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Cultura, Eventi e Spettacolo
La testimonianza della molfettese Maria Patruno nel cortometraggio "Fratelli di Culla", candidato al Bifest
Per anni ha cercato la sua mamma biologica, rivolgendosi anche a "Chi l'ha visto".
Molfetta - venerdì 14 marzo 2025
9.51
Anche la testimonianza di Maria Patruno nel cortometraggio "Fratelli di Culla", candidato al Bifest di Bari. La molfettese, che ha subito la stessa sorte degli altri bimbi del film, per anni ha cercato la sua mamma biologica, rivolgendosi anche a "Chi l'ha visto".
Il regista Alessandro Piva l'ha intervistata per raccogliere documentazione per realizzare questo dovcufilm che racconta uno scorcio di storia.
A seguire, la sinossi:
"Dal dopoguerra in poi, l'ex brefotrofio di Bari accolse bambini abbandonati alla nascita da madri lasciate sole o sottratti alle famiglie dai servizi sociali. Questi istituti pubblici, sparsi in tutta Italia, nell'arco di circa cinquant'anni ospitarono oltre un milione di bimbi non riconosciuti e furono chiusi negli anni '90 per il mutato clima socio-culturale, il costante calo di abbandoni minorili e l'avvio di un diverso modello di assistenza. Fratelli di Culla racconta le storie toccanti dei piccoli ospiti cresciuti nell'edificio, accuditi da un universo femminile solidale: balie, suore, cuoche, bambinaie, educatrici, assistenti sociali. Mentre i filmati d'archivio documentano le strutture in piena attività e il cambiamento del ruolo femminile dagli anni '60 a oggi, le interviste inseguono il filo di un passato che vive nei ricordi vivissimi delle operatrici e nelle indagini talvolta disperate degli ex ospiti, tuttora impegnati ad aggirare leggi e procedure – per molti ormai desuete – nell'intento di rintracciare le proprie radici e ricostruire la loro vera identità".
Il regista Alessandro Piva l'ha intervistata per raccogliere documentazione per realizzare questo dovcufilm che racconta uno scorcio di storia.
A seguire, la sinossi:
"Dal dopoguerra in poi, l'ex brefotrofio di Bari accolse bambini abbandonati alla nascita da madri lasciate sole o sottratti alle famiglie dai servizi sociali. Questi istituti pubblici, sparsi in tutta Italia, nell'arco di circa cinquant'anni ospitarono oltre un milione di bimbi non riconosciuti e furono chiusi negli anni '90 per il mutato clima socio-culturale, il costante calo di abbandoni minorili e l'avvio di un diverso modello di assistenza. Fratelli di Culla racconta le storie toccanti dei piccoli ospiti cresciuti nell'edificio, accuditi da un universo femminile solidale: balie, suore, cuoche, bambinaie, educatrici, assistenti sociali. Mentre i filmati d'archivio documentano le strutture in piena attività e il cambiamento del ruolo femminile dagli anni '60 a oggi, le interviste inseguono il filo di un passato che vive nei ricordi vivissimi delle operatrici e nelle indagini talvolta disperate degli ex ospiti, tuttora impegnati ad aggirare leggi e procedure – per molti ormai desuete – nell'intento di rintracciare le proprie radici e ricostruire la loro vera identità".