l'estate scorsa a misure cautelari personali a seguito delle indagini avviate dalle Procure della Repubblica di Bari e Trani, poi sottoposti a procedimento disciplinare e in gran parte licenziati dall'Azienda Sanitaria Locale di Bari nonostante la disciplina contrattuale non prevedesse un orario di servizio.
I sanitari, comunque, avevano spontaneamente provveduto alla restituzione dei maggiori importi percepiti a titolo di retribuzione, in taluni casi per poche ore, maggiorati del danno non patrimoniale.
Nonostante l'impugnazione dei licenziamenti dinanzi al competente giudice del lavoro, la Procura Regionale della Corte dei Conti aveva contestato l'ulteriore danno all'immagine commisurato, per tutti, a 6 mensilità dell'ultimo stipendio in applicazione della cosiddetta riforma Madia, introdotta nel 2016, prima ancora dell'accertamento della responsabilità in sede penale e indipendentemente dal numero e dalle ragioni delle assenze.
Alcuni dei dirigenti medici coinvolti nel procedimento, assistiti dagli avvocati Michele Laforgia e Saverio Nitti (Polis Avvocati), avevano eccepito l'infondatezza delle contestazioni, in assenza di un accertamento in ordine alla responsabilità penale e per l'incostituzionalità della norma.
«Rilevato - si legge nel decreto di archiviazione - che avevano già provveduto a risarcire il danno patrimoniale patito dall'amministrazione danneggiata», la Corte dei Conti ha ritenuto che «non sussistano elementi tali da consentire il proficuo esperimento dell'azione di responsabilità amministrativa, per difetto di danno erariale».
Nonostante il risarcimento per i presunti casi di assenteismo dal luogo di lavoro, in alcuni casi di poche ore, la magistratura contabile aveva contestato l'ulteriore danno all'immagine calcolato in 6 mensilità dell'ultimo stipendio, in applicazione della riforma Madia, introdotta nel 2016, prima ancora dell'accertamento della responsabilità in sede penale e indipendentemente dal numero e dalle ragioni delle assenze.
La Corte Costituzionale, poi, con la sentenza n. 61 del 10 aprile 2020, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di parte della norma e, sulla base di questa pronuncia della Consulta, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha archiviato le contestazioni.