Chiesa locale
La diocesi rende noto il testamento spirituale di don Francesco Gadaleta
Il sacerdote è venuto a mancare il mese scorso
Molfetta - mercoledì 16 febbraio 2022
A poco più di un mese dalla sua scomparsa, la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi ha reso noto il testamento spirituale di don Francesco Gadaleta. Il sacerdote è venuto a mancare nella notte nella notte del 15 gennaio scorso all'età di 96 anni, dopo essere stato per tanti anni un riferimento della parrocchia Sacro Cuore e padre spirituale del'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero.
"Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Alle tre Persone divine, esprimo tutta la mia adorazione, la mia lode e il ringraziamento per i grandi doni di grazia che hanno elargito alla mia povera persona. Nella fede cristiana trasmessami dai miei cari genitori col dono del Battesimo e con la loro autentica testimonianza di amore e di vita cristiana, confermata e sviluppata dalla partecipazione, fin dalla fanciullezza, alla vita ecclesiale nella Parrocchia Sacro Cuore di Gesù: voglio vivere e morire.
Esprimo alla Chiesa di Molfetta: al Vescovo e ai miei cari Confratelli nel sacerdozio; ai fedeli delle due Comunità parrocchiali del S. Cuore di Gesù e di S. Bernardino, come anche ai fedeli della Cappellina, assidui adoratori di Gesù Eucaristia, il mio più vivo ringraziamento perché hanno accolto la mia chiamata al Sacerdozio, mi hanno guidato nelle varie tappe del mio servizio presbiterale, mi hanno circondato di affetto e di stima.
Domando perdono dei miei peccati e delle mie debolezze, innanzitutto al Signore della misericordia e poi a tutti i fratelli e le sorelle in Cristo.
Esprimo il mio rammarico e il mio dolore se non sono stato sempre di esempio e coerente specialmente verso coloro che ho offeso o se, per la mia poca disponibilità, si sono allontanati da Cristo. Di questo sono profondamente addolorato. Ringrazio dall'intimo del cuore, la mia carissima sorella Chiara per l'affetto che mi circonda, per il sacrificio quotidiano che fa per rendere il mio servizio sacerdotale più libero e totalmente disponibile alla Comunità cristiana. Le chiedo scusa e perdono se non sempre sono stato presente nelle necessità della casa o per farle compagnia.
Alle sorelle Maria, Lucia e al fratello Michele insieme alla cognata Gemma il mio più vivo ringraziamento per la loro testimonianza nella vita coniugale piena di affetto, tutta dedita al servizio verso i figli. Ai miei nipoti non posso offrire molto in cose materiali, ma accoglierete la mia totale dedizione a Cristo, nostro vero amico, capace di dare senso alla nostra vita di uomini. La fede vera e autentica in Cristo, rivela chi siamo noi uomini, qual è la meta del vivere e del morire.
Sono tanto grato all' "Istituto Gesù Sacerdote" e in particolare a don Lamera, di venerata memoria, che mi propose la totale consacrazione a Cristo attraverso i "Consigli evangelici" nel lontano 1978. Sono stati anni di grazia e di sostegno per la fedeltà al dono del sacerdozio e per la crescita della mia vita interiore. La stessa gratitudine esprimo prima a don Domenico, ora don Emilio per la loro dedizione generosa verso i sacerdoti. A tutti chiedo il dono della preghiera per implorare dal buon Dio perdono e misericordia. Fin d'ora mi dispongo ad accogliere "sorella morte" con spirito umile e penitente.
Domando a Maria Santissima, madre dei Sacerdoti, che è stata sempre vicina al suo Figlio morente sulla croce, di essermi accanto durante la malattia, per accompagnarmi dolcemente alla partenza da questo mondo. San Giuseppe, Patrono della buona morte, S. Francesco d'Assisi, mio particolare patrono, insieme al mio Angelo Custode, mi accompagnino al cospetto di Cristo, salvatore misericordioso.
Un saluto affettuoso a tutti".
"Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Alle tre Persone divine, esprimo tutta la mia adorazione, la mia lode e il ringraziamento per i grandi doni di grazia che hanno elargito alla mia povera persona. Nella fede cristiana trasmessami dai miei cari genitori col dono del Battesimo e con la loro autentica testimonianza di amore e di vita cristiana, confermata e sviluppata dalla partecipazione, fin dalla fanciullezza, alla vita ecclesiale nella Parrocchia Sacro Cuore di Gesù: voglio vivere e morire.
Esprimo alla Chiesa di Molfetta: al Vescovo e ai miei cari Confratelli nel sacerdozio; ai fedeli delle due Comunità parrocchiali del S. Cuore di Gesù e di S. Bernardino, come anche ai fedeli della Cappellina, assidui adoratori di Gesù Eucaristia, il mio più vivo ringraziamento perché hanno accolto la mia chiamata al Sacerdozio, mi hanno guidato nelle varie tappe del mio servizio presbiterale, mi hanno circondato di affetto e di stima.
Domando perdono dei miei peccati e delle mie debolezze, innanzitutto al Signore della misericordia e poi a tutti i fratelli e le sorelle in Cristo.
Esprimo il mio rammarico e il mio dolore se non sono stato sempre di esempio e coerente specialmente verso coloro che ho offeso o se, per la mia poca disponibilità, si sono allontanati da Cristo. Di questo sono profondamente addolorato. Ringrazio dall'intimo del cuore, la mia carissima sorella Chiara per l'affetto che mi circonda, per il sacrificio quotidiano che fa per rendere il mio servizio sacerdotale più libero e totalmente disponibile alla Comunità cristiana. Le chiedo scusa e perdono se non sempre sono stato presente nelle necessità della casa o per farle compagnia.
Alle sorelle Maria, Lucia e al fratello Michele insieme alla cognata Gemma il mio più vivo ringraziamento per la loro testimonianza nella vita coniugale piena di affetto, tutta dedita al servizio verso i figli. Ai miei nipoti non posso offrire molto in cose materiali, ma accoglierete la mia totale dedizione a Cristo, nostro vero amico, capace di dare senso alla nostra vita di uomini. La fede vera e autentica in Cristo, rivela chi siamo noi uomini, qual è la meta del vivere e del morire.
Sono tanto grato all' "Istituto Gesù Sacerdote" e in particolare a don Lamera, di venerata memoria, che mi propose la totale consacrazione a Cristo attraverso i "Consigli evangelici" nel lontano 1978. Sono stati anni di grazia e di sostegno per la fedeltà al dono del sacerdozio e per la crescita della mia vita interiore. La stessa gratitudine esprimo prima a don Domenico, ora don Emilio per la loro dedizione generosa verso i sacerdoti. A tutti chiedo il dono della preghiera per implorare dal buon Dio perdono e misericordia. Fin d'ora mi dispongo ad accogliere "sorella morte" con spirito umile e penitente.
Domando a Maria Santissima, madre dei Sacerdoti, che è stata sempre vicina al suo Figlio morente sulla croce, di essermi accanto durante la malattia, per accompagnarmi dolcemente alla partenza da questo mondo. San Giuseppe, Patrono della buona morte, S. Francesco d'Assisi, mio particolare patrono, insieme al mio Angelo Custode, mi accompagnino al cospetto di Cristo, salvatore misericordioso.
Un saluto affettuoso a tutti".