Cultura, Eventi e Spettacolo
Kamasi Washington, l'anima nera che ha stregato l'Anfiteatro
Il concerto rientra nel cartellone di eventi estivi della Fondazione "Valente"
Molfetta - giovedì 20 luglio 2017
2.35
È una presenza importante quella di Kamasi Washington a Molfetta, all'interno della rassegna di concerti e spettacoli estivi "Luci e Suoni a Levante" organizzata dalla Fondazione "Valente" sotto l'egida del del Ministero dei Beni e Attività culturali e del Turismo.
Una presenza importante non solo per la stazza fisica notevole: appare quasi una figura strana quando lo si vede sul palco, con la lunga tunica nera e quel kimono abbandonato sulle spalle e lungo il corpo che non fa pensare certo ad un senso di leggerezza. Ma quando inizia a suonare il sassofono, allora è tutta un'altra storia, anzi un'altra musica.
E ogni singolo componente della sua band non è da meno. Il concerto inizia e si rimane subito a bocca aperta, stregati dalla varietà di suoni, dai virtuosismi, dai giochi di note che si rincorrono, salgono e scendono, esplodono e poi si fanno piccole piccole.
Perché la musica, tutta quella musica suonata in circa due ore ininterrotte si concerto, sembra venir fuori dagli strumenti con estrema facilità, un gioco da ragazzi per Kamasi e gli altri; come se fosse contenuta nel suo sassofono, nei tamburi della batteria, nei tasti delle tastiere e solo pigiandoli, chiudendo o aprendo le chiavi nel modo giusto si sparge nell'aria e arriva alle orecchie e all'animo.
Con "The epic" il suo ultimo lavoro, da cui sono tratti la maggior parte dei brani eseguiti all'Anfiteatro di Ponente, Kamasi Washington ha portato a Molfetta del jazz di qualità, praticamente "roba buona" per intenditori. E fa piacere constatare che quegli intenditori presenti, quelli che hanno applaudito e chiesto in coro ad alta voce "one more time", un ultimo brano, a conclusione del concerto, fossero soprattutto giovani.
Una presenza importante non solo per la stazza fisica notevole: appare quasi una figura strana quando lo si vede sul palco, con la lunga tunica nera e quel kimono abbandonato sulle spalle e lungo il corpo che non fa pensare certo ad un senso di leggerezza. Ma quando inizia a suonare il sassofono, allora è tutta un'altra storia, anzi un'altra musica.
E ogni singolo componente della sua band non è da meno. Il concerto inizia e si rimane subito a bocca aperta, stregati dalla varietà di suoni, dai virtuosismi, dai giochi di note che si rincorrono, salgono e scendono, esplodono e poi si fanno piccole piccole.
Perché la musica, tutta quella musica suonata in circa due ore ininterrotte si concerto, sembra venir fuori dagli strumenti con estrema facilità, un gioco da ragazzi per Kamasi e gli altri; come se fosse contenuta nel suo sassofono, nei tamburi della batteria, nei tasti delle tastiere e solo pigiandoli, chiudendo o aprendo le chiavi nel modo giusto si sparge nell'aria e arriva alle orecchie e all'animo.
Con "The epic" il suo ultimo lavoro, da cui sono tratti la maggior parte dei brani eseguiti all'Anfiteatro di Ponente, Kamasi Washington ha portato a Molfetta del jazz di qualità, praticamente "roba buona" per intenditori. E fa piacere constatare che quegli intenditori presenti, quelli che hanno applaudito e chiesto in coro ad alta voce "one more time", un ultimo brano, a conclusione del concerto, fossero soprattutto giovani.