Vita di città
L’addio commosso a Nicola Azzollini
La città intera tributa l’estremo saluto
Molfetta - venerdì 6 marzo 2015
17.53
Nonostante la pioggia battente e il forte vento, la chiesa della Cattedrale di Molfetta, non è riuscita a contenere tutta la gente che si è recata per stringersi ai familiari e tributare l'ultimo saluto al dott. Nicola Azzollini, per tutti il presidente.
Le più alte cariche politiche, civili e militari hanno partecipato alle esequie officiate da Mons. Luigi Martella e da numerosi sacerdoti della diocesi che hanno concelebrato il rito funebre. Presente il gonfalone della Città di Molfetta e dell' Associazione Molfettesi nel Mondo. Nelle prime file naturalmente la moglie con i figli, provati dalla lunga malattia del congiunto,i familiari, naturalmente il fratello, il senatore Antonio, e tanti amici. Durante l' omelia il Vescovo ha affermato che «la morte lascia sempre increduli, che non si è mai preparati, anche se è preceduta da una malattia». Ha tracciato poi la figura del dottor Nicola, un grande lavoratore, uno uomo che aveva cercato fino alla fine di combattere la malattia insieme ai medici e familiari. «La morte è un mistero - ha continuato il Vescovo - ed è importante per un cristiano credere nella resurrezione e nell'immortalità. Non esibiva la fede, ma la viveva, come era nel suo carattere. Sfuggiva le luci della ribalta; preferiva il silenzio, visto il suo carattere schivo. Era un intellettuale dotato, uno studioso, un professionista affidabile e capace. Ha dato tanto alla città, che amava profondamente e capiva i disagi delle persone. Era un uomo generoso, che guardava al futuro con speranza».
Ha poi rivolto un pensiero alla moglie e ai figli dicendo che lui vivrà attraverso i suoi insegnamenti e il suo pensiero. A ricordarlo anche uno dei suoi dipendenti che, a nome di tutti, ha voluto lasciare un ricordo affettuoso e molto partecipato. Il giovane ha voluto sottolineare come «il presidente ha insegnato ai suoi dipendenti valori come il sacrificio, la coerenza, l' umiltà e la dedizione. E' stata una guida lavorativa ed umana, un esempio per tutti. Ascoltava il punto di vista di ciascuno, dispensando consigli e trattava i dipendenti come figli». Il suo intervento si è concluso chiedendo al presidente di vegliare da lassù e continuare a spronare i suoi dipendenti, ad incoraggiarli e a guidarli.
Alla frase: "Presidente, sei il migliore" è seguito un lungo e caloroso applauso. A seguire ha preso la parola il senatore Azzollini che ha tracciato la storia della sua famiglia, passata dalla grande agiatezza alle ristrettezze economiche per cui il giovane Nicola fu costretto ad emigrare il Germania. Studente modello, vince il concorso come ordinario di ragioneria e tecnica, diventando docente e facendo del lavoro uno dei capi saldi della sua vita insieme al sacrificio e all'impegno. Era un profondo conoscitore dei bilanci, argomento su cui si era confrontato con i più grandi economisti, aveva avviato il microcredito e sapeva cosa era un prestito obbligazionario. Sapeva cosa significava trovarsi nello stato del bisogno e per questo la scelta della Cattolica popolare, in favore di una economia sociale. Non ostentava il lusso, non rientrava nel suo modo di vivere. «Ancora pochi giorni fà - ha ricordato il senatore - parlava di bilancio, economia e scelte del governo.
Ha poi ricordato l'amicizia particolare che lo legava a Beniamino Finocchiaro e la sua profonda lealtà nella vita pubblica. Con la dipartita del dott. Nicola Azzollini, Molfetta perde uno degli uomini più rappresentativi del nostro tempo.
Le più alte cariche politiche, civili e militari hanno partecipato alle esequie officiate da Mons. Luigi Martella e da numerosi sacerdoti della diocesi che hanno concelebrato il rito funebre. Presente il gonfalone della Città di Molfetta e dell' Associazione Molfettesi nel Mondo. Nelle prime file naturalmente la moglie con i figli, provati dalla lunga malattia del congiunto,i familiari, naturalmente il fratello, il senatore Antonio, e tanti amici. Durante l' omelia il Vescovo ha affermato che «la morte lascia sempre increduli, che non si è mai preparati, anche se è preceduta da una malattia». Ha tracciato poi la figura del dottor Nicola, un grande lavoratore, uno uomo che aveva cercato fino alla fine di combattere la malattia insieme ai medici e familiari. «La morte è un mistero - ha continuato il Vescovo - ed è importante per un cristiano credere nella resurrezione e nell'immortalità. Non esibiva la fede, ma la viveva, come era nel suo carattere. Sfuggiva le luci della ribalta; preferiva il silenzio, visto il suo carattere schivo. Era un intellettuale dotato, uno studioso, un professionista affidabile e capace. Ha dato tanto alla città, che amava profondamente e capiva i disagi delle persone. Era un uomo generoso, che guardava al futuro con speranza».
Ha poi rivolto un pensiero alla moglie e ai figli dicendo che lui vivrà attraverso i suoi insegnamenti e il suo pensiero. A ricordarlo anche uno dei suoi dipendenti che, a nome di tutti, ha voluto lasciare un ricordo affettuoso e molto partecipato. Il giovane ha voluto sottolineare come «il presidente ha insegnato ai suoi dipendenti valori come il sacrificio, la coerenza, l' umiltà e la dedizione. E' stata una guida lavorativa ed umana, un esempio per tutti. Ascoltava il punto di vista di ciascuno, dispensando consigli e trattava i dipendenti come figli». Il suo intervento si è concluso chiedendo al presidente di vegliare da lassù e continuare a spronare i suoi dipendenti, ad incoraggiarli e a guidarli.
Alla frase: "Presidente, sei il migliore" è seguito un lungo e caloroso applauso. A seguire ha preso la parola il senatore Azzollini che ha tracciato la storia della sua famiglia, passata dalla grande agiatezza alle ristrettezze economiche per cui il giovane Nicola fu costretto ad emigrare il Germania. Studente modello, vince il concorso come ordinario di ragioneria e tecnica, diventando docente e facendo del lavoro uno dei capi saldi della sua vita insieme al sacrificio e all'impegno. Era un profondo conoscitore dei bilanci, argomento su cui si era confrontato con i più grandi economisti, aveva avviato il microcredito e sapeva cosa era un prestito obbligazionario. Sapeva cosa significava trovarsi nello stato del bisogno e per questo la scelta della Cattolica popolare, in favore di una economia sociale. Non ostentava il lusso, non rientrava nel suo modo di vivere. «Ancora pochi giorni fà - ha ricordato il senatore - parlava di bilancio, economia e scelte del governo.
Ha poi ricordato l'amicizia particolare che lo legava a Beniamino Finocchiaro e la sua profonda lealtà nella vita pubblica. Con la dipartita del dott. Nicola Azzollini, Molfetta perde uno degli uomini più rappresentativi del nostro tempo.