Territorio e Ambiente
L’impianto di affinamento dei reflui: un monumento allo spreco di denaro
Realizzato con finanziamenti pari a 33 miliari di vecchie lire
Molfetta - martedì 4 novembre 2014
12.36
Adesso, nell'area che avrebbe dovuto ospitare l'impianto di affinamento delle acque reflue, lungo la via che porta a Corato, è scomparsa anche la struttura destinata ad ospitare gli uffici. Almeno fino a maggio di quest'anno c'era ancora. A pezzi, fatiscente, saccheggiata in ogni dove, ma c'era.
Dell'impianto, finanziato con 33 miliardi di vecchie lire, sono rimasti solo alcuni vasconi e le tubazioni. Quell'impianto, la cui realizzazione, nell'ambito del programma operativo Puglia 1991-1993, era stata affidata al Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia nel 1994, avrebbe contribuito, senza ombra di dubbio, a risolvere il problema dei reflui, affinati, sarebbero stati impiegati per fini irrigui, e che, invece, provenienti dai depuratori, dopo i trattamenti, continuano a finire in mare. Gli stessi reflui che, con la realizzazione di una condotta sottomarina, ora si vorrebbero portare al largo.
Nei fatti l'impianto, ultimato, non ha mai funzionato. Ora, quello che ne resta, è un monumento agli sprechi di denaro pubblico, destinato a restare inutilizzato, perchè, per risolvere il problema dei reflui si ipotizza la realizzazione di una condotta sottomarina. «Non facciamo altro che – continua Salvemini - mettere la polvere sotto il tappeto ma la polvere purtroppo rimane sempre lì. La Regione, l'Acquedotto ed il Comune vogliono solo allontanare il problema dello sversamento dei reflui di qualche miglio, un problema annoso che ormai da alcuni anni vede protagonista solo schiuma ed inquinamento proprio nella zona dove qualche ben pensante vuole farci una riserva marina protetta. Si utilizzino i soldi per la costruzione della condotta sottomarina – conclude - per mettere in funzione l'impianto di affinamento».
Dell'impianto, finanziato con 33 miliardi di vecchie lire, sono rimasti solo alcuni vasconi e le tubazioni. Quell'impianto, la cui realizzazione, nell'ambito del programma operativo Puglia 1991-1993, era stata affidata al Consorzio di Bonifica Terre d'Apulia nel 1994, avrebbe contribuito, senza ombra di dubbio, a risolvere il problema dei reflui, affinati, sarebbero stati impiegati per fini irrigui, e che, invece, provenienti dai depuratori, dopo i trattamenti, continuano a finire in mare. Gli stessi reflui che, con la realizzazione di una condotta sottomarina, ora si vorrebbero portare al largo.
Nei fatti l'impianto, ultimato, non ha mai funzionato. Ora, quello che ne resta, è un monumento agli sprechi di denaro pubblico, destinato a restare inutilizzato, perchè, per risolvere il problema dei reflui si ipotizza la realizzazione di una condotta sottomarina. «Non facciamo altro che – continua Salvemini - mettere la polvere sotto il tappeto ma la polvere purtroppo rimane sempre lì. La Regione, l'Acquedotto ed il Comune vogliono solo allontanare il problema dello sversamento dei reflui di qualche miglio, un problema annoso che ormai da alcuni anni vede protagonista solo schiuma ed inquinamento proprio nella zona dove qualche ben pensante vuole farci una riserva marina protetta. Si utilizzino i soldi per la costruzione della condotta sottomarina – conclude - per mettere in funzione l'impianto di affinamento».