monsignor martella
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Chiesa locale

Un anno senza don Gino: dodici mesi fa il decesso improvviso

La Chiesa locale ricorda la bontà e la paterna cura pastorale di Mons. Martella

Ci ha lasciati storditi, attoniti, sgomenti. Il 6 luglio 2015 per Molfetta non è stata una giornata felice. La perdita di Mons. Luigi Martella ci colse impreparati. Avevamo perso la guida che tanto ha fatto per la nostra città. Con rigore morale, composta ed esemplare mitezza, don Gino ha guidato spiritualmente la nostra comunità.

La dipartita di S.E. Mons. Luigi Martella rappresenta una grave perdita per la Chiesa, per la Comunità cristiana, per i Comuni della diocesi che ha, con rettitudine, guidato in questi anni e per tutti coloro che hanno avuto l'onore di conoscerlo e di apprezzarne lo spessore morale, le doti di comunicatore e la profonda umiltà. Sempre discreto, ma presente, è stato punto di riferimento di una comunità che lo ha accolto, che lui portava nel cuore e che in questi anni ha voluto incontrare in ogni parrocchia e in ogni periferia sociale e urbana.

«Don Gino - scriveva don Domenico Amato, nel numero di Luce e Vita dello scorso 8 luglio 2015 - era un uomo buono, perché pacifico, capace di accoglienza e di ascolto. Per quasi quindici anni di episcopato non si è sottratto mai ai quotidiani colloqui con le persone che volevano incontrarlo».

Eletto vescovo il 13 dicembre 2000 e ordinato il 10 marzo 2001, nella Basilica di Otranto, per l'imposizione delle mani di Mons. Cacucci, Mons. Negro e Mons. Musarò, fece il suo ingresso a Molfetta il 17 marzo 2001, cominciando 14 anni di intenso episcopato, all'insegna del Propter nomen suum, scelto come motto episcopale. Tra le attenzioni pastorali di Mons. Luigi Martella memorabile il processo di canonizzazione del Servo di Dio Antonio Bello. Dopo aver ottenuto il nulla osta della Congregazione delle Cause dei Santi, il 27 novembre 2007, introdusse la causa con l'editto del 20 aprile 2008, istituendo gli Organi necessari e avviando, il 30 aprile 2010, la Prima sessione pubblica del Processo; concluso il processo diocesano il 30 novembre 2013, a venti anni dalla morte di don Tonino, il 17 aprile 2015, ricevette, la nota vaticana che constatava "la validità della medesima Causa Diocesana sul caso e secondo le finalità di cui si tratta, fatto salvo tutto ciò che c'era da salvare secondo la legge. Senza opposizione alcuna sui pro e sui contro".

Don Gino Martella ha inoltre, e non senza fatica ed ostacoli, mantenute vive le opere istituite da don Tonino, come la CASA per i tossicodipendenti, la Casa di accoglienza per senzatetto, in qualche caso anche ampliandole, come l'istituzione dei centri Caritas in tutte le città della diocesi.

Tanti i passi compiuti da don Gino nella diocesi: la presenza frequente nelle parrocchie, la scelta pastorale per i giovani e il progetto pastorale sull'educazione, la premura per la pastorale delle famiglie, i problemi sociali e del lavoro, la valorizzazione del patrimonio artistico e l'istituzione del Museo diocesano, l'impegno per la Caritas diocesana e il Seminario, l'attenzione ai Migranti, la cura delle chiese e la costruzione di nuovi edifici di culto; il crescente interesse per le comunicazioni sociali, con un orgoglio evidente per Luce e Vita e gli inserti di giovani e ragazzi, nonché per la comunicazione digitale.

La Conferenza Episcopale Pugliese lo aveva delegato proprio alla Commissione Comunicazione e Cultura. Da alcuni anni era anche Visitatore dei Seminari d'Italia. Dall'ottobre 2013 la Santa Sede lo aveva nominato Commissario Apostolico per tutte le Comunità della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza. Compiti delicati, che richiedevano discrezione, capacità di ascolto, e senso di responsabilità.

A distanza di un anno ricordiamo don Gino per il sorriso pacato e buono, per il carattere mite e benevolo, per la serenità che trasmetteva a chi gli stava vicino.
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