Politica
Pd, Si, DèP, RC e Linea Diritta: a che punto è il centrosinistra molfettese?
Settimane alla ricerca del nome del candidato
Molfetta - sabato 18 febbraio 2017
La cronologia dei fatti racconta più di qualche retroscena del centrosinistra molfettese.
Settimane che sono diventati mesi, ad aspettare un lieto fine, con il centrosinistra paralizzato in attesa del verdetto. C'è il Pd ma anche Sinistra italiana, Rifondazione Comunista, Democrazia è Partecipazione e Linea Diritta.
Così, da una parte c'è il Pd con il dubbio se sposare o meno la linea di "schiacciarsi" sulla coalizione del 2013; dall'altra, adesso, però tutto il centrosinistra appare un po' stufo: DéP è irritata dopo l'incontro di ieri tanto da voler proporre un proprio candidato, Sinistra italiana, invece, nel caso si faccia una mini-coalizione, intende proporre il suo di candidato. Difficile capire come sceglierlo considerando che al tavolo ci sarebbe anche Bepi Maralfa con il Movimento Linea Diritta e che Rifondazione Comunista ha espresso la volontà di non fare le primarie. È stallo.
Così, per far saltare il tavolo dovrà essere il Pd a dire "no alla coalizione" anche se, secondo indiscrezioni, fino a questo momento non lo ha ancora detto. Cosa accadrebbe se il Pd andasse con Tommaso Minervini e le sue liste civiche? A quel punto DèP, Si, Linea Diritta e Rifondazione Comunista costituirebbero una coalizione a quattro ma sul candidato sindaco sarebbe ancora una volta tutto da decidere.
E MolfettAttiva? Al momento il "movimento politico" che vede a capo Gabriele Vilardi (iscritto a Si) e Mimmo Favuzzi (entrambi fedelissimi di Paola Natalicchio) non è seduto a nessun tavolo e non confluirebbe in Sinistra italiana. Inoltre, la prima assemblea del "movimento politico" è stato un clamoroso flop con pochissime persone presenti, la maggioranza delle quali iscritte a Sinistra italiana.
In altri tempi il centrosinistra avrebbe aspettato con pazienza, e magari si sarebbe pure appassionata a questo tipo di dibattito. Erano però i tempi del benessere del centrosinistra, che si poteva permettere questo tipo di palude. Oggi, c'è una posta in palio, nel dibattito interno al Pd, che non riguarda solo i suoi dirigenti ed i suoi iscritti ma ogni singolo cittadino, per chiunque voti. È una consapevolezza, questa, che i Democratici dovrebbero acquisire e tener presente nelle prossime settimane: la loro partita è, in qualche modo, quella del centrosinistra nel suo insieme.
Difficilmente la città li perdonerà se dovessero gestirla con la sconsideratezza che molti hanno mostrato nelle ultime ore, sacrificando al loro interesse di singoli, di gruppo o sottogruppo il poco che resta degli equilibri locali della sinistra.
Settimane che sono diventati mesi, ad aspettare un lieto fine, con il centrosinistra paralizzato in attesa del verdetto. C'è il Pd ma anche Sinistra italiana, Rifondazione Comunista, Democrazia è Partecipazione e Linea Diritta.
Così, da una parte c'è il Pd con il dubbio se sposare o meno la linea di "schiacciarsi" sulla coalizione del 2013; dall'altra, adesso, però tutto il centrosinistra appare un po' stufo: DéP è irritata dopo l'incontro di ieri tanto da voler proporre un proprio candidato, Sinistra italiana, invece, nel caso si faccia una mini-coalizione, intende proporre il suo di candidato. Difficile capire come sceglierlo considerando che al tavolo ci sarebbe anche Bepi Maralfa con il Movimento Linea Diritta e che Rifondazione Comunista ha espresso la volontà di non fare le primarie. È stallo.
Così, per far saltare il tavolo dovrà essere il Pd a dire "no alla coalizione" anche se, secondo indiscrezioni, fino a questo momento non lo ha ancora detto. Cosa accadrebbe se il Pd andasse con Tommaso Minervini e le sue liste civiche? A quel punto DèP, Si, Linea Diritta e Rifondazione Comunista costituirebbero una coalizione a quattro ma sul candidato sindaco sarebbe ancora una volta tutto da decidere.
E MolfettAttiva? Al momento il "movimento politico" che vede a capo Gabriele Vilardi (iscritto a Si) e Mimmo Favuzzi (entrambi fedelissimi di Paola Natalicchio) non è seduto a nessun tavolo e non confluirebbe in Sinistra italiana. Inoltre, la prima assemblea del "movimento politico" è stato un clamoroso flop con pochissime persone presenti, la maggioranza delle quali iscritte a Sinistra italiana.
In altri tempi il centrosinistra avrebbe aspettato con pazienza, e magari si sarebbe pure appassionata a questo tipo di dibattito. Erano però i tempi del benessere del centrosinistra, che si poteva permettere questo tipo di palude. Oggi, c'è una posta in palio, nel dibattito interno al Pd, che non riguarda solo i suoi dirigenti ed i suoi iscritti ma ogni singolo cittadino, per chiunque voti. È una consapevolezza, questa, che i Democratici dovrebbero acquisire e tener presente nelle prossime settimane: la loro partita è, in qualche modo, quella del centrosinistra nel suo insieme.
Difficilmente la città li perdonerà se dovessero gestirla con la sconsideratezza che molti hanno mostrato nelle ultime ore, sacrificando al loro interesse di singoli, di gruppo o sottogruppo il poco che resta degli equilibri locali della sinistra.