Politica
Pd, Percoco si è dimesso da capogruppo consiliare
De Nicolo: "Le persone responsabili trovano sempre una soluzione"
Molfetta - mercoledì 27 aprile 2016
8.51
E' un mare mosso il Partito democratico a Molfetta.
Prima di tutto ci sono le ormai certe dimissioni di Giuseppe Percoco da capogruppo del Pd: l'ex Giovani democratici, autore di una strenua campagna elettorale nella primavera 2013, ha comunicato la propria decisione nei giorni scorsi all'assemblea del Pd, al gruppo consiliare, al segretario provinciale Ubaldo Pagano e alla maggioranza. Interpellato telefonicamente qualche giorno fa, mentre iniziavano a circolare le prime indiscrezioni, ha risposto con un eloquente "non posso parlare".
Poi, ma assolutamente non in secondo piano, c'è da segnalare la situazione che ruota attorno alla figura di Piero de Nicolo. Sabato 16 aprile è arrivata una prima resa dei conti con la "verifica" convocata dallo stesso segretario, davanti a tesserati e militanti, e puntualmente boicottata. Un boicottaggio che la sinistra dem sta mettendo in atto ormai da tempo e che oggi si traduce nel dire che l'incarico di segretario non funziona. Il segretario de Nicolo avrebbe chiesto un incontro del gruppo consiliare e degli assessori dem, con il segretario provinciale Ubaldo Pagano per chiedere la "cacciata" dei consiglieri Roberto la Grasta, Annalisa Altomare, Sergio De Pinto e Lia de Ceglia, con questi ultimi che si appellano al vincolo di appartenenza, "lealtà oppure ognuno per la sua strada".
"Stiamo trovando la quadra" è il commento sulla vicenda del segretario Piero de Nicolo. "Stiamo discutendo e lavorando per trovare serenità e coesione all'interno del gruppo consiliare,superando tutte le incomprensioni che possono esserci in un grande partito come il Pd. E visto che non siamo un partito di plastica, ma un partito vero, si possono alzare i toni della voce. Le persone responsabili trovano sempre una soluzione".
Il clima, dunque, è arroventato. La domanda è se ci siano ancora i presupposti per una convivenza all'interno dello stesso partito. E un'eventuale rottura chi danneggerebbe di più. La partita per il Pd è ardua. De Nicolo stesso è in affanno. Nulla è scontato, gli ostacoli numerosi e le incognite anche.
Prima di tutto ci sono le ormai certe dimissioni di Giuseppe Percoco da capogruppo del Pd: l'ex Giovani democratici, autore di una strenua campagna elettorale nella primavera 2013, ha comunicato la propria decisione nei giorni scorsi all'assemblea del Pd, al gruppo consiliare, al segretario provinciale Ubaldo Pagano e alla maggioranza. Interpellato telefonicamente qualche giorno fa, mentre iniziavano a circolare le prime indiscrezioni, ha risposto con un eloquente "non posso parlare".
Poi, ma assolutamente non in secondo piano, c'è da segnalare la situazione che ruota attorno alla figura di Piero de Nicolo. Sabato 16 aprile è arrivata una prima resa dei conti con la "verifica" convocata dallo stesso segretario, davanti a tesserati e militanti, e puntualmente boicottata. Un boicottaggio che la sinistra dem sta mettendo in atto ormai da tempo e che oggi si traduce nel dire che l'incarico di segretario non funziona. Il segretario de Nicolo avrebbe chiesto un incontro del gruppo consiliare e degli assessori dem, con il segretario provinciale Ubaldo Pagano per chiedere la "cacciata" dei consiglieri Roberto la Grasta, Annalisa Altomare, Sergio De Pinto e Lia de Ceglia, con questi ultimi che si appellano al vincolo di appartenenza, "lealtà oppure ognuno per la sua strada".
"Stiamo trovando la quadra" è il commento sulla vicenda del segretario Piero de Nicolo. "Stiamo discutendo e lavorando per trovare serenità e coesione all'interno del gruppo consiliare,superando tutte le incomprensioni che possono esserci in un grande partito come il Pd. E visto che non siamo un partito di plastica, ma un partito vero, si possono alzare i toni della voce. Le persone responsabili trovano sempre una soluzione".
Il clima, dunque, è arroventato. La domanda è se ci siano ancora i presupposti per una convivenza all'interno dello stesso partito. E un'eventuale rottura chi danneggerebbe di più. La partita per il Pd è ardua. De Nicolo stesso è in affanno. Nulla è scontato, gli ostacoli numerosi e le incognite anche.