Intitolata una via di Molfetta alle “Vittime del Moby Prince”
Una strada per non dimenticare una strage che ancora è in attesa di verità e giustizia
Molfetta - lunedì 11 aprile 2022
18.13
Da oggi, giorno del trentunesimo anniversario, Molfetta avrà una strada intitolata alle "vittime della Moby Prince".
Il 10 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno il traghetto Moby Prince entro in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, andando in fiamme. Morirono 140 persone, un solo sopravvissuto. In quella strage Molfetta perse quattro suoi concittadini: Giovanni Abbattista (45 anni) , Natale Amato (53 anni), Giuseppe de Gennaro (29 anni) e Nicola Salvemini (36 anni).
In loro memoria, e soprattutto come monito perché verità e giustizia siano fatte, Rifondazione Comunista ha proposto l'intitolazione di una strada a questi uomini.
Ed oggi la stradina che porta dalla piazzetta della Madonna della Rosa verso vicinale Mino, sino all'altezza del ponte della 16 bis, è diventata "via Vittime della Moby Prince".
Non si è trattato solo dell'intitolazione di una strada a un evento tragico, ma un grido forte della città di Molfetta a chiedere chiarezza su quanto avvenuto quel 10 aprile 1991 nel porto di Livorno. Una tragedia che non ha mai avuto colpevoli. Tanti anche i depistaggi. I contorni sono stati nebulosi, sin dal primo momento, si pensi al fatto che se i soccorsi fossero arrivati in tempo tanti si sarebbero potuti salvare, lo dicono le Commissioni parlamentari d'inchiesta.
Presenti questa mattina alla cerimonia di intitolazione della via, i familiari delle vittime, a nome di tutti ha parlato Emanuele Abbattista che ha voluto ribadire: «la nostra non è solo una battaglia di memoria, ma anche di verità e di giustizia, perché le famiglie della Moby Prince dopo 31 anni chiedono di conoscere la verità di quanto accaduto quella notte, perché un traghetto nel porto di Livorno alle 21.10 impatta contro una petroliera grande quanto tre campi di calcio. E soprattutto c'è ancora da capire perché i soccorsi arrivarono poco dopo la mezzanotte, quasi tre ore dopo.
Siamo grati e contenti che l'amministrazione si è affiancata a questo percorso di verità e giustizia».
Infatti è proprio il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, a rimarcare che «Molfetta non deve dimenticare, questi concittadini che hanno perso la vita sul lavoro in circostanze ancora tutte da chiarire».
Al sindaco, Tommaso Minervini, il compito di scoprire la targa, che «deve essere di memoria alle future generazioni». E aggiunge in tema di sicurezza sul lavoro e sulla sicurezza in mare che «nell'ambito del Pnrr, abbiamo previsto una scuola di formazione all'interno dell'Istituto nautico su proposta della Città Metropolitana».
Il primo cittadino sostiene con fermezza che: «era una tragedia che si poteva evitare».
Su quel traghetto c'era la vita, i sogni, le speranze di 140 persone, che non furono mai soccorse e dopo trentuno anni siamo ancora qui a chiedere verità e giustizia per loro e per i loro familiari, ci auguriamo che prossime inchieste possano dare una nuova chiave di lettura a questa incredibile strage.
Il 10 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno il traghetto Moby Prince entro in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, andando in fiamme. Morirono 140 persone, un solo sopravvissuto. In quella strage Molfetta perse quattro suoi concittadini: Giovanni Abbattista (45 anni) , Natale Amato (53 anni), Giuseppe de Gennaro (29 anni) e Nicola Salvemini (36 anni).
In loro memoria, e soprattutto come monito perché verità e giustizia siano fatte, Rifondazione Comunista ha proposto l'intitolazione di una strada a questi uomini.
Ed oggi la stradina che porta dalla piazzetta della Madonna della Rosa verso vicinale Mino, sino all'altezza del ponte della 16 bis, è diventata "via Vittime della Moby Prince".
Non si è trattato solo dell'intitolazione di una strada a un evento tragico, ma un grido forte della città di Molfetta a chiedere chiarezza su quanto avvenuto quel 10 aprile 1991 nel porto di Livorno. Una tragedia che non ha mai avuto colpevoli. Tanti anche i depistaggi. I contorni sono stati nebulosi, sin dal primo momento, si pensi al fatto che se i soccorsi fossero arrivati in tempo tanti si sarebbero potuti salvare, lo dicono le Commissioni parlamentari d'inchiesta.
Presenti questa mattina alla cerimonia di intitolazione della via, i familiari delle vittime, a nome di tutti ha parlato Emanuele Abbattista che ha voluto ribadire: «la nostra non è solo una battaglia di memoria, ma anche di verità e di giustizia, perché le famiglie della Moby Prince dopo 31 anni chiedono di conoscere la verità di quanto accaduto quella notte, perché un traghetto nel porto di Livorno alle 21.10 impatta contro una petroliera grande quanto tre campi di calcio. E soprattutto c'è ancora da capire perché i soccorsi arrivarono poco dopo la mezzanotte, quasi tre ore dopo.
Siamo grati e contenti che l'amministrazione si è affiancata a questo percorso di verità e giustizia».
Infatti è proprio il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, a rimarcare che «Molfetta non deve dimenticare, questi concittadini che hanno perso la vita sul lavoro in circostanze ancora tutte da chiarire».
Al sindaco, Tommaso Minervini, il compito di scoprire la targa, che «deve essere di memoria alle future generazioni». E aggiunge in tema di sicurezza sul lavoro e sulla sicurezza in mare che «nell'ambito del Pnrr, abbiamo previsto una scuola di formazione all'interno dell'Istituto nautico su proposta della Città Metropolitana».
Il primo cittadino sostiene con fermezza che: «era una tragedia che