Cronaca
Madonna della Rosa, il comitato si ribella contro i passi carrabili
Il Comune nomina un legale per un parere pro-veritate
Molfetta - martedì 22 aprile 2014
14.08
In buona sostanza il Comune chiede che venga pagata la tassa di occupazione del suolo pubblico, laddove il marciapiedi si interrompe per consentire l'accesso ad un cancello per ingresso auto, i residenti non ne vogliono sapere. La stessa problematica era stata sollevata nell'ottobre 2012 dai residenti di Viale Unità d'Italia (la via non possedeva i caratteri di "strada pubblica", mancando delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, peraltro erano i privati stessi a compiere tutti gli atti manutentivi).
Secondo la determina del settore Affari Generali, «l'esistenza di autorimessa idonea allo stazionamento di uno o più veicoli innanzi alla quale sussiste apposito intervallo nel marciapiedi o modifica del piano stradale inteso a facilitare l'accesso dei veicoli alla proprietà privata individua, in modo evidente, la porzione di area pubblica sottratta all'utilizzo da parte della collettività e di conseguenza impone al proprietario e/o utilizzatore il versamento del canone per I'occupazione di suolo pubblico a mezzo passo carrabile».
In pratica, per apporre un passo carrabile è necessaria non solo la presenza di una autorimessa, ma anche la sua utilizzabilità (idoneità allo stanziamento). Perciò, nel caso specifico sarebbe regolare la collocazione del divieto di sosta sull'area antistante gli immobili con il relativo versamento del canone. Tuttavia, di fronte alla contestazione del comitato di quartiere, il Dirigente del Settori Affari Generali ha ratificato la nomina di un avvocato esterno (perché, sembrerebbe, il Comune di Molfetta non sia dotato di una avvocatura comunale) «che, con apposito parere pro-veritate, possa coadiuvare gli uffici a dirimere in maniera legittima e coerente le questioni interpretative sollevate dai cittadini» (compenso di poco meno di 3mila euro).
Proprio la Corte di Cassazione nel 2007 ha sottolineato che non sono soggetti a tassa i «passi a raso» (senza taglio di marciapiede, listoni delimitativi o altre opere) perché «non determinano un'occupazione visibile del suolo pubblico», «manca qualsiasi opera o manufatto realizzato su suolo pubblico» e «non presenta interruzioni sul marciapiede o modifiche del piano stradale che permettano, al proprietario dell'accesso, una posizione ed un uso diverso del marciapiede da quello di cui può fruire tutta la collettività». Per di più, il Tribunale di Genova nel 2011 ha confermato che uno dei requisiti essenziali per l'applicabilità del passo carrabile è la presenza di una strada pubblica, quando si accerta una effettiva sottrazione della superficie a uso pubblico.
A quanto pare, però, alla questione dei passi carrabili si aggiungerebbero altre importanti problematiche del quartiere, come emerso nella riunione del Comitato alla fine di marzo. In questo incontro i residenti hanno fortemente contestato l'inerzia dell'Amministrazione comunale nell'affrontare le questioni sollevate dal comitato ormai da molti mesi, nonostante l'instaurazione di due tavoli di concertazione: si tratta di sicurezza, scarsa illuminazione, pulizia delle strade, viabilità e sistemazione dei marciapiedi.
Insomma, la vicenda è davvero intricata e richiederebbe maggiore trasparenza da parte degli uffici comunali che hanno anche il dovere di tutelare gli interessi del cittadino, che ad oggi non conosce né l'istituto dell'accertamento con adesione, né i suoi diritti in materia tributaria.