Marineria in sciopero: pescatori ed armatori in piazza a Roma
«Esigiamo di essere ascoltati. Non possiamo più lavorare con queste restrizioni»
Molfetta - martedì 28 febbraio 2017
13.38
Non hanno alcuna intenzione di mollare e sono pronti a un'azione oltranza pur di far recedere il parlamento da una legge, la n° 154 del 2016, che a loro avviso penalizza notevolmente tutto il comparto.
Diverse centinaia di pescatori italiani si sono dati appuntamento a Roma per chiedere rispetto nei confronti dei loro sacrifici anziché «dei diktat insulsi di Bruxelles». Un'agitazione inevitabile, se si considera che il testo della norma "Disposizioni in materia di semplificazione e di sicurezza agroalimentare", pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 luglio, dispone limiti e restrizioni le cui conseguenze metterebbero a repentaglio, a medio-lungo termine, la sopravvivenza stessa di moltissime aziende del settore.
Se le infrazioni connesse alla cattura e commercializzazione di prodotti ittici sottomisura (inferiore a quanto stabilito dalle tabelle) sono state depenalizzate, al contrario le relative sanzioni hanno subìto un sensibile inasprimento, proporzionale al quantitativo pescato. Per esempio, in caso di pesca sottomisura di tonno rosso o pesce spada l'importo delle multe potrebbe toccare anche i 150 mila euro, la sospensione dell'esercizio commerciale da cinque a dieci giorni e la sospensione della licenza di pesca fino a tre mesi. Cifre insostenibili per qualsiasi armatore, destinate a mettere ulteriormente la pesca in ginocchio.
«Non vogliamo essere fraintesi: noi rispettiamo il mare e i pesci. Sappiamo benissimo quanto sia importante il ciclo della vita e quanto controproducente per noi che lavoriamo onestamente la pesca sottomisura e sottotaglia. Il problema è che da anni l'Europa obbliga tutti noi a sottostare a delle leggi che non tengono conto del nostro lavoro quotidiano e di come veramente si lavora su un peschereccio. E' tutta teoria mentre occorre venire a vedere, cercare di capire che ci sono differenze tra i modi di pescare che non possono non tenersi in considerazione. Per questo esigiamo di essere ascoltati perchè non è più possibile lavorare con queste restrizioni», afferma un armatore della marineria locale.
Diverse centinaia di pescatori italiani si sono dati appuntamento a Roma per chiedere rispetto nei confronti dei loro sacrifici anziché «dei diktat insulsi di Bruxelles». Un'agitazione inevitabile, se si considera che il testo della norma "Disposizioni in materia di semplificazione e di sicurezza agroalimentare", pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale lo scorso 26 luglio, dispone limiti e restrizioni le cui conseguenze metterebbero a repentaglio, a medio-lungo termine, la sopravvivenza stessa di moltissime aziende del settore.
Se le infrazioni connesse alla cattura e commercializzazione di prodotti ittici sottomisura (inferiore a quanto stabilito dalle tabelle) sono state depenalizzate, al contrario le relative sanzioni hanno subìto un sensibile inasprimento, proporzionale al quantitativo pescato. Per esempio, in caso di pesca sottomisura di tonno rosso o pesce spada l'importo delle multe potrebbe toccare anche i 150 mila euro, la sospensione dell'esercizio commerciale da cinque a dieci giorni e la sospensione della licenza di pesca fino a tre mesi. Cifre insostenibili per qualsiasi armatore, destinate a mettere ulteriormente la pesca in ginocchio.
«Non vogliamo essere fraintesi: noi rispettiamo il mare e i pesci. Sappiamo benissimo quanto sia importante il ciclo della vita e quanto controproducente per noi che lavoriamo onestamente la pesca sottomisura e sottotaglia. Il problema è che da anni l'Europa obbliga tutti noi a sottostare a delle leggi che non tengono conto del nostro lavoro quotidiano e di come veramente si lavora su un peschereccio. E' tutta teoria mentre occorre venire a vedere, cercare di capire che ci sono differenze tra i modi di pescare che non possono non tenersi in considerazione. Per questo esigiamo di essere ascoltati perchè non è più possibile lavorare con queste restrizioni», afferma un armatore della marineria locale.