Chiesa locale
L'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero compie oggi 410 anni di storia
La sua fondazione risale al lontano 26 aprile 1613
Molfetta - mercoledì 26 aprile 2023
17.50
Compie 410 anni di storia l'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero a Molfetta: dal lontano 26 aprile 1613 alla giornata odierna, un periodo lunghissimo di storia che ha accompagnato più degli ultimi quattro secoli della storia di questa città tra fede e tradizione.
Nel medioevo a Molfetta si provvedeva alla sepoltura dei morti attraverso luoghi ben precisi in cui si compivano le inumazioni, per le quali avevano cura l'autorità del vescovo e le comunità monastiche. Vi era la "carnaria", ovvero la fossa comune nella quale erano inumati tutti indistintamente, sita in un terreno fuori dalle mura della città, di proprietà dell'episcopio, attorno ad un leggendario sepolcro di dodici pellegrini martiri e sulla quale, nel 1162, si dette inizio alla costruzione di una cappella funeraria dedicata alla Vergine Maria e ai santi martiri (Madonna dei Martiri).
Durante la visita del 1608 Mons. Bovio pregò sulle sepolture dei sacerdoti e dei chierici nell'antico duomo; successivamente nel 1613 si fermò in preghiera sul sepolcro delle monache di S.Pietro e su quello del Monte di Pietà. Per le sepolture dei morti erano le chiese degli organi mendicanti ad essere preferite, anche se sedi di confraternite come quelle della Cattedrale, della Morte, di S.Domenico, di S.Andrea, della S.ma Trinità, di S.Stefano.
Mons. Bovio il 22 novembre 1613 testimoniò formalmente all'Arciconfraternita di S. Maria dell'Orazione e Morte di Roma il suo consenso e beneplacito nei confronti della confraternita "piorum hominum" eretta nella chiesa di S.Francesco nel suburbio di Molfetta, sotto il titolo di "Confraternita della Morte". Egli stesso postulò l'aggregazione all'Arciconfraternita romana e da cui i confratelli adottarono il sacco "nigri colirs et imagine mortis super humero sinistro".
Loro scopo principale la sepoltura dei poveri. La visita di Mons. Fabrizio Antonio Salerni, compiuta il 29 novembre 1715, aggiunse altre notizie: dalla copia di un documento trascritto nella platea dei beni appartenenti alla confraternita essa risultava fondata, con il consenso di Mon. Bovio, nella chiesa di S. Maria del Pianto il 26 aprile 1613 e aggregata all'arciconfraternita romana nel 1614.
Ultima iniziativa intrapresa, divenuta tradizione secolare della città, è quella della processione nella sera del Venerdì Santo nella quale si recavano per la città alcune statue rappresentanti la passione di Gesù. In tal senso risulta che all'interno della chiesa della Morte vi era un armadio nel quale erano custodite le statue, mentre in uno stipes concavus c'era la statua lignea di Cristo morto.
Nel medioevo a Molfetta si provvedeva alla sepoltura dei morti attraverso luoghi ben precisi in cui si compivano le inumazioni, per le quali avevano cura l'autorità del vescovo e le comunità monastiche. Vi era la "carnaria", ovvero la fossa comune nella quale erano inumati tutti indistintamente, sita in un terreno fuori dalle mura della città, di proprietà dell'episcopio, attorno ad un leggendario sepolcro di dodici pellegrini martiri e sulla quale, nel 1162, si dette inizio alla costruzione di una cappella funeraria dedicata alla Vergine Maria e ai santi martiri (Madonna dei Martiri).
Durante la visita del 1608 Mons. Bovio pregò sulle sepolture dei sacerdoti e dei chierici nell'antico duomo; successivamente nel 1613 si fermò in preghiera sul sepolcro delle monache di S.Pietro e su quello del Monte di Pietà. Per le sepolture dei morti erano le chiese degli organi mendicanti ad essere preferite, anche se sedi di confraternite come quelle della Cattedrale, della Morte, di S.Domenico, di S.Andrea, della S.ma Trinità, di S.Stefano.
Mons. Bovio il 22 novembre 1613 testimoniò formalmente all'Arciconfraternita di S. Maria dell'Orazione e Morte di Roma il suo consenso e beneplacito nei confronti della confraternita "piorum hominum" eretta nella chiesa di S.Francesco nel suburbio di Molfetta, sotto il titolo di "Confraternita della Morte". Egli stesso postulò l'aggregazione all'Arciconfraternita romana e da cui i confratelli adottarono il sacco "nigri colirs et imagine mortis super humero sinistro".
Loro scopo principale la sepoltura dei poveri. La visita di Mons. Fabrizio Antonio Salerni, compiuta il 29 novembre 1715, aggiunse altre notizie: dalla copia di un documento trascritto nella platea dei beni appartenenti alla confraternita essa risultava fondata, con il consenso di Mon. Bovio, nella chiesa di S. Maria del Pianto il 26 aprile 1613 e aggregata all'arciconfraternita romana nel 1614.
Ultima iniziativa intrapresa, divenuta tradizione secolare della città, è quella della processione nella sera del Venerdì Santo nella quale si recavano per la città alcune statue rappresentanti la passione di Gesù. In tal senso risulta che all'interno della chiesa della Morte vi era un armadio nel quale erano custodite le statue, mentre in uno stipes concavus c'era la statua lignea di Cristo morto.