Cultura, Eventi e Spettacolo
Ladri di tempo e di identità: i social media secondo Saverio Todaro, in mostra a Molfetta con “Cronofagia”
Allestita all’interno del Torrione Passari, “Cronofagia” di Saverio Todaro resta visitabile fino al 31 gennaio
Molfetta - mercoledì 15 gennaio 2025
Un'esperienza visiva che invita a riflettere sul rapporto che abbiamo con i social media e sul tempo che passiamo a interagire sulle diverse piattaforme. Questa è l'intenzione che dà origine a "Cronofagia", la mostra di arte contemporanea allestita all'interno del Torrione Passari di Molfetta.
Nato in Svizzera e residente a Torino, Saverio Todaro accende i riflettori sul mondo dei social network, deciso a illuminarne in maniera inedita le parti più in ombra. Attraverso opere visive coinvolgenti e provocatorie, l'artista sfida chi osserva a quantificare il tempo che trascorre online e a considerare come questo tempo influisca sulla percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri.
La mostra è un viaggio fatto di immagini e installazioni che raccontano storie di connessione e isolamento, di autenticità e maschere digitali. Ogni opera esposta invita i visitatori a considerare su come i social media possano letteralmente "mangiare" il nostro tempo prezioso, lasciandoci spesso con una sensazione di vuoto.
Cosa raccontano le opere in mostra?
«Quello che c'è nei lavori che faccio è tentare di sensibilizzare le persone su come il nostro tempo ci è stato rubato, o lo abbiamo dato un po' noi spontaneamente in cambio di qualcosa che ci piace usare, pensando che non ci fosse nessun prezzo da pagare. Invece non è così: adesso stiamo vedendo che la nostra privacy è totalmente in mano agli altri, le nostre identità sono in mano agli altri, vengono manipolate, siamo agiti da tutto un sistema di dispositivi che ci portiamo dietro in maniera inconsapevole».
Cosa sono allora gli smartphone secondo Saverio Todaro?
«Ormai sono delle nostre protesi. Non possiamo uscire di casa senza il telefono, facciamo i pagamenti col telefono e abbiamo a portata di mano documenti e dati sensibili che appartengono alla nostra sfera privata. Attenzione però, non ritengo che le nuove tecnologie siano negative, ritengo negativo quando tutta questa tecnologia diventa assolutamente padrona delle nostre 24 ore quotidiane».
Possiamo quindi sperare in un cambio di passo?
«Sì, le nuove generazioni saranno sicuramente più libere. Conosceranno meglio il mezzo, credo, perché la tecnica va conosciuta, è la storia di sempre: se conosci la tecnica, non ne vieni divorato. Poi adesso, con le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale, si vedrà se si vorrà impiegare questa combinazione tra pensiero umano e capacità delle macchine, questa combinazione potrebbe risolvere i grandi problemi che ormai abbiamo da tempo, tipo quelli ecologici, il sovraffollamento demografico, clinici e via dicendo. Quindi, se impiegata in senso positivo, con dei reali obiettivi sociali, la tecnologia è la cosa più grandiosa che ci potesse accadere».
Le opere dell'artista si inseriscono perfettamente nello spazio che le accoglie, spiega Gaetano Centrone, docente di Storia dell'Arte all'Accademia Albertina di Torino e curatore di "Cronofagia", che dichiara: «Saverio Todaro esegue una ricerca contemporanea, sia a livello di contenuti, che formale. È molto interessante il dialogo con gli spazi del Torrione Passari perché si dispiegano bene le sue opere che sono non soltanto quadri e sculture, ma anche bandiere, tappeti, guinzagli e quindi tutte cose molto interessanti da esporre, il cui impatto ambientale rappresenta una sfida davvero importante. Un'altra cosa rilevante da dire è che qui, in passato, hanno esposto grandi maestri, mentre con Saverio Todaro proviamo a portare anche quella generazione di mezzo che non ha avuto altrettanti spazi per esporre negli ultimi anni».
C'è tempo fino a venerdì 31 gennaio per visitare "Cronofagia" e immergersi in questa contemplazione artistica che invita a riconsiderare il nostro uso dei social e a riconnetterci con la nostra vera identità.
Nato in Svizzera e residente a Torino, Saverio Todaro accende i riflettori sul mondo dei social network, deciso a illuminarne in maniera inedita le parti più in ombra. Attraverso opere visive coinvolgenti e provocatorie, l'artista sfida chi osserva a quantificare il tempo che trascorre online e a considerare come questo tempo influisca sulla percezione che abbiamo di noi stessi e degli altri.
La mostra è un viaggio fatto di immagini e installazioni che raccontano storie di connessione e isolamento, di autenticità e maschere digitali. Ogni opera esposta invita i visitatori a considerare su come i social media possano letteralmente "mangiare" il nostro tempo prezioso, lasciandoci spesso con una sensazione di vuoto.
Cosa raccontano le opere in mostra?
«Quello che c'è nei lavori che faccio è tentare di sensibilizzare le persone su come il nostro tempo ci è stato rubato, o lo abbiamo dato un po' noi spontaneamente in cambio di qualcosa che ci piace usare, pensando che non ci fosse nessun prezzo da pagare. Invece non è così: adesso stiamo vedendo che la nostra privacy è totalmente in mano agli altri, le nostre identità sono in mano agli altri, vengono manipolate, siamo agiti da tutto un sistema di dispositivi che ci portiamo dietro in maniera inconsapevole».
Cosa sono allora gli smartphone secondo Saverio Todaro?
«Ormai sono delle nostre protesi. Non possiamo uscire di casa senza il telefono, facciamo i pagamenti col telefono e abbiamo a portata di mano documenti e dati sensibili che appartengono alla nostra sfera privata. Attenzione però, non ritengo che le nuove tecnologie siano negative, ritengo negativo quando tutta questa tecnologia diventa assolutamente padrona delle nostre 24 ore quotidiane».
Possiamo quindi sperare in un cambio di passo?
«Sì, le nuove generazioni saranno sicuramente più libere. Conosceranno meglio il mezzo, credo, perché la tecnica va conosciuta, è la storia di sempre: se conosci la tecnica, non ne vieni divorato. Poi adesso, con le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale, si vedrà se si vorrà impiegare questa combinazione tra pensiero umano e capacità delle macchine, questa combinazione potrebbe risolvere i grandi problemi che ormai abbiamo da tempo, tipo quelli ecologici, il sovraffollamento demografico, clinici e via dicendo. Quindi, se impiegata in senso positivo, con dei reali obiettivi sociali, la tecnologia è la cosa più grandiosa che ci potesse accadere».
Le opere dell'artista si inseriscono perfettamente nello spazio che le accoglie, spiega Gaetano Centrone, docente di Storia dell'Arte all'Accademia Albertina di Torino e curatore di "Cronofagia", che dichiara: «Saverio Todaro esegue una ricerca contemporanea, sia a livello di contenuti, che formale. È molto interessante il dialogo con gli spazi del Torrione Passari perché si dispiegano bene le sue opere che sono non soltanto quadri e sculture, ma anche bandiere, tappeti, guinzagli e quindi tutte cose molto interessanti da esporre, il cui impatto ambientale rappresenta una sfida davvero importante. Un'altra cosa rilevante da dire è che qui, in passato, hanno esposto grandi maestri, mentre con Saverio Todaro proviamo a portare anche quella generazione di mezzo che non ha avuto altrettanti spazi per esporre negli ultimi anni».
C'è tempo fino a venerdì 31 gennaio per visitare "Cronofagia" e immergersi in questa contemplazione artistica che invita a riconsiderare il nostro uso dei social e a riconnetterci con la nostra vera identità.