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Lotta alle mafie, i giovani di Molfetta incontrano Pietro Grasso
«Non basta la repressione, serve che i cittadini sappiano dire no alla mafia»
Alla presenza dell'Assessore alla Cultura del Comune di Molfetta Maridda Poli e del sindaco Tommaso Minervini, è stato presentato il libro di Pietro Grasso "Paolo Borsellino parla ai ragazzi" (edito da Feltrinelli). La storia parte dalla mattina del 19 luglio 1992, ultimo giorno di vita di Paolo Borsellino.
Una lettera lasciata a metà e una testimonianza civile per le nuove generazioni. Dialogando con il giornalista Pasquale Caputi, il senatore Grasso ha raccontato un lato privato e poco conosciuto di Paolo Borsellino. «Era uno spirito scherzoso, gioviale. Una persona che destava subito empatia e a cui piaceva il rapporto con la gente: spesso scappava dalla scorta, per non coinvolgerli in caso di aggressione»."Quella domenica di luglio, Paolo Borsellino si alzò alle cinque del mattino. Approfittò di quel momento di calma per scrivere una lettera di risposta a un liceo di Padova. Per capire chi era Paolo, quale fosse il dolore che provava in quei giorni, la determinazione che lo spingeva a lavorare senza sosta e perché avesse deciso di dedicare alcune ore del suo tempo, così prezioso quell'estate, ai ragazzi di una scuola lontana, dobbiamo fare alcuni passi indietro, e raccontare questa storia dall'inizio. È la storia di un uomo, di un gruppo di amici e colleghi, di una stagione fatta di grandi successi e brucianti sconfitte. È anche una parte della mia storia personale, perché io ho conosciuto e ho lavorato con tutte le persone di cui vado a raccontarvi, ma è soprattutto un pezzo importante della storia del nostro Paese".
Raccontando aneddoti in cui la vita privata si legava alla carriera da magistrato, tra pericoli e frammenti di giovialità, e rispondendo alle domande dei ragazzi, Grasso ha spiegato inoltre che il miglior deterrente alla diffusione delle mafie è la collaborazione delle persone comuni. «Non basta la repressione, serve che i cittadini sappiano dire no alla mafia».