Restituiti alla città immobili confiscati alla mafia: le foto
I locali si trovano al piano terra in Vico S.Alfonso, in via S.Nicola, in via Arco Catacombe
Molfetta - lunedì 23 maggio 2016
12.24
Continua la campagna promossa dall'Azione Cattolica diocesana sui "nuovi stili di vita", momenti di riflessione per prendere coscienza sulle questioni urgenti che affliggono il territorio e il nostro tempo, con un impegno personale e dell'intera comunità.
Nell'ambito di questa iniziativa, denominata "Se parlasse la città…", è stata promossa domenica 22 maggio, in collaborazione con il Presidio di Libera di Molfetta, una passeggiata della legalità, finalizzata a riappropriarsi in maniera consapevole della città e in questo caso dei beni sequestrati alla mafia.
L'appuntamento "Molfetta e i beni confiscati. Dal Bene confiscato al Bene Comune" ha visto una folta rappresentanza di cittadini e di aderenti alle due associazioni promotrici sostare sui luoghi simbolo ad iniziare dalla Parrocchia Immacolata, dove è stata presentata questa iniziativa.
La delegazione di cittadini poi ha sostato presso i quattro beni confiscati presenti sul nostro territorio cittadino su cui è stata apposta una targa con la dicitura della campagna "Dal Bene confiscato al Bene Comune" e con il logo del Comune di Molfetta; qui sono state rese alcune testimonianze a cura dei responsabili del Presidio di Libera e dell'Azione Cattolica.
I locali al piano terra sono ubicati in Vico S.Alfonso, in via S.Nicola, in via Arco Catacombe e sono ancora abbandonati e non utilizzati. Questi beni sono poi stati presentati attraverso un video illustrativo, ma la campagna interessa altri immobili dislocati in tutte le quattro città della diocesi.
Nell'atrio poi del Seminario Vescovile si è tenuto un incontro-riflessione sul tema "Se parlasse la città" in cui i partecipanti hanno compilato le cartoline della campagna di AC, scrivendo idee e proposte per il riuso dei beni confiscati domenica visitati. Sono proprio i cittadini, in qualità di protagonisti attivi, a fornire suggerimenti sul loro utilizzo, ma anche ad esprimere la loro opinione su come voler cambiare la città attraverso queste proposte che fino ad ottobre saranno raccolte e smistate alle varie istituzioni e realtà interessate.
Si realizzerà quindi un vero dossier in cui i cittadini "parlano", propongono e si rendono parte attiva.
Nell'ambito di questa iniziativa, denominata "Se parlasse la città…", è stata promossa domenica 22 maggio, in collaborazione con il Presidio di Libera di Molfetta, una passeggiata della legalità, finalizzata a riappropriarsi in maniera consapevole della città e in questo caso dei beni sequestrati alla mafia.
L'appuntamento "Molfetta e i beni confiscati. Dal Bene confiscato al Bene Comune" ha visto una folta rappresentanza di cittadini e di aderenti alle due associazioni promotrici sostare sui luoghi simbolo ad iniziare dalla Parrocchia Immacolata, dove è stata presentata questa iniziativa.
La delegazione di cittadini poi ha sostato presso i quattro beni confiscati presenti sul nostro territorio cittadino su cui è stata apposta una targa con la dicitura della campagna "Dal Bene confiscato al Bene Comune" e con il logo del Comune di Molfetta; qui sono state rese alcune testimonianze a cura dei responsabili del Presidio di Libera e dell'Azione Cattolica.
I locali al piano terra sono ubicati in Vico S.Alfonso, in via S.Nicola, in via Arco Catacombe e sono ancora abbandonati e non utilizzati. Questi beni sono poi stati presentati attraverso un video illustrativo, ma la campagna interessa altri immobili dislocati in tutte le quattro città della diocesi.
Nell'atrio poi del Seminario Vescovile si è tenuto un incontro-riflessione sul tema "Se parlasse la città" in cui i partecipanti hanno compilato le cartoline della campagna di AC, scrivendo idee e proposte per il riuso dei beni confiscati domenica visitati. Sono proprio i cittadini, in qualità di protagonisti attivi, a fornire suggerimenti sul loro utilizzo, ma anche ad esprimere la loro opinione su come voler cambiare la città attraverso queste proposte che fino ad ottobre saranno raccolte e smistate alle varie istituzioni e realtà interessate.
Si realizzerà quindi un vero dossier in cui i cittadini "parlano", propongono e si rendono parte attiva.