Cronaca
Macellazione clandestina: un business che lucra sulla salute
Scoperte raccapriccianti e misteriose. Salvemini: «È un fenomeno che ci preoccupa»
Molfetta - lunedì 30 gennaio 2017
Un'altra scoperta raccapricciante e, al tempo stesso, misteriosa. È quella compiuta a Molfetta, ancora nella zona di via Ruvo. Qui, in un terreno, le guardie ambientali della G.E.P.A. hanno rinvenuto frattaglie animali e parti di una carcassa di un equino, probabilmente macellato clandestinamente.
«Al di là delle singole segnalazioni fatte da chicchessia, - è il commento di Pasquale Salvemini, responsabile del WWF Puglia e delegato regionale della Lega per l'Abolizione della Caccia - ci preoccupa il fatto che non solo nell'agro molfettese, ma in tutto il territorio a nord di Bari sono riscontrabili resti di animali, equini e suini i più diffusi, provenienti dalla macellazione gestita in modo abusiva».
Ad ottobre, infatti, sempre sulla strada provinciale n. 56 (quella che collega Molfetta a Ruvo di Puglia, ma in territorio di Terlizzi), furono trovate carcasse, ossa e brandelli di carne, mentre a dicembre, in contrada Nepta, in prossimità del cantiere per la realizzazione della bretella per l'accesso alla strada statale 16 bis, fu rinvenuto anche un asino scuoiato.
Tre episodi scoperti a distanza di pochi mesi che confermano quanto tra i territori di Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi sia sempre più diffusa la modalità di uccidere e macellare animali senza il rispetto delle leggi vigenti in materia. «Il WWF e la Lega per l'Abolizione della Caccia - continua Salvemini - hanno avviato una serie di accertamenti in provincia di Bari che porteranno a breve ad una puntuale azione repressiva nei confronti di diversi allevamenti abusivi».
Per Salvemini, «occorre ottimizzare le informazioni in nostro possesso per cercare di arginare un fenomeno del tutto illegale e pericoloso dal punto di vista sanitario. E questo - assicura - lo stiamo facendo in collaborazione con le forze dell'ordine».
«Al di là delle singole segnalazioni fatte da chicchessia, - è il commento di Pasquale Salvemini, responsabile del WWF Puglia e delegato regionale della Lega per l'Abolizione della Caccia - ci preoccupa il fatto che non solo nell'agro molfettese, ma in tutto il territorio a nord di Bari sono riscontrabili resti di animali, equini e suini i più diffusi, provenienti dalla macellazione gestita in modo abusiva».
Ad ottobre, infatti, sempre sulla strada provinciale n. 56 (quella che collega Molfetta a Ruvo di Puglia, ma in territorio di Terlizzi), furono trovate carcasse, ossa e brandelli di carne, mentre a dicembre, in contrada Nepta, in prossimità del cantiere per la realizzazione della bretella per l'accesso alla strada statale 16 bis, fu rinvenuto anche un asino scuoiato.
Tre episodi scoperti a distanza di pochi mesi che confermano quanto tra i territori di Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi sia sempre più diffusa la modalità di uccidere e macellare animali senza il rispetto delle leggi vigenti in materia. «Il WWF e la Lega per l'Abolizione della Caccia - continua Salvemini - hanno avviato una serie di accertamenti in provincia di Bari che porteranno a breve ad una puntuale azione repressiva nei confronti di diversi allevamenti abusivi».
Per Salvemini, «occorre ottimizzare le informazioni in nostro possesso per cercare di arginare un fenomeno del tutto illegale e pericoloso dal punto di vista sanitario. E questo - assicura - lo stiamo facendo in collaborazione con le forze dell'ordine».