Cronaca
«Ma cosa guardi?». 18enne preso a pugni in faccia. La madre: «Sono sconvolta»
L’aggressione nei pressi di piazza Giovene, il giovane ha riportato la frattura della mandibola. È al Policlinico, sarà operato stamane
Molfetta - lunedì 24 ottobre 2022
10.06
Picchiato per aver difeso i suoi amici. Non una novità, a Molfetta, dove le aggressioni non si placano. Quello che fa più male, stavolta, è l'indifferenza della gente. Sabato di terrore per un 18enne portato al Policlinico di Bari con una frattura alla mandibola e che stamane sarà operato: «Sono sconvolta», ha detto la madre.
Tutto è iniziato sabato sera nelle vicinanze di piazza Giovene, quando un gruppo di giovani che stavano trascorrendo la serata insieme sarebbe stato avvicinato da altri ragazzi, riuniti in un gruppo di quattro componenti. «Ma cosa guardi?», sarebbe stata la frase che avrebbe fatto da detonatore. A scatenare l'aggressione, forse, uno sguardo, giudicato di troppo. Oppure un vago pretesto per attaccare briga. Il brutale pestaggio è esploso in un attimo. A farne le spese un 17enne.
Gli amici del giovane hanno tentato di intervenire in sua difesa e si sono trovati di fronte ad una scena surreale. Il 18enne si sarebbe avvicinato per difenderlo, ma l'aggressore, «indispettito» dalla sua intromissione, secondo la madre, avrebbe «cominciato a sferrare pugni in piena faccia all'impazzata, facendogli cadere gli occhiali» e continuando ad accanirsi senza pietà contro di lui anche quando era caduto a terra, «infierendo con grande violenza con altri pugni in pieno volto».
Una prevaricazione fra giovani. Una sfida. Un'attestazione di potere. Una follia. Il 18enne, raggiunto dai suoi genitori e condotto al pronto soccorso del don Tonino Bello di Molfetta con un occhio pesto, il volto tumefatto e la mandibola fratturata, ha dovuto fare i conti con l'indifferenza di tanti passanti, che hanno ignorato le sue richieste di aiuto, mentre l'aggressore e i suoi complici si sono allontanati a piedi, forse ripresi da qualche telecamera di videosorveglianza nelle vicinanze.
Adesso sono ricercati dai Carabinieri, giunti sul posto con una gazzella dell'Aliquota Radiomobile, che si sono subito messi sulle tracce dei quattro ragazzi e che stanno svolgendo le indagini di rito sulla dinamica dell'accaduto. «Sembrerebbe siano minorenni, eppure molto violenti - ha detto la madre -. I loro comportamenti stanno diventando un'abitudine». Comportamenti prepotenti, il rifiuto delle regole e il disimpegno morale sono i tratti alla base di chi fa parte di una baby gang.
«Nessuno si espone - è lo sfogo della madre -, forse per paura di ritorsioni, ma se tutti ragionassimo così diventeremmo tutti loro bersagli vulnerabili». Il 18enne ieri è stato condotto al Policlinico di Bari per una consulenza maxillo-facciale specialistica. È in un letto d'ospedale e oggi sarà operato. Ne avrà per 15 giorni. Di certo, viste le premesse e i protagonisti, poteva finire peggio. «Il mio sdegno - ha sottolineato la donna - non è dovuto al fatto che hanno malmenato mio figlio».
«È toccato a lui, ma poteva succedere a chiunque si fosse trovato lì per caso. Il mio è un grido d'allarme per un fenomeno sociale, quello delle baby gang e della violenza giovanile, che preoccupa tutti quanti. Se di sabato, fra il via vai della sera - ragiona la donna - hanno aggredito un 18enne vuol dire che viviamo davvero in una sorta di far west. E se pensassimo questo, chi vive in periferia, dovrebbe essere terrorizzato solo dall'idea di ritirarsi a casa, magari a tarda ora, da solo».
