Luisa e Pamela: le due volontarie del Ser raccontano l'esperienza ad Amatrice
«Questa esperienza ci ha insegnato tanto»
Molfetta - domenica 18 settembre 2016
14.43
Sono tornate, in queste ore, le due volontarie del SerMolfetta impegnate nel campo base ANPAS di Amatrice.
Fisicamente provate, ma con gli occhi pieni di gioia, Pamela e Luisa tornano alla normalità dopo aver lavorato per una settimana all'interno della cucina del campo base ANPAS di Amatrice: più di 800 pasti al giorno da preparare per circa 200 persone.
«Il terremoto è un senso di inadeguatezza collettivo. Il terremoto, principalmente, ci aiuta a capire quali sono le cose davvero importanti: ci induce ad interrogarci su quante volte ci perdiamo in pettegolezzi, in parole inutili, in gesti effimeri, in oggetti futili; ci spiega, con brutale freddezza che bastano pochi secondi per radere al suolo le nostre poche, sole, vere certezze.
Il 10 settembre sono partita con l'unico obiettivo di dare sostegno a tutti coloro che hanno perso quelle piccole certezze che la vita riserva: la casa, la propria famiglia, l'amore della propria vita. In questa settimana ho visto i volti afflitti delle persone rimaste sole, gli occhi sbarrati degli anziani, gli abbracci stretti tra sconosciuti. Ho visto gente senza più famiglia sentirsi amata da un volontario, anziani sorridere con i giovani, bambini girovagare e giocare tranquilli e sorridenti tra le tende, come se nulla fosse accaduto», racconta Luisa
«Questa esperienza mi ha insegnato tanto: mi ha fatto capire che non servono tutte le nostre preoccupazioni, non serve nutrire rabbia o rancore per le sciocchezze, non serve possedere la casa o l'auto più grande; questa esperienza mi ha fatto capire che non occorre avere nulla se non un cuore grande. Serve solo avere un cuore grande, grande come quello di tutti i volontari che in questi giorni garantiscono la quotidianità della vita: garantiscono una scuola, un pasto caldo, un parrucchiere, un campo da bocce, un'area ludica per bambini, una lavanderia. Garantiscono, in silenzio e con professionalità, tutto quello che per noi è banale, è dovuto. Garantiscono tutto quello che per i cittadini di Amatrice non c'è più. Per questo posso dirmi soddisfatta di tutto il mio operato, posso dirmi orgogliosa, ma soprattutto fiera di essere una volontaria!», conclude.
Fisicamente provate, ma con gli occhi pieni di gioia, Pamela e Luisa tornano alla normalità dopo aver lavorato per una settimana all'interno della cucina del campo base ANPAS di Amatrice: più di 800 pasti al giorno da preparare per circa 200 persone.
«Il terremoto è un senso di inadeguatezza collettivo. Il terremoto, principalmente, ci aiuta a capire quali sono le cose davvero importanti: ci induce ad interrogarci su quante volte ci perdiamo in pettegolezzi, in parole inutili, in gesti effimeri, in oggetti futili; ci spiega, con brutale freddezza che bastano pochi secondi per radere al suolo le nostre poche, sole, vere certezze.
Il 10 settembre sono partita con l'unico obiettivo di dare sostegno a tutti coloro che hanno perso quelle piccole certezze che la vita riserva: la casa, la propria famiglia, l'amore della propria vita. In questa settimana ho visto i volti afflitti delle persone rimaste sole, gli occhi sbarrati degli anziani, gli abbracci stretti tra sconosciuti. Ho visto gente senza più famiglia sentirsi amata da un volontario, anziani sorridere con i giovani, bambini girovagare e giocare tranquilli e sorridenti tra le tende, come se nulla fosse accaduto», racconta Luisa
«Questa esperienza mi ha insegnato tanto: mi ha fatto capire che non servono tutte le nostre preoccupazioni, non serve nutrire rabbia o rancore per le sciocchezze, non serve possedere la casa o l'auto più grande; questa esperienza mi ha fatto capire che non occorre avere nulla se non un cuore grande. Serve solo avere un cuore grande, grande come quello di tutti i volontari che in questi giorni garantiscono la quotidianità della vita: garantiscono una scuola, un pasto caldo, un parrucchiere, un campo da bocce, un'area ludica per bambini, una lavanderia. Garantiscono, in silenzio e con professionalità, tutto quello che per noi è banale, è dovuto. Garantiscono tutto quello che per i cittadini di Amatrice non c'è più. Per questo posso dirmi soddisfatta di tutto il mio operato, posso dirmi orgogliosa, ma soprattutto fiera di essere una volontaria!», conclude.