Cultura, Eventi e Spettacolo
L'energia di Gabbani e il delirio all'Anfiteatro di Ponente - LE FOTO
Oltre Occidentali's Karma c'è di più e la Fondazione Valente fa centro
Molfetta - lunedì 17 luglio 2017
12.10
Che Francesco Gabbani avesse fatto centro con la sua "Occidentali's Karma" non solo all'ultimo Festival di Sanremo era chiaro a tutti; che Gabbani fosse invece molto più di una canzone che sta continuando a contagiare il mondo lo ha confermato anche ieri sera a Molfetta con il concerto tenuto all'Anfiteatro di Ponente.
Semplice, potente e senza troppi fronzoli in scena, solo lui, la sua band e le sue canzoni ma soprattutto un'energia che riesce a trasmettere a tutti, anche allo spettatore più timido che alla fine non può non alzarsi, battere le mani e in uno slancio di coraggio accennare a qualche passo del tormentone del momento.
Ad aprire il concerto – davanti ad un Anfiteatro gremito come poche altre volte – il brano Magellano dall'omonimo ultimo disco uscito lo scorso aprile; a seguire un mix con brani dei lavori precedenti come Software e l'ultimo singolo ascoltatissimo in radio Tra le granite e le granate. Ed ancora In Equilibrio, La strada, A moment of silence, Clandestino, Eternamente ora, Immenso, I dischi non si suonano, Spogliarmi, Il vento si alzerà, Pachidermi e pappagalli e tante altre. Non poteva mancare Amen, il brano a cui lo stesso Gabbani deve la sua grande popolarità e che gli ha permesso di vincere la sezione "nuove proposte" del Festival di Sanremo 2016.
Un'alternanza di momenti con solo piano e voce con atmosfere intime in cui Gabbani ha emozionato e si è emozionato, per tornate subito dopo a riaccendere il pubblico con l'omaggio musicale a due colonne portanti della musica italiana, eseguendo Susanna di Celentano e Vengo anch'io dell'indimenticabile Enzo Jannacci.
Naturalmente a scatenare il delirio anche nel finale non poteva che essere Occidentali's Karma, con balli e cori quasi liberatori; una canzone che sembra essere diventata quasi un secondo inno italiano e non solo la canzone di un momento. Unico appunto, l'assenza della scimmia.
Durante la serata il presidente della Fondazione "Valente" - che ha voluto e organizzato l'evento assieme a Bass Culture -, l'avvocato Nanna, ha omaggiato Gabbani con una preziosa stampa di Mino Maccari, noto scrittore, pittore, incisore e giornalista italiano e conterraneo di Gabbani.
Con Gabbani a Molfetta la Fondazione "Valente" ha senza dubbio fatto centro, riuscendo a creare un evento capace di coinvolgere in modo trasversale tutti, dai più grandi capaci di cogliere le sfumature dei testi di Gabbani, ai più piccoli - e di bambini presenti ce n'erano davvero tanti - capaci di divertirsi in modo semplice e genuino.
Semplice, potente e senza troppi fronzoli in scena, solo lui, la sua band e le sue canzoni ma soprattutto un'energia che riesce a trasmettere a tutti, anche allo spettatore più timido che alla fine non può non alzarsi, battere le mani e in uno slancio di coraggio accennare a qualche passo del tormentone del momento.
Ad aprire il concerto – davanti ad un Anfiteatro gremito come poche altre volte – il brano Magellano dall'omonimo ultimo disco uscito lo scorso aprile; a seguire un mix con brani dei lavori precedenti come Software e l'ultimo singolo ascoltatissimo in radio Tra le granite e le granate. Ed ancora In Equilibrio, La strada, A moment of silence, Clandestino, Eternamente ora, Immenso, I dischi non si suonano, Spogliarmi, Il vento si alzerà, Pachidermi e pappagalli e tante altre. Non poteva mancare Amen, il brano a cui lo stesso Gabbani deve la sua grande popolarità e che gli ha permesso di vincere la sezione "nuove proposte" del Festival di Sanremo 2016.
Un'alternanza di momenti con solo piano e voce con atmosfere intime in cui Gabbani ha emozionato e si è emozionato, per tornate subito dopo a riaccendere il pubblico con l'omaggio musicale a due colonne portanti della musica italiana, eseguendo Susanna di Celentano e Vengo anch'io dell'indimenticabile Enzo Jannacci.
Naturalmente a scatenare il delirio anche nel finale non poteva che essere Occidentali's Karma, con balli e cori quasi liberatori; una canzone che sembra essere diventata quasi un secondo inno italiano e non solo la canzone di un momento. Unico appunto, l'assenza della scimmia.
Durante la serata il presidente della Fondazione "Valente" - che ha voluto e organizzato l'evento assieme a Bass Culture -, l'avvocato Nanna, ha omaggiato Gabbani con una preziosa stampa di Mino Maccari, noto scrittore, pittore, incisore e giornalista italiano e conterraneo di Gabbani.
Con Gabbani a Molfetta la Fondazione "Valente" ha senza dubbio fatto centro, riuscendo a creare un evento capace di coinvolgere in modo trasversale tutti, dai più grandi capaci di cogliere le sfumature dei testi di Gabbani, ai più piccoli - e di bambini presenti ce n'erano davvero tanti - capaci di divertirsi in modo semplice e genuino.