La Direzione Investigativa Antimafia
La Direzione Investigativa Antimafia
Cronaca

L'ipotesi dell'Antimafia: «Pizzo nel settore della pesca?»

Dopo la devastazione del mercato ittico di piazza Minuto Pesce

Tutto nasce da un efferato omicidio, quello di Gaetano Spera, ucciso a Giovinazzo, il 25 marzo 2015, legato al controllo delle attività di pesca nelle acque antistanti ai litorali di Giovinazzo e Santo Spirito per l'imposizione di somme estorsive ai pescatori: un regolamento di conti, quindi, legato all'imposizione del pizzo ai pescatori.

Un movente che riporta anche la Direzione Investigativa Antimafia nella propria relazione sul secondo semestre 2015: «A luglio 2015 - si legge a pagina 147 - è stato eseguito l'arresto di quattro responsabili di un efferato omicidio, consumato a colpi di arma da fuoco, avvenuto a Giovinazzo il precedente mese di marzo, ai danni di un giovane. Le investigazioni farebbero ricondurre il movente ad una guerra fra bande per il controllo del settore della pesca e del pizzo da imporre ai pescatori».

«Aspetto, quest'ultimo, - si legge ancora - che sembrerebbe interessare anche la vicina città di Molfetta, alla luce della devastazione di una parte del mercato ittico comunale avvenuta ad opera di ignoti il successivo mese di settembre». Il 26 settembre 2015, infatti, più giovani si introdussero all'interno di piazza Minuto Pesce arrecando danni ai banchi in marmo utilizzati per la vendita dei prodotti ittici.

L'Antimafia del capoluogo, poi, passando in rassegna la calda situazione della città di Bari, analizza, seppur brevemente, quello che accade nell'hinterland del capoluogo: in realtà, si legge nel rapporto, non è cambiato granché rispetto ai primi sei mesi del 2015. Il quadro, insomma, sembra sostanzialmente immutato.

I territori sono segnati «dall'operatività, spesso violenta, di una serie di gruppi criminali minori, molti dei quali connotati dalla presenza di giovani emergenti». Già, i giovani. Stando al lavoro di analisi dei detective della Direzione Investigativa Antimafia, le giovani leve «tendono da un lato a risolvere le controversie anche attraverso scontri armati, dall'altro a guadagnare spazio rispetto alle storiche organizzazioni criminali».

Da aggiornare l'elenco delle attività illecite anche se «è tuttavia il traffico di stupefacenti - si legge - il settore da cui le organizzazioni criminali traggono i maggiori profitti», mentre sulle estorsioni la strategia si declina non solo attraverso «la richiesta di denaro», ma anche con «l'imposizione di assunzioni di lavoratori o di contratti fittizi».
  • Direzione Investigativa Antimafia Molfetta
Altri contenuti a tema
«Tra gli obiettivi di colonizzazione dei Capriati rientrerebbe Molfetta» «Tra gli obiettivi di colonizzazione dei Capriati rientrerebbe Molfetta» Lo afferma, nella relazione semestrale al Parlamento, l'Antimafia. Che cita anche il sequestro milionario a Giuseppe Manganelli
Relazione Dia, ecco come la mafia diventerà forte grazie al Coronavirus Relazione Dia, ecco come la mafia diventerà forte grazie al Coronavirus Pubblicata la seconda relazione semestrale, un capitolo intero è dedicato all'emergenza sanitaria
Droga, l'Antimafia: «Accordi di ampio respiro per massimizzarne i profitti» Droga, l'Antimafia: «Accordi di ampio respiro per massimizzarne i profitti» È lo scenario stilato nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia riferita al secondo semestre del 2019
«A Molfetta è presente il clan Capriati» «A Molfetta è presente il clan Capriati» Lo certifica la semestrale relazione dell'Antimafia: «Attivo nel borgo antico di Bari, con ramificazioni anche a Molfetta»
«Sparatorie indicative delle profonde fibrillazioni tra i clan». Anche a Molfetta? «Sparatorie indicative delle profonde fibrillazioni tra i clan». Anche a Molfetta? Per l'Antimafia, infatti, la sparatoria di piazza Paradiso «sembrerebbe riconducibile a dissidi legati all'attività di spaccio»
Clan a «dimensione metropolitana-provinciale». Ma non a Molfetta Clan a «dimensione metropolitana-provinciale». Ma non a Molfetta L'Antimafia fotografa la realtà cittadina, in cui è forte il controllo delle famiglie protagoniste degli anni '90
Le mani dei clan baresi sull'area metropolitana, ma non su Molfetta Le mani dei clan baresi sull'area metropolitana, ma non su Molfetta È dunque ancora forte il controllo di alcune famiglie, protagoniste della primavera criminale degli anni '90?
© 2001-2024 MolfettaViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
MolfettaViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.