Cronaca
L'arsenale di De Benedictis, condanna definitiva per l'ex Gip di Molfetta
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso contro la condanna in Appello dell'ex magistrato. La pena diventa definitiva: 9 anni
Molfetta - giovedì 30 maggio 2024
17.20
Si chiude con una condanna definitiva a 9 anni, 3 mesi e 25 giorni il processo a carico dell'ex giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, originario di Molfetta, per il maxi arsenale scoperto ad Andria nel 2021. Da ieri, infatti, è diventata definitiva inflitta dalla Corte di Appello di Lecce.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati difensori dell'ex magistrato, Saverio Ingraffia e Gianfranco Schrione, confermando la pena inflitta dalla Corte d'Appello di Lecce lo scorso settembre. De Benedictis era già stato condannato in precedenza a 7 anni per corruzione in atti giudiziari. Insieme a lui, è stato condannato ad 8 anni di reclusione il proprietario dell'immobile dove fu rinvenuto l'arsenale, Antonio Tannoia, difeso dall'avvocato Mario Malcangi.
L'operazione della Polizia di Stato, avvenuta nell'aprile del 2021, aveva portato alla luce un vero e proprio arsenale: oltre 200 pezzi tra fucili mitragliatori, fucili a pompa, mitragliette (tra cui due kalashnikov ed altrettanti fucili di assalto AR15), armi antiche e storiche, pistole di vario tipo e marca, esplosivi, bombe a mano e una mina anticarro, oltre a 100.000 munizioni. I due erano erano accusati di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, oltre che di ricettazione.
De Benedictis è ai domiciliari. La sua passione per il collezionismo delle armi è stata un punto centrale della vicenda: «Pur di possedere quelle armi ero disposto a correre qualsiasi rischio, non mi interessava delle sanzioni perché dovevo soddisfare assolutamente un bisogno che per me era più doloroso di una sanzione».
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati difensori dell'ex magistrato, Saverio Ingraffia e Gianfranco Schrione, confermando la pena inflitta dalla Corte d'Appello di Lecce lo scorso settembre. De Benedictis era già stato condannato in precedenza a 7 anni per corruzione in atti giudiziari. Insieme a lui, è stato condannato ad 8 anni di reclusione il proprietario dell'immobile dove fu rinvenuto l'arsenale, Antonio Tannoia, difeso dall'avvocato Mario Malcangi.
L'operazione della Polizia di Stato, avvenuta nell'aprile del 2021, aveva portato alla luce un vero e proprio arsenale: oltre 200 pezzi tra fucili mitragliatori, fucili a pompa, mitragliette (tra cui due kalashnikov ed altrettanti fucili di assalto AR15), armi antiche e storiche, pistole di vario tipo e marca, esplosivi, bombe a mano e una mina anticarro, oltre a 100.000 munizioni. I due erano erano accusati di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, oltre che di ricettazione.
De Benedictis è ai domiciliari. La sua passione per il collezionismo delle armi è stata un punto centrale della vicenda: «Pur di possedere quelle armi ero disposto a correre qualsiasi rischio, non mi interessava delle sanzioni perché dovevo soddisfare assolutamente un bisogno che per me era più doloroso di una sanzione».