L'Ostello dell'Accoglienza, un intreccio di storie che parte da lontano
Asta, Mayn e Nawa: tre donne che in Italia hanno ritrovato speranza
Molfetta - martedì 10 settembre 2024
9.29
Storia, speranza, sogno e futuro: parole che si aggrappano a noi, scritte sulle pagine delle nostre vite. Ognuno ha modo di raccontarsi e raccontare, e ci sono determinate storie che possono essere davvero travagliate.
Così nascono i "racconti dal mare", memorie e vissuto di tutti quei migranti che, Odisseo peregrino, come ogni anno da diversi anni, contribuiscono strenuamente a mantenere viva la festa più amata dai molfettesi. E Molfetta, dal canto suo, non è mai rimasta a guardare: da svariate edizioni della fiera, oramai, a prendersi cura di queste persone provvedono diverse associazioni. Tra queste quella di Auser (tra le associazioni fondatrici dell'ostello dell'accoglienza): i volontari Auser, affiancati da altri di Croce Rossa Italiana, Unesco ed Inco, si sono impegnati e nell'assistere alcuni bambini, figli dei venditori, durante le tre mattine che riguardano la fiera. La colazione è invece stata offerta dall'Associazione Molfettesi nel mondo, eccetto i cornetti dell'8 settembre, che sono stati offerti da Fidapa.
Ciò ha permesso di confondere le carte delle loro vite.
I volontari Auser Antea e Vincenzo, hanno quindi incontrato storie come quelle di Asta (giovane dodicenne che vive a Putignano, nata in Italia ma senza cittadinanza, amante della scuola, promettente artista) o di Matyn (arrivata qui in Italia sette anni fa, innamoratissima di Molfetta, grata a tutta la cittadinanza che l'ha accolta e fatta sentire a casa) e Nawa (tenace donna, giunta in Italia all'età di dodici anni, che partecipa molto volentieri alla nostra festa patronale, pur essendo proprietaria di un negozio etnico a Bari). Nawa sostiene che, contrariamente a quanto si pensi, il razzismo al sud non c'è, e che molti semplicemente non conoscono: ciò predispone molte persone a voler capire, per lei il razzismo tende invece a configurarsi come un odio mirato verso qualcuno.
La Fiera che si è quindi appena conclusa non racconta solo un semplice giro sulle giostre, l'odore della carne grigliata o il luccichio dei fuochi d'artificio, che si specchiano sul mare ogni 8 Settembre, dettagli comunque importanti. Essa è eco di un sospiro di uomini e donne uniti dalla fede, dall'accoglienza, celati sotto il manto di una madre che ogni anno pone il suo gentile sguardo su noi Molfettesi, ricordandoci di aver cura di quel mare che ci rende tutti fratelli.
Così nascono i "racconti dal mare", memorie e vissuto di tutti quei migranti che, Odisseo peregrino, come ogni anno da diversi anni, contribuiscono strenuamente a mantenere viva la festa più amata dai molfettesi. E Molfetta, dal canto suo, non è mai rimasta a guardare: da svariate edizioni della fiera, oramai, a prendersi cura di queste persone provvedono diverse associazioni. Tra queste quella di Auser (tra le associazioni fondatrici dell'ostello dell'accoglienza): i volontari Auser, affiancati da altri di Croce Rossa Italiana, Unesco ed Inco, si sono impegnati e nell'assistere alcuni bambini, figli dei venditori, durante le tre mattine che riguardano la fiera. La colazione è invece stata offerta dall'Associazione Molfettesi nel mondo, eccetto i cornetti dell'8 settembre, che sono stati offerti da Fidapa.
Ciò ha permesso di confondere le carte delle loro vite.
I volontari Auser Antea e Vincenzo, hanno quindi incontrato storie come quelle di Asta (giovane dodicenne che vive a Putignano, nata in Italia ma senza cittadinanza, amante della scuola, promettente artista) o di Matyn (arrivata qui in Italia sette anni fa, innamoratissima di Molfetta, grata a tutta la cittadinanza che l'ha accolta e fatta sentire a casa) e Nawa (tenace donna, giunta in Italia all'età di dodici anni, che partecipa molto volentieri alla nostra festa patronale, pur essendo proprietaria di un negozio etnico a Bari). Nawa sostiene che, contrariamente a quanto si pensi, il razzismo al sud non c'è, e che molti semplicemente non conoscono: ciò predispone molte persone a voler capire, per lei il razzismo tende invece a configurarsi come un odio mirato verso qualcuno.
La Fiera che si è quindi appena conclusa non racconta solo un semplice giro sulle giostre, l'odore della carne grigliata o il luccichio dei fuochi d'artificio, che si specchiano sul mare ogni 8 Settembre, dettagli comunque importanti. Essa è eco di un sospiro di uomini e donne uniti dalla fede, dall'accoglienza, celati sotto il manto di una madre che ogni anno pone il suo gentile sguardo su noi Molfettesi, ricordandoci di aver cura di quel mare che ci rende tutti fratelli.