Cultura, Eventi e Spettacolo
“Lettere americane”, Renato Camurri a Molfetta racconta Salvemini
Appuntamento con lo storico venerdì 6 maggio alle ore 18.30 presso la sala consiliare
Molfetta - mercoledì 4 maggio 2016
14.51
Per la "Rassegna di impegno civile nero su bianco. Parola data" promossa dal Comune di Molfetta venerdì 6 maggio alle ore 18.30 presso la sala consiliare di Palazzo Giovene in Piazza Municipio, il prof. Renato Camurri presenterà "Lettere americane", il suo ultimo lavoro su Gaetano Salvemini.
Il prof. Camurri, docente dell'Università di Verona, è reduce da un giro di conferenze negli USA in cui ha presentato la sua opera e in mattinata incontrerà gli studenti della rete delle scuole superiori in occasione del concorso salveminiano.
Lettere americane, Donzelli editore, è frutto di un pluriennale lavoro di ricerca in vari archivi americani e italiani. Una raccolta di lettere inedite che copre un arco cronologico corrispondente al periodo dell'esilio americano di Gaetano Salvemini, periodo tra i meno studiati della biografia dello storico pugliese. Docente all'Università di Harvard dal 1934 al 1948, per la fama di cui godeva già prima di arrivare nel prestigioso ateneo di Cambridge e per l'impegno profuso attraverso la collaborazione a giornali, riviste italiane e americane e la pubblicazione di numerosi libri, Salvemini costituì un punto di riferimento fondamentale all'interno della comunità composta dagli intellettuali europei impegnati nella comune battaglia contro i totalitarismi e nel dibattito sulla crisi e il futuro della democrazia.
Contrariamente, infatti, a una vecchia e superata immagine trasmessaci da alcuni biografi, il Salvemini che emerge da queste lettere non è l'eremita chiuso nel suo studio della Widener Library di Harvard. Il suo profilo è piuttosto quello di un intellettuale pienamente inserito nella vita accademica e scientifica americana, al centro di una vasta rete di relazioni sociali e culturali, un refugee capace di interpretare la traumatica esperienza dell'esilio come occasione per ritrovare una nuova vitalità umana e per trasformare il proprio bagaglio di conoscenze. Salvemini affianca all'attività di docente – molto amato e apprezzato dai suoi studenti – quella di conferenziere, di pubblicista e persino di commentatore radiofonico. Un'attività intensissima, dunque, animata da una rinnovata passione politica rimasta sopita per anni dopo l'abbandono dell'Italia.
Di lettera in lettera assistiamo così al ricomporsi della lacerazione tra l'intellettuale e il politico, vediamo la riflessione sui temi della libertà e della democrazia riversarsi nell'analisi delle istituzioni e della situazione politica americana messe a confronto con quelle europee, e farsi proposta concreta di intervento contro il dilagare dei fascismi e delle dittature.
Il prof. Camurri, docente dell'Università di Verona, è reduce da un giro di conferenze negli USA in cui ha presentato la sua opera e in mattinata incontrerà gli studenti della rete delle scuole superiori in occasione del concorso salveminiano.
Lettere americane, Donzelli editore, è frutto di un pluriennale lavoro di ricerca in vari archivi americani e italiani. Una raccolta di lettere inedite che copre un arco cronologico corrispondente al periodo dell'esilio americano di Gaetano Salvemini, periodo tra i meno studiati della biografia dello storico pugliese. Docente all'Università di Harvard dal 1934 al 1948, per la fama di cui godeva già prima di arrivare nel prestigioso ateneo di Cambridge e per l'impegno profuso attraverso la collaborazione a giornali, riviste italiane e americane e la pubblicazione di numerosi libri, Salvemini costituì un punto di riferimento fondamentale all'interno della comunità composta dagli intellettuali europei impegnati nella comune battaglia contro i totalitarismi e nel dibattito sulla crisi e il futuro della democrazia.
Contrariamente, infatti, a una vecchia e superata immagine trasmessaci da alcuni biografi, il Salvemini che emerge da queste lettere non è l'eremita chiuso nel suo studio della Widener Library di Harvard. Il suo profilo è piuttosto quello di un intellettuale pienamente inserito nella vita accademica e scientifica americana, al centro di una vasta rete di relazioni sociali e culturali, un refugee capace di interpretare la traumatica esperienza dell'esilio come occasione per ritrovare una nuova vitalità umana e per trasformare il proprio bagaglio di conoscenze. Salvemini affianca all'attività di docente – molto amato e apprezzato dai suoi studenti – quella di conferenziere, di pubblicista e persino di commentatore radiofonico. Un'attività intensissima, dunque, animata da una rinnovata passione politica rimasta sopita per anni dopo l'abbandono dell'Italia.
Di lettera in lettera assistiamo così al ricomporsi della lacerazione tra l'intellettuale e il politico, vediamo la riflessione sui temi della libertà e della democrazia riversarsi nell'analisi delle istituzioni e della situazione politica americana messe a confronto con quelle europee, e farsi proposta concreta di intervento contro il dilagare dei fascismi e delle dittature.