Liberti: «Controllo di vicinato, una forma di sicurezza attiva e partecipata da parte dei cittadini»
Mancano pochi atti perché tale progetto venga attuato nel quartiere Madonna della Rosa
Molfetta - lunedì 28 maggio 2018
10.47
Nessuno sceriffo con tanto di stelletta appuntata al petto e di pistola alla ricerca dei "cattivi", questa figura la lasciamo nel Far West. Nessuna ronda di cittadini con tanto di manganello per la difesa del territorio, questo ricordo lasciamolo ad un periodo buio della nostra storia.
Il Controllo di vicinato, che presto verrà attuato nel quartiere Madonna della Rosa, non è nulla di tutto questo ma vuole essere solo ed esclusivamente "sicurezza attiva e partecipata" da parte dei cittadini, è quanto è stato ribadito nell'incontro di ieri dal presidente dell'omonimo Comitato, Damiano Favuzzi, e da Ferdinando Liberti, referente Provinciale dell'Associazione Controllo di vicinato.
Liberti ha subito messo dei paletti ben precisi che l'Associazione controllo di vicinato, che è già attiva in molte città del Nord e in tante città europee, «è una associazione no profit, apartitica e apolitica».
Obiettivo dell'Associazione: "l'auto-organizzazione tra vicini per controllare l'area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli".
Insomma, come spiegava Liberti, «dobbiamo tornare un po' indietro nel tempo quando si sapeva se nei condomini o nei quartieri arrivava uno sconosciuto, parente o male intenzionato che fosse». Chiaramente non per fare le vecchie "comari" di un tempo, ma guardare con maggiore attenzione quello che accade nel proprio territorio, osservare se per esempio si notano movimenti strani in un appartamento, piuttosto notare che qualcuno sta salendo lungo i tubi del gas o di scolo dell'acqua piovana, non si deve intervenire personalmente, ma basta un urlo per metterlo in fuga o una chiamata alle Forze dell'ordine. Quindi nessun intervento attivo da parte dei cittadini.
«Il Controllo di vicinato»- ha puntualizzato Liberti- «non prevede ronde, è solo una forma di prevenzione, la repressione spetta alle Forze dell'ordine». Cardini di questo progetto sono la coesione sociale, la riduzione della vulnerabilità ambientale e comportamentale e le segnalazioni qualificate alle Forze dell'ordine.
Coesione sociale è come dicevamo prima, guardare con maggiore attenzione il nostro territorio. Per quello che concerne la vulnerabilità ambientale e comportamentale, Liberti, ha fatto molti esempi a tal proposito, spiegando che «i primi a tutelare le nostre abitazioni dobbiamo essere noi stessi, utilizzando non solo un minimo di sistemi di sicurezza, ma avendo piccoli accorgimenti, come non lasciare la cassetta degli attrezzi sul balcone». Ed infine, segnalazioni qualificate, significa che quando si chiamano le Forze dell'ordine occorre dare quanti più dettagli possibili, dal numero di targa di un auto al tipo di abbigliamento, elementi utili per il riconoscimento dell'eventuale ladro.
Inoltre, Liberti ha precisato che l'Associazione mira alla formazione per poter mettere in atto in maniera concreta l'attività di sicurezza partecipata.
L'incontro di ieri sera è un'ulteriore tappa di avvicinamento alla realizzazione del Controllo di vicinato, il protocollo d'intesa con il Comune c'è, ed è la delibera 34/2018, ora manca la convenzione con la Prefettura, con questo atto il progetto pilota potrà prendere il via anche a Molfetta, prima città della Puglia che lo attua.
Il Controllo di vicinato, che presto verrà attuato nel quartiere Madonna della Rosa, non è nulla di tutto questo ma vuole essere solo ed esclusivamente "sicurezza attiva e partecipata" da parte dei cittadini, è quanto è stato ribadito nell'incontro di ieri dal presidente dell'omonimo Comitato, Damiano Favuzzi, e da Ferdinando Liberti, referente Provinciale dell'Associazione Controllo di vicinato.
Liberti ha subito messo dei paletti ben precisi che l'Associazione controllo di vicinato, che è già attiva in molte città del Nord e in tante città europee, «è una associazione no profit, apartitica e apolitica».
Obiettivo dell'Associazione: "l'auto-organizzazione tra vicini per controllare l'area intorno alla propria abitazione. Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli".
Insomma, come spiegava Liberti, «dobbiamo tornare un po' indietro nel tempo quando si sapeva se nei condomini o nei quartieri arrivava uno sconosciuto, parente o male intenzionato che fosse». Chiaramente non per fare le vecchie "comari" di un tempo, ma guardare con maggiore attenzione quello che accade nel proprio territorio, osservare se per esempio si notano movimenti strani in un appartamento, piuttosto notare che qualcuno sta salendo lungo i tubi del gas o di scolo dell'acqua piovana, non si deve intervenire personalmente, ma basta un urlo per metterlo in fuga o una chiamata alle Forze dell'ordine. Quindi nessun intervento attivo da parte dei cittadini.
«Il Controllo di vicinato»- ha puntualizzato Liberti- «non prevede ronde, è solo una forma di prevenzione, la repressione spetta alle Forze dell'ordine». Cardini di questo progetto sono la coesione sociale, la riduzione della vulnerabilità ambientale e comportamentale e le segnalazioni qualificate alle Forze dell'ordine.
Coesione sociale è come dicevamo prima, guardare con maggiore attenzione il nostro territorio. Per quello che concerne la vulnerabilità ambientale e comportamentale, Liberti, ha fatto molti esempi a tal proposito, spiegando che «i primi a tutelare le nostre abitazioni dobbiamo essere noi stessi, utilizzando non solo un minimo di sistemi di sicurezza, ma avendo piccoli accorgimenti, come non lasciare la cassetta degli attrezzi sul balcone». Ed infine, segnalazioni qualificate, significa che quando si chiamano le Forze dell'ordine occorre dare quanti più dettagli possibili, dal numero di targa di un auto al tipo di abbigliamento, elementi utili per il riconoscimento dell'eventuale ladro.
Inoltre, Liberti ha precisato che l'Associazione mira alla formazione per poter mettere in atto in maniera concreta l'attività di sicurezza partecipata.
L'incontro di ieri sera è un'ulteriore tappa di avvicinamento alla realizzazione del Controllo di vicinato, il protocollo d'intesa con il Comune c'è, ed è la delibera 34/2018, ora manca la convenzione con la Prefettura, con questo atto il progetto pilota potrà prendere il via anche a Molfetta, prima città della Puglia che lo attua.