Vita di città
La volontaria Ildi saluta Molfetta: «Mi sono innamorata del mare e del cibo»
L'intervista alla giovane magiara dopo un anno in cui ha trovato un posto accogliente e pieno di tradizioni
Molfetta - mercoledì 26 giugno 2024
Ultimi saluti per Ildi, giovane volontaria che ha soggiornato in Italia per un anno ed ora si appresta a tornare nel suo paese natale, l'Ungheria.
Ildi ha preso parte al progetto del Corpo Europeo di Solidarietà (European Solidarity Corpus) che promuove la mobilità giovanile. Nello specifico il suo percorso l'ha vista coinvolta nei progetti dell'associazione Auser, che l'ha messa in contatto con le generazioni più adulte di Molfetta.
Di seguito alcuni commenti della giovane volontaria su cosa abbia significato, per lei, questa esperienza.
Ildi, per quale motivo hai scelto proprio l'Italia?
«Ho scelto l'Italia per la cultura, per la lingua, per le tradizioni e perché il progetto qui era il più vicino nel tempo ed il più lungo. L'essere stata mandata a Molfetta, tuttavia, è stato un caso».
Ti è piaciuto a prendere parte a questo progetto?
«Sì, mi è piaciuto moltissimo. Lavorare con gli anziani ti permette di apprendere esperienza, storie, cultura, lingua e tanto altro. Loro ti possono insegnare saggezza, pazienza e tantissimo affetto: i miei nonni non ci sono più tuttavia, con l'esperienza che ho potuto vivere qui, ne ho ottenuti ben cinquanta. Gli anziani che ho conosciuto sono molto gentili ed accomodanti, qualità non scontata per le persone della loro età».
Quali sono i ricordi più preziosi che porterai con te?
«Non ho un ricordo preciso ma voglio conservare la generale mentalità che ho appreso qui, i detti e le abitudini. Adoro come sia percepita la vita al sud, come sia vissuta ogni giorno, la cordialità di tutti, la tranquillità e la solarità che contraddistingue il meridione».
Nei primi giorni in cui tu sei stata qui, in Italia, quali difficoltà ha incontrato?
«Innanzitutto mi sono scontrata con un mondo completamente diverso dal mio, molto accogliente e gentile, e mi ha colpita che quella gentilezza non nascondesse sarcasmo. Devo però dire che ho trovato un traffico un po' caotico (ride). Sono rimasta molto colpita dalla tipica abitudine di riposare nel pomeriggio, e se all'inizio l'ho trovata un po' strana adesso non riesco a farne a meno. Qualora non riuscissi a dormire un po', so che la giornata si tramuterebbe in un disastro. Adoro poterlo fare perché mi permette di avere più energie».
C'è un posto speciale a Molfetta nel quale tu ti sei sentita più a casa?
«Certamente. Un posto molto speciale é la casa nella quale ho vissuto per un anno con tanti amici, coltivando moltissime esperienze e bei ricordi. In aggiunta, un'altra zona a me molto cara è quella del porto: non so quale strana magia ci sia a Molfetta, ma i tramonti sono sempre mozzafiato. In Ungheria il mare non c'è, quindi il tempo che ho trascorso qui in Italia mi ha permesso di conoscerlo ed innamorarmene. So che, solitamente, le persone che vivono vicino al mare tendono ad essere più felici: il lungomare e tutta la costa su cui si espande Molfetta sono qualcosa di davvero speciale ed unico».
C'è qualche pietanza che ti è piaciuta particolarmente?
«Ho potuto assaggiare ed apprezzare moltissimi piatti italiani. Tra questi quello che più adoro è la focaccia, mi piace più della pizza. Ho assaggiato soprattutto vivande del Sud, quindi non saprei cosa ha da offrire il nord, praticamente tutto ciò che ho mangiato mi è piaciuto. Mi ha molto colpita la possibilità di accedere ad un' alimentazione di qualità: il cibo è saporito, sano, ad un prezzo calmierato e reperibile in tutta la città. Ho avuto modo di assaporare pesce fresco e di alta qualità, nello specifico ho particolarmente apprezzato il tradizionale mix di frittura di mare. Ho trovato in Molfetta una comunità unita, un bellissimo incontro tra generazioni, storia, sapori e tanto, tantissimo affetto. Spero di poterci tornare presto».
Ildi ha preso parte al progetto del Corpo Europeo di Solidarietà (European Solidarity Corpus) che promuove la mobilità giovanile. Nello specifico il suo percorso l'ha vista coinvolta nei progetti dell'associazione Auser, che l'ha messa in contatto con le generazioni più adulte di Molfetta.
Di seguito alcuni commenti della giovane volontaria su cosa abbia significato, per lei, questa esperienza.
Ildi, per quale motivo hai scelto proprio l'Italia?
«Ho scelto l'Italia per la cultura, per la lingua, per le tradizioni e perché il progetto qui era il più vicino nel tempo ed il più lungo. L'essere stata mandata a Molfetta, tuttavia, è stato un caso».
Ti è piaciuto a prendere parte a questo progetto?
«Sì, mi è piaciuto moltissimo. Lavorare con gli anziani ti permette di apprendere esperienza, storie, cultura, lingua e tanto altro. Loro ti possono insegnare saggezza, pazienza e tantissimo affetto: i miei nonni non ci sono più tuttavia, con l'esperienza che ho potuto vivere qui, ne ho ottenuti ben cinquanta. Gli anziani che ho conosciuto sono molto gentili ed accomodanti, qualità non scontata per le persone della loro età».
Quali sono i ricordi più preziosi che porterai con te?
«Non ho un ricordo preciso ma voglio conservare la generale mentalità che ho appreso qui, i detti e le abitudini. Adoro come sia percepita la vita al sud, come sia vissuta ogni giorno, la cordialità di tutti, la tranquillità e la solarità che contraddistingue il meridione».
Nei primi giorni in cui tu sei stata qui, in Italia, quali difficoltà ha incontrato?
«Innanzitutto mi sono scontrata con un mondo completamente diverso dal mio, molto accogliente e gentile, e mi ha colpita che quella gentilezza non nascondesse sarcasmo. Devo però dire che ho trovato un traffico un po' caotico (ride). Sono rimasta molto colpita dalla tipica abitudine di riposare nel pomeriggio, e se all'inizio l'ho trovata un po' strana adesso non riesco a farne a meno. Qualora non riuscissi a dormire un po', so che la giornata si tramuterebbe in un disastro. Adoro poterlo fare perché mi permette di avere più energie».
C'è un posto speciale a Molfetta nel quale tu ti sei sentita più a casa?
«Certamente. Un posto molto speciale é la casa nella quale ho vissuto per un anno con tanti amici, coltivando moltissime esperienze e bei ricordi. In aggiunta, un'altra zona a me molto cara è quella del porto: non so quale strana magia ci sia a Molfetta, ma i tramonti sono sempre mozzafiato. In Ungheria il mare non c'è, quindi il tempo che ho trascorso qui in Italia mi ha permesso di conoscerlo ed innamorarmene. So che, solitamente, le persone che vivono vicino al mare tendono ad essere più felici: il lungomare e tutta la costa su cui si espande Molfetta sono qualcosa di davvero speciale ed unico».
C'è qualche pietanza che ti è piaciuta particolarmente?
«Ho potuto assaggiare ed apprezzare moltissimi piatti italiani. Tra questi quello che più adoro è la focaccia, mi piace più della pizza. Ho assaggiato soprattutto vivande del Sud, quindi non saprei cosa ha da offrire il nord, praticamente tutto ciò che ho mangiato mi è piaciuto. Mi ha molto colpita la possibilità di accedere ad un' alimentazione di qualità: il cibo è saporito, sano, ad un prezzo calmierato e reperibile in tutta la città. Ho avuto modo di assaporare pesce fresco e di alta qualità, nello specifico ho particolarmente apprezzato il tradizionale mix di frittura di mare. Ho trovato in Molfetta una comunità unita, un bellissimo incontro tra generazioni, storia, sapori e tanto, tantissimo affetto. Spero di poterci tornare presto».