Vita di città
Maria Domenica e Francesco, storici donatori di sangue di Molfetta
134 e 191 donazioni con cui hanno contagiato di altruismo anche il resto della famiglia
Molfetta - mercoledì 14 giugno 2023
L'atto della donazione di sangue non è un semplice gesto, ma una consapevolezza del bene che si può fare al prossimo in pochi minuti. In occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue, che cade il 14 giugno, abbiamo incontrato e intervistato due donatori storici di Molfetta: Maria Domenica Petruzzella e Francesco Parisi, marito e moglie con 134 e 191 donazioni a testa.
Una storia, quella che la coppia porta avanti con l'associazione Avis, sezione di Molfetta, lunga 20 anni. Maria Domenica e Francesco hanno scelto di condividere la loro esperienza con la redazione. «Anni fa, mio marito ha iniziato a donare, io ho seguito il suo esempio un anno dopo di lui - racconta Maria Domenica - l'unico aspetto di cui mi sono pentita è di non aver iniziato ancora prima».
Sulle prime, a fermare Maria Domenica era la paura dell'ago, comune a tanti donatori e aspiranti tali. «Adesso sto benissimo sia prima, sia durante sia dopo la donazione - continua - soprattutto dopo, perché sono certa di aver fatto qualcosa per chi ne ha bisogno».
E non è tutto. «Quando ci chiedono perché abbiamo iniziato a donare, io rispondo sempre che è stata un'esigenza spontanea - prosegue - nessuno ci ha mai chiesto nulla, è stata una nostra scelta».
Ed è cosí che Maria Domenica e Francesco hanno dato vita a una bella tradizione di famiglia.«Abbiamo spinto figli e nipoti a donare sangue e plasma e siamo fieri di aver contagiato i nostri familiari con l'altruismo».
Queste le loro parole, pronunciate nella speranza di portare la propria generosità anche nella vita di altre persone.
Una storia, quella che la coppia porta avanti con l'associazione Avis, sezione di Molfetta, lunga 20 anni. Maria Domenica e Francesco hanno scelto di condividere la loro esperienza con la redazione. «Anni fa, mio marito ha iniziato a donare, io ho seguito il suo esempio un anno dopo di lui - racconta Maria Domenica - l'unico aspetto di cui mi sono pentita è di non aver iniziato ancora prima».
Sulle prime, a fermare Maria Domenica era la paura dell'ago, comune a tanti donatori e aspiranti tali. «Adesso sto benissimo sia prima, sia durante sia dopo la donazione - continua - soprattutto dopo, perché sono certa di aver fatto qualcosa per chi ne ha bisogno».
E non è tutto. «Quando ci chiedono perché abbiamo iniziato a donare, io rispondo sempre che è stata un'esigenza spontanea - prosegue - nessuno ci ha mai chiesto nulla, è stata una nostra scelta».
Ed è cosí che Maria Domenica e Francesco hanno dato vita a una bella tradizione di famiglia.«Abbiamo spinto figli e nipoti a donare sangue e plasma e siamo fieri di aver contagiato i nostri familiari con l'altruismo».
Queste le loro parole, pronunciate nella speranza di portare la propria generosità anche nella vita di altre persone.