Cultura, Eventi e Spettacolo
Storia di Rosa Pantaleo, la "strega di Molfetta"
La donna morì il 22 aprile 1676 nella cella che si affacciava sul Duomo.
Molfetta - mercoledì 9 marzo 2016
19.48
In occasione dell'8 marzo, la Consulta femminile del Comune di Molfetta,ha voluto dopo 25 anni di attività, celebrare questa data in un modo diverso ed originale, guardando e raccontando la donna in modo diverso.
Si è voluto puntare l' attenzione sulle storie e saperi antichi, sulle tradizioni della nostra terra e su chi le tramanda e le diffonde anche attraverso il canto.
Su questi temi la Consulta femminile,presieduta da Alina Gadaleta Caldarola, d'intesa con l'Amministrazione comunale e l'Assessorato alle Pari opportunità, ha promosso presso la Cittadella degli Artisti, l' evento - spettacolo "Ogni male fore", concerto delle Faraualla, ensemble di quattro donne, vocaliste di valore internazionale, artiste e studiose di tradizioni popolari, che attraverso la suggestione della musica e il magnetismo evocativo delle loro voci, hanno portano sulla scena le litanie e le invocazioni popolari pugliesi utilizzate in tempi antichi per "cacciare il male e guarire il corpo".
Di grande interesse, vista anche la numerosa partecipazione, la prima parte della serata che ha visto la già docente di Storia e Tradizioni popolari,la prof.ssa Anna Maria Tripputi raccontare di pietre, erbe, di antica medicina, di metodi naturali per scacciare il malocchio, di rimedi per combattere raffreddori, mal di denti e ustioni,ancora oggi usati, delle "masciare", considerate alla stregua delle streghe.
Anche Molfetta aveva la sua " masciara": Rosa Pantaleo, la cui storia è stata raccontata dall' assessore alla cultura Betta Mongelli.
I documenti, conservati nell' Archivio Diocesano, testimoniano il carcere duro a cui fu sottoposta, le torture, gli interrogatori pressanti e violenti, le condizioni in cui fu costretta a vivere, ma nonostante ciò non si piegò mai e dimostrò come donna un coraggio fuori dal comune. Per due volte tentò la fuga, la seconda le fu fatale. La prima, cercò di evadere dal carcere, calandosi giù dalla finestra del secondo piano del torrino accanto al Duomo,all'esterno, facendosi aiutare da un giovane; in quella successiva provò all'interno del Duomo stesso in cui c'era una finestrella che si affacciava nella chiesa, oggi murata. Cadde rovinosamente e il 22 aprile del 1676 la trovarono morta nella sua cella.
E' una storia romantica e molto dura, violenta che si può ricostruire grazie agli atti processuali. Rosa Pantaleo usava la pratica del piombo fuso, conosceva l' uso delle erbe e, per dicerie e cattiverie, venne marchiata con l' epiteto di strega.
Fu costretta sotto tortura ad ammettere atti ignobili, omicidi e pratiche di stregoneria; più volte cercarono di farla abiurare, ma lei non si piegò mai fino alla morte.
Un esempio di donna coraggiosa del 600, accusata ingiustamente, che può essere di monito ancora oggi nel 2016, da additare come eroina. Non poteva mancare un brindisi a tutte le donne coraggiose dei giorni nostri.
Si è voluto puntare l' attenzione sulle storie e saperi antichi, sulle tradizioni della nostra terra e su chi le tramanda e le diffonde anche attraverso il canto.
Su questi temi la Consulta femminile,presieduta da Alina Gadaleta Caldarola, d'intesa con l'Amministrazione comunale e l'Assessorato alle Pari opportunità, ha promosso presso la Cittadella degli Artisti, l' evento - spettacolo "Ogni male fore", concerto delle Faraualla, ensemble di quattro donne, vocaliste di valore internazionale, artiste e studiose di tradizioni popolari, che attraverso la suggestione della musica e il magnetismo evocativo delle loro voci, hanno portano sulla scena le litanie e le invocazioni popolari pugliesi utilizzate in tempi antichi per "cacciare il male e guarire il corpo".
Di grande interesse, vista anche la numerosa partecipazione, la prima parte della serata che ha visto la già docente di Storia e Tradizioni popolari,la prof.ssa Anna Maria Tripputi raccontare di pietre, erbe, di antica medicina, di metodi naturali per scacciare il malocchio, di rimedi per combattere raffreddori, mal di denti e ustioni,ancora oggi usati, delle "masciare", considerate alla stregua delle streghe.
Anche Molfetta aveva la sua " masciara": Rosa Pantaleo, la cui storia è stata raccontata dall' assessore alla cultura Betta Mongelli.
I documenti, conservati nell' Archivio Diocesano, testimoniano il carcere duro a cui fu sottoposta, le torture, gli interrogatori pressanti e violenti, le condizioni in cui fu costretta a vivere, ma nonostante ciò non si piegò mai e dimostrò come donna un coraggio fuori dal comune. Per due volte tentò la fuga, la seconda le fu fatale. La prima, cercò di evadere dal carcere, calandosi giù dalla finestra del secondo piano del torrino accanto al Duomo,all'esterno, facendosi aiutare da un giovane; in quella successiva provò all'interno del Duomo stesso in cui c'era una finestrella che si affacciava nella chiesa, oggi murata. Cadde rovinosamente e il 22 aprile del 1676 la trovarono morta nella sua cella.
E' una storia romantica e molto dura, violenta che si può ricostruire grazie agli atti processuali. Rosa Pantaleo usava la pratica del piombo fuso, conosceva l' uso delle erbe e, per dicerie e cattiverie, venne marchiata con l' epiteto di strega.
Fu costretta sotto tortura ad ammettere atti ignobili, omicidi e pratiche di stregoneria; più volte cercarono di farla abiurare, ma lei non si piegò mai fino alla morte.
Un esempio di donna coraggiosa del 600, accusata ingiustamente, che può essere di monito ancora oggi nel 2016, da additare come eroina. Non poteva mancare un brindisi a tutte le donne coraggiose dei giorni nostri.