Politica
Lillino di Gioia contro Natalicchio, “la revoca di La Ghezza, una mascalzonata”
In un manifesto l’esponente del centrosinistra parla di “suicidio politico”
Molfetta - giovedì 30 ottobre 2014
15.13
Lillino di Gioia lancia bordate contro il sindaco Paola Natalicchio e contro la maggioranza di centrosinistra. L'ex candidato sindaco del Partito Democratico, amico di Annalisa Altomare, oggi vicino alle posizioni di Michele Emiliano, elenca quelle che a suo dire sarebbero "due sconfitte politiche" e "due mortificazioni per la città": la nascita della Città Metropolitana di Bari (senza alcun rappresentante molfettese) e lo "pseudo rimpasto" della giunta Natalicchio con la cacciata di Serena La Ghezza. In un manifesto pubblico, con il logo del movimento "Il Riscatto della Città", di Gioia punta il dito contro "l'incapacità politica" dei nostri "personaggi" locali e con riferimento al vuoto molfettese in seno al neonato consiglio metropolitano parla di un vero e proprio "suicidio politico".
E poi c'è la "mascalzonata", ovvero la revoca dell'incarico a Serena La Ghezza, ex assessore allo Sport espressione proprio del gruppo che fa capo a Annalisa Altomare. Della mascalzonata, come la chiama Lillino, la protagonista sarebbe il sindaco Paola Natalicchio la quale "impegnata più nei balletti e nei giochi di potere che per la soluzione dei problemi della città, infierisce vigliaccamente su una vittima innocente designata (La Ghezza) privandola della sua rappresentanza popolare". Parole di fuoco che, c'è da scommettere, non rimarranno senza replica.
E poi c'è la "mascalzonata", ovvero la revoca dell'incarico a Serena La Ghezza, ex assessore allo Sport espressione proprio del gruppo che fa capo a Annalisa Altomare. Della mascalzonata, come la chiama Lillino, la protagonista sarebbe il sindaco Paola Natalicchio la quale "impegnata più nei balletti e nei giochi di potere che per la soluzione dei problemi della città, infierisce vigliaccamente su una vittima innocente designata (La Ghezza) privandola della sua rappresentanza popolare". Parole di fuoco che, c'è da scommettere, non rimarranno senza replica.