Cultura, Eventi e Spettacolo
"Io medico" : Felice Spaccavento si racconta a Molfetta
Ieri la presentazione del libro a firma del dottore
Molfetta - sabato 19 gennaio 2019
11.54
Nella cornice della Cappella Auditorium della chiesa "Cuore Immacolato di Maria" di Molfetta, ha avuto luogo venerdì 18 gennaio la presentazione del libro "Io, medico – Storie di ordinaria sanità", spaccato della vita fuori e dentro le corsie ospedaliere del dott. Felice Spaccavento, dirigente medico presso il Servizio di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale di Corato, nonché originario promotore del progetto per l'Ospedale Unico del Nord Barese.
L'incontro, avvenuto alla presenza di una platea numerosa ed emotivamente coinvolta, ha visto anche la partecipazione dell'oncologo Antonio Cusmai, della scrittrice Mariella Sciancalepore e dell'editor Mario Albrizio, intervallati nei loro interventi dalle letture di passi del libro, eseguite da Antonio Mazzone e Ergerta Cuko.
La genesi del volume e probabilmente ragione anche della sua immediatezza e freschezza, è il flusso di pensieri scritti sotto forma di post su Facebook del dott. Spaccavento, a conclusione e suggello di tante giornate spese a contatto con il dolore altrui: i racconti perciò mescolano diversi registri, dallo strazio per pazienti persi o irrimediabilmente segnati, alla rabbia per un sistema che stritola nella disorganizzazione e nella carenza di mezzi le energie e le volizioni di tanti medici, fino allo struggente ricordo del padre Leo, medico anch'egli e sempre stella polare della vita professionale e non del dott. Spaccavento.
La cifra immediata del libro, ma anche ciò che emerge umanamente dalle parole del dott. Spaccavento, è un modo diverso di intendere la medicina, ben lontana dal mondo sterile e freddo di luminari con i telefoni staccati e le porte degli studi chiusi: chi sceglie il mestiere di medico, sostiene il dott. Spaccavento, deve essere prima di tutto un individuo dotato di empatia, di compartecipazione alla sofferenza altrui, capace di dare importanza alla giusta formulazione di una diagnosi, ma anche al corretto modo di comunicazione con il paziente, cosa che non viene insegnata nei corsi universitari ai giovani aspiranti dottori, ma che è la prima linea di cura di un malato: la sensazione cioè che il suo malessere sia compreso, capito, condiviso e caricato sulle spalle di chi ha a cuore il suo benessere.
La missione di questo tipo di medicina "diversa" ha spinto perciò a progettare di devolvere ogni guadagno delle vendite del libro per la promozione di quest'ideale mediante il finanziamento di corsi di formazione, o l'acquisto di apparecchiature ed in generale per ogni iniziativa utile in tal senso: tutti questi interventi e tutti coloro che ne saranno artefici saranno come delle piccole "pietroline" impegnate ad inceppare il meccanismo spesso farraginoso ed asettico della sanità pugliese e italiana, finanche tentando di invertirne il corso.
Nella serata, non è mancato l'affettuoso ricordo del vescovo Don Tonino Bello, altro cardine della formazione umana del dott. Spaccavento il quale, rammentandone la capacità di far "innamorare" persino i laici come lui, ha compianto la sua assenza in un periodo storico travagliato come quello attuale. Nota amara, rimasta in sottofondo, resta quella del progetto dell'Ospedale del Nord Barese, ancora fortemente propugnato dal dott. Spaccavento, ma che, sebbene ancora esistente, si è fortemente diluito nella sua spinta propulsiva iniziale per le alterne vicende politiche.
Un libro, perciò, che si preannuncia già solo alla sua presentazione come emozionante e coinvolgente: uno sguardo nel mondo dei camici verdi, che sono vite anch'esse con un loro vissuto, pensiero e sentimento, e che spesso restano confinate nell'angolo periferico della nostra visione.
L'incontro, avvenuto alla presenza di una platea numerosa ed emotivamente coinvolta, ha visto anche la partecipazione dell'oncologo Antonio Cusmai, della scrittrice Mariella Sciancalepore e dell'editor Mario Albrizio, intervallati nei loro interventi dalle letture di passi del libro, eseguite da Antonio Mazzone e Ergerta Cuko.
La genesi del volume e probabilmente ragione anche della sua immediatezza e freschezza, è il flusso di pensieri scritti sotto forma di post su Facebook del dott. Spaccavento, a conclusione e suggello di tante giornate spese a contatto con il dolore altrui: i racconti perciò mescolano diversi registri, dallo strazio per pazienti persi o irrimediabilmente segnati, alla rabbia per un sistema che stritola nella disorganizzazione e nella carenza di mezzi le energie e le volizioni di tanti medici, fino allo struggente ricordo del padre Leo, medico anch'egli e sempre stella polare della vita professionale e non del dott. Spaccavento.
La cifra immediata del libro, ma anche ciò che emerge umanamente dalle parole del dott. Spaccavento, è un modo diverso di intendere la medicina, ben lontana dal mondo sterile e freddo di luminari con i telefoni staccati e le porte degli studi chiusi: chi sceglie il mestiere di medico, sostiene il dott. Spaccavento, deve essere prima di tutto un individuo dotato di empatia, di compartecipazione alla sofferenza altrui, capace di dare importanza alla giusta formulazione di una diagnosi, ma anche al corretto modo di comunicazione con il paziente, cosa che non viene insegnata nei corsi universitari ai giovani aspiranti dottori, ma che è la prima linea di cura di un malato: la sensazione cioè che il suo malessere sia compreso, capito, condiviso e caricato sulle spalle di chi ha a cuore il suo benessere.
La missione di questo tipo di medicina "diversa" ha spinto perciò a progettare di devolvere ogni guadagno delle vendite del libro per la promozione di quest'ideale mediante il finanziamento di corsi di formazione, o l'acquisto di apparecchiature ed in generale per ogni iniziativa utile in tal senso: tutti questi interventi e tutti coloro che ne saranno artefici saranno come delle piccole "pietroline" impegnate ad inceppare il meccanismo spesso farraginoso ed asettico della sanità pugliese e italiana, finanche tentando di invertirne il corso.
Nella serata, non è mancato l'affettuoso ricordo del vescovo Don Tonino Bello, altro cardine della formazione umana del dott. Spaccavento il quale, rammentandone la capacità di far "innamorare" persino i laici come lui, ha compianto la sua assenza in un periodo storico travagliato come quello attuale. Nota amara, rimasta in sottofondo, resta quella del progetto dell'Ospedale del Nord Barese, ancora fortemente propugnato dal dott. Spaccavento, ma che, sebbene ancora esistente, si è fortemente diluito nella sua spinta propulsiva iniziale per le alterne vicende politiche.
Un libro, perciò, che si preannuncia già solo alla sua presentazione come emozionante e coinvolgente: uno sguardo nel mondo dei camici verdi, che sono vite anch'esse con un loro vissuto, pensiero e sentimento, e che spesso restano confinate nell'angolo periferico della nostra visione.