Le indagini su quest'ultimo caso, intanto, proseguiranno per chiarire cosa sia successo e soprattutto sarebbe interessante capire se vi fosse la stessa baby gang che ha nelle mani solo rabbia e prepotenza anche in altri casi avvenuti in città. Le vittime, d'altronde, sono quasi sempre le stesse: coetanei e persone fragili.
Tutto è iniziato sabato sera nelle vicinanze di piazza Giovene, quando un gruppo di giovani che stavano trascorrendo la serata insieme sarebbe stato avvicinato da altri ragazzi, riuniti in un gruppo di quattro componenti. «Ma cosa guardi?», sarebbe stata la frase che avrebbe fatto da detonatore. A scatenare l'aggressione, forse, uno sguardo, giudicato di troppo. Oppure un vago pretesto per attaccare briga. Il brutale pestaggio è esploso in un attimo. A farne le spese un 17enne.
Gli amici del giovane hanno tentato di intervenire in sua difesa e si sono trovati di fronte ad una scena surreale. Il 18enne si sarebbe avvicinato per difenderlo, ma l'aggressore, «indispettito» dalla sua intromissione, secondo la madre, avrebbe «cominciato a sferrare pugni in piena faccia all'impazzata, facendogli cadere gli occhiali» e continuando ad accanirsi senza pietà contro di lui anche quando era caduto a terra, «infierendo con grande violenza con altri pugni in pieno volto».
Una prevaricazione fra giovani. Una sfida. Un'attestazione di potere. Una follia. Il 18enne, raggiunto dai suoi genitori e condotto al pronto soccorso del don Tonino Bello di Molfetta con un occhio pesto, il volto tumefatto e la mandibola fratturata, ha dovuto fare i conti con l'indifferenza di tanti passanti, che hanno ignorato le sue richieste di aiuto, mentre l'aggressore e i suoi complici si sono allontanati a piedi, forse ripresi da qualche telecamera di videosorveglianza nelle vicinanze.
Adesso sono ricercati dai Carabinieri, giunti sul posto con una gazzella dell'Aliquota Radiomobile, che si sono subito messi sulle tracce dei quattro ragazzi e che stanno svolgendo le indagini di rito sulla dinamica dell'accaduto. «Sembrerebbe siano minorenni, eppure molto violenti - ha detto la madre -. I loro comportamenti stanno diventando un'abitudine». Comportamenti prepotenti, il rifiuto delle regole e il disimpegno morale sono i tratti alla base di chi fa parte di una baby gang.
«Nessuno si espone - è lo sfogo della madre -, forse per paura di ritorsioni, ma se tutti ragionassimo così diventeremmo tutti loro bersagli vulnerabili». Il 18enne ieri è stato condotto al Policlinico di Bari per una consulenza maxillo-facciale specialistica. È in un letto d'ospedale e oggi sarà operato. Ne avrà per 15 giorni. Di certo, viste le premesse e i protagonisti, poteva finire peggio. «Il mio sdegno - ha sottolineato la donna - non è dovuto al fatto che hanno malmenato mio figlio».
«È toccato a lui, ma poteva succedere a chiunque si fosse trovato lì per caso. Il mio è un grido d'allarme per un fenomeno sociale, quello delle baby gang e della violenza giovanile, che preoccupa tutti quanti. Se di sabato, fra il via vai della sera - ragiona la donna - hanno aggredito un 18enne vuol dire che viviamo davvero in una sorta di far west. E se pensassimo questo, chi vive in periferia, dovrebbe essere terrorizzato solo dall'idea di ritirarsi a casa, magari a tarda ora, da solo».
Le indagini su quest'ultimo caso, intanto, proseguiranno per chiarire cosa sia successo e soprattutto sarebbe interessante capire se vi fosse la stessa baby gang che ha nelle mani solo rabbia e prepotenza anche in altri casi avvenuti in città. Le vittime, d'altronde, sono quasi sempre le stesse: coetanei e persone fragili.