Cronaca
Lettera bomba all'agenzia Morfini: Digos sulla pista anarchica
La missiva incendiaria era partita da Torino. Intercettate altre 3 buste
Molfetta - mercoledì 24 febbraio 2016
14.48
Tre buste venerdì 19, una lunedì 22 febbraio: una serie di lettere esplosive - contenenti una piccola quantità di polvere pirica e un innesco, sufficienti a ferire ma non a uccidere - sono state inviate da Torino a alcune aziende che lavorano e collaborano con i centri di identificazione ed espulsione. Una a Torino, due nel Barese, una intercettata a Bologna. La Digos indaga, ma è certa la provenienza torinese delle tre missive.
Il primo caso venerdì, a Torino. Sempre venerdì altre due buste esplosive sono state recapitate in Puglia, destinatari due agenzie marittime: l'Asco a Bari e l'agenzia Morfini di Molfetta, sempre iscritte alla lista delle realtà che collaborano con i centri di identificazione della Penisola, anche in quel caso senza feriti. Mentre lunedì una busta come le altre tre è stata intercettata al centro meccanografico postale di Bologna, punto di smistamento strategico della corrispondenza.
Dentro le buste c'era sempre una quantità di polvere pirica capace di creare una fiammata che avrebbe potuto avere anche gravi conseguenze. Ora sul caso indaga la Digos, in collaborazione con i colleghi di tutta Italia. La pista è quella anarco-insurrezionalista. Le tre società, secondo quanto riportato in un documento degli anarchici intitolato "I cieli bruciano", sono ritenute colpevoli di rientrare nella lista dei fornitori per lo Stato dei cinque centri per l'immigrazione sparsi per l'Italia.
Già a maggio dello scorso anno, sempre al centro meccanografico postale bolognese, erano state sequestrate due buste incendiarie indirizzate a imprese torinesi, anch'esse collegate ai centri di identificazione ed espulsione. All'interno erano stati rinvenuti 30 grammi polvere da sparo, fili elettrici e mini-batterie. Tutto il necessario, quindi, per provocare una fiammata in caso quelle lettere fossero state aperte da una mano non esperta.
Il primo caso venerdì, a Torino. Sempre venerdì altre due buste esplosive sono state recapitate in Puglia, destinatari due agenzie marittime: l'Asco a Bari e l'agenzia Morfini di Molfetta, sempre iscritte alla lista delle realtà che collaborano con i centri di identificazione della Penisola, anche in quel caso senza feriti. Mentre lunedì una busta come le altre tre è stata intercettata al centro meccanografico postale di Bologna, punto di smistamento strategico della corrispondenza.
Dentro le buste c'era sempre una quantità di polvere pirica capace di creare una fiammata che avrebbe potuto avere anche gravi conseguenze. Ora sul caso indaga la Digos, in collaborazione con i colleghi di tutta Italia. La pista è quella anarco-insurrezionalista. Le tre società, secondo quanto riportato in un documento degli anarchici intitolato "I cieli bruciano", sono ritenute colpevoli di rientrare nella lista dei fornitori per lo Stato dei cinque centri per l'immigrazione sparsi per l'Italia.
Già a maggio dello scorso anno, sempre al centro meccanografico postale bolognese, erano state sequestrate due buste incendiarie indirizzate a imprese torinesi, anch'esse collegate ai centri di identificazione ed espulsione. All'interno erano stati rinvenuti 30 grammi polvere da sparo, fili elettrici e mini-batterie. Tutto il necessario, quindi, per provocare una fiammata in caso quelle lettere fossero state aperte da una mano non esperta.