Legambiente: «Tutti i Comuni interessati si oppongano alla condotta sottomarina»
Il 20 novembre la conferenza di servizi sul tema
Molfetta - mercoledì 15 novembre 2017
8.42 Comunicato Stampa
Legambiente ha nuovamente espresso perplessità e ferma contrarietà alla realizzazione della condotta sottomarina nell'Oasi di Protezione Torre Calderina (valore stimato: 13milioni di euro) a servizio dei comuni di Molfetta, Bisceglie, Corato, Terlizzi e Ruvo di Puglia.. L'occasione è stata la recente conferenza dei servizi per l'approvazione definitiva del progetto indetta dall'Autorità Idrica Pugliese (Aip), l'Ente che sovrintende in Puglia il servizio erogato dall'Acquedotto Pugliese.
Legambiente ha sollevato le criticità già manifestate alla Regione Puglia nel corso del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale:in breve, non sono stati valutati correttamente gli impatti che saranno determinati dalla realizzazione della condotta né sono state considerate possibili alternative che potrebbero ridurre sensibilmente l'impatto ambientale e paesaggistico dell'opera nonché i suoi costi di realizzazione e manutenzione (su tutte si cita la possibilità di ridurre la lunghezza del tratto off shore della condotta - quello sottomarino - utilizzando per la posa fuori terra della condotta il molo di ponente del porto di Molfetta, già esistente).
Anche il Comitato regionale per la VIA, peraltro, ha espresso dubbi: "L'idea progettuale presentata dal proponente [Acquedotto Pugliese] intende attuare lo smaltimento di un elevato volume di reflui depurati in un unico 'punto' di scarico, creando uno sversamento concentrato di un elevato carico inquinante. Tale soluzione impiantistica può comportare, nelle condizioni di malfunzionamento degli impianti di depurazione, un inquinamento delle acque costiere… [I risultati della modellazione] non consentono di escludere un elevato rischio ambientale e sanitario associato all'opera…".
"Il ciclo integrato di gestione dei reflui ha prioritariamente bisogno di impianti di depurazione efficienti, impianti di affinamento funzionanti, reti di riutilizzo adeguate e una pianificazione degli interventi attenta e commisurata alle reali necessità dei territori", spiega Legambiente Da troppi anni ormai siamo di fronte a un impianto di depurazione incapace di far fronte al fabbisogno cittadino e a quello della zona industriale; per di più, giacciono, non molto lontani dal depuratore, ben due impianti di affinamento dotati di rete di distribuzione dell'acqua depurata, destinata ad alimentare l'irrigazione delle zone agricole: due impianti, questi, realizzati con fondi pubblici, collaudati ma mai entrati in funzione e, oggi, anche oggetto di atti vandalici e furti.
Ora, che fare? Il diniego al progetto della condotta sottomarina, certo, non risolve i problemi di quell'area. Ma il sì all'opera favorirebbe il peggioramento del suo stato.
In vista della prossima conferenza dei servizi prevista per il prossimo 20 novembre Legambiente chiede, perciò, al Comune di Molfetta di confermare il parere contrario già formalizzato dal sindaco Tommaso Minervini; l'associazione chiede, inoltre,che anche gli altri sindaci manifestino la loro contrarietà a un progetto che, come evidenziato anche dagli esperti della Regione, non assicurerebbe un miglioramento della qualità dell'acqua di balneazione ma, molto probabilmente, peggiorerebbe le sorti di un tratto di costa e di mare già da tempo fortemente penalizzato.
Legambiente ha sollevato le criticità già manifestate alla Regione Puglia nel corso del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale:in breve, non sono stati valutati correttamente gli impatti che saranno determinati dalla realizzazione della condotta né sono state considerate possibili alternative che potrebbero ridurre sensibilmente l'impatto ambientale e paesaggistico dell'opera nonché i suoi costi di realizzazione e manutenzione (su tutte si cita la possibilità di ridurre la lunghezza del tratto off shore della condotta - quello sottomarino - utilizzando per la posa fuori terra della condotta il molo di ponente del porto di Molfetta, già esistente).
Anche il Comitato regionale per la VIA, peraltro, ha espresso dubbi: "L'idea progettuale presentata dal proponente [Acquedotto Pugliese] intende attuare lo smaltimento di un elevato volume di reflui depurati in un unico 'punto' di scarico, creando uno sversamento concentrato di un elevato carico inquinante. Tale soluzione impiantistica può comportare, nelle condizioni di malfunzionamento degli impianti di depurazione, un inquinamento delle acque costiere… [I risultati della modellazione] non consentono di escludere un elevato rischio ambientale e sanitario associato all'opera…".
"Il ciclo integrato di gestione dei reflui ha prioritariamente bisogno di impianti di depurazione efficienti, impianti di affinamento funzionanti, reti di riutilizzo adeguate e una pianificazione degli interventi attenta e commisurata alle reali necessità dei territori", spiega Legambiente Da troppi anni ormai siamo di fronte a un impianto di depurazione incapace di far fronte al fabbisogno cittadino e a quello della zona industriale; per di più, giacciono, non molto lontani dal depuratore, ben due impianti di affinamento dotati di rete di distribuzione dell'acqua depurata, destinata ad alimentare l'irrigazione delle zone agricole: due impianti, questi, realizzati con fondi pubblici, collaudati ma mai entrati in funzione e, oggi, anche oggetto di atti vandalici e furti.
Ora, che fare? Il diniego al progetto della condotta sottomarina, certo, non risolve i problemi di quell'area. Ma il sì all'opera favorirebbe il peggioramento del suo stato.
In vista della prossima conferenza dei servizi prevista per il prossimo 20 novembre Legambiente chiede, perciò, al Comune di Molfetta di confermare il parere contrario già formalizzato dal sindaco Tommaso Minervini; l'associazione chiede, inoltre,che anche gli altri sindaci manifestino la loro contrarietà a un progetto che, come evidenziato anche dagli esperti della Regione, non assicurerebbe un miglioramento della qualità dell'acqua di balneazione ma, molto probabilmente, peggiorerebbe le sorti di un tratto di costa e di mare già da tempo fortemente penalizzato.