Cultura, Eventi e Spettacolo
Livia Pomodoro a Molfetta, grande successo per "Rosso Porpora"
“L’amore non si interpreta”, organizzato da Fidapa Bpw Italia in collaborazione con il Comune e l'Assessore Allegretta
Molfetta - sabato 24 novembre 2018
18.00
Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: all'interno delle manifestazioni dedicate a tale tema, venerdì 23 novembre si è tenuto presso l'Aula Consiliare del Comune di Molfetta l'incontro "L'amore non si interpreta", organizzato dalla Fidapa Bpw Italia, sezione di Molfetta, in collaborazione con il Comune di Molfetta: l'iniziativa si inserisce nella rassegna "Rosso porpora", ciclo di eventi e spettacoli sulla violenza di genere, promossa dall'Assessore alla Cultura Sara Allegretta e che, negli scorsi mesi, ha richiamato vasto pubblico da tutta la città.
L'ultimo incontro non ha fatto eccezione: gremita, infatti, l'Aula del Consiglio Comunale sede dell'incontro, il quale ha visto la partecipazione, assieme alle giornaliste Marisa Ingrosso e Chicca Maralfa, della dott.ssa Livia Pomodoro, nostra illustre concittadina che ha bisogno di ben poche presentazioni: entrata in magistratura nel 1965, è stata Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia; Presidente del Tribunale per i Minorenni di Milano; Presidente del Tribunale di Milano, componente della Commissione Nazionale UNESCO, Presidente del Teatro No'hma e Presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera. A dare il titolo all'incontro, l'antologia di racconti "L'amore non si interpreta" a cura di Stefania de Caro, dedicata alla narrazione della violenza psicologica sulle donne, un tipo di prevaricazione dai tratti più sfumati, ma non per questo meno deleteria.
In apertura, si è sottolineato quanto la scelta della data dell'incontro non sia stata casuale, sebbene non fosse pienamente coincidente con la Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne: difatti, ridurre un dibattito serio sul tema a poche manifestazioni e sfilate di scarpe rosse appare qualcosa di profondamente errato e semplicistico. La riflessione deve permeare ogni singola giornata: e ciò è stato particolarmente sottolineato dalla dott. Pomodoro che si è definita piuttosto "allergica" a qualsivoglia retorica di genere sulla violenza, nonché a manifestazioni esteriori che non abbiano poi alcun risvolto concreto.
La dott.ssa Pomodoro, ripercorrendo poi la sua pluriennale esperienza nel campo delle dinamiche famigliari, ha riconosciuto quanto la genesi del problema sia all'interno, appunto, del microcosmo della famiglia, dove solo in tempi relativamente recenti, ossia negli anni settanta con la riforma del diritto di famiglia, si è giunti ad una piena equiparazione dei coniugi: il riverbero di queste relazioni, spesso ancora squilibrate, giunge poi all'esterno, in un mondo che, in senso più ampio, conosce una crisi di "umanità" e dei valori che la sorreggono, finendo per tangere ogni momento di vita sociale che viene deteriorato nella violenza, nel mancato rispetto altrui, nella sopraffazione.
La prevaricazione, peraltro, è qualcosa che non ha un vero e proprio genere, non designa la vittima esclusivamente nella donna, ma piuttosto nel soggetto debole di una relazione non paritaria.
Vitale, perciò, diventa il ruolo dell'educazione, e la dott. Pomodoro lo ha ulteriormente rimarcato, vista la presenza di molti ragazzi e ragazze all'incontro: al di là dei miti propugnati dai mass media che niente affatto sostengono la creazione di nucleo famigliare sano, è necessaria la conservazione di quella che è una vera e propria caratura come esseri umani.
Tutto perciò, persino la violenza, per essere compresa deve essere contestualizzata ed inserita in un quadro più grande, persino mondiale, arrivando alla consapevolezza spesso dimenticata che il globo è costellato di diritti negati alle donne in modo molto più pesante e dilaniante di quanto avvenga, seppure con ancora molte contraddizioni, in Italia.
L'ultimo incontro non ha fatto eccezione: gremita, infatti, l'Aula del Consiglio Comunale sede dell'incontro, il quale ha visto la partecipazione, assieme alle giornaliste Marisa Ingrosso e Chicca Maralfa, della dott.ssa Livia Pomodoro, nostra illustre concittadina che ha bisogno di ben poche presentazioni: entrata in magistratura nel 1965, è stata Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia; Presidente del Tribunale per i Minorenni di Milano; Presidente del Tribunale di Milano, componente della Commissione Nazionale UNESCO, Presidente del Teatro No'hma e Presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera. A dare il titolo all'incontro, l'antologia di racconti "L'amore non si interpreta" a cura di Stefania de Caro, dedicata alla narrazione della violenza psicologica sulle donne, un tipo di prevaricazione dai tratti più sfumati, ma non per questo meno deleteria.
In apertura, si è sottolineato quanto la scelta della data dell'incontro non sia stata casuale, sebbene non fosse pienamente coincidente con la Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne: difatti, ridurre un dibattito serio sul tema a poche manifestazioni e sfilate di scarpe rosse appare qualcosa di profondamente errato e semplicistico. La riflessione deve permeare ogni singola giornata: e ciò è stato particolarmente sottolineato dalla dott. Pomodoro che si è definita piuttosto "allergica" a qualsivoglia retorica di genere sulla violenza, nonché a manifestazioni esteriori che non abbiano poi alcun risvolto concreto.
La dott.ssa Pomodoro, ripercorrendo poi la sua pluriennale esperienza nel campo delle dinamiche famigliari, ha riconosciuto quanto la genesi del problema sia all'interno, appunto, del microcosmo della famiglia, dove solo in tempi relativamente recenti, ossia negli anni settanta con la riforma del diritto di famiglia, si è giunti ad una piena equiparazione dei coniugi: il riverbero di queste relazioni, spesso ancora squilibrate, giunge poi all'esterno, in un mondo che, in senso più ampio, conosce una crisi di "umanità" e dei valori che la sorreggono, finendo per tangere ogni momento di vita sociale che viene deteriorato nella violenza, nel mancato rispetto altrui, nella sopraffazione.
La prevaricazione, peraltro, è qualcosa che non ha un vero e proprio genere, non designa la vittima esclusivamente nella donna, ma piuttosto nel soggetto debole di una relazione non paritaria.
Vitale, perciò, diventa il ruolo dell'educazione, e la dott. Pomodoro lo ha ulteriormente rimarcato, vista la presenza di molti ragazzi e ragazze all'incontro: al di là dei miti propugnati dai mass media che niente affatto sostengono la creazione di nucleo famigliare sano, è necessaria la conservazione di quella che è una vera e propria caratura come esseri umani.
Tutto perciò, persino la violenza, per essere compresa deve essere contestualizzata ed inserita in un quadro più grande, persino mondiale, arrivando alla consapevolezza spesso dimenticata che il globo è costellato di diritti negati alle donne in modo molto più pesante e dilaniante di quanto avvenga, seppure con ancora molte contraddizioni, in Italia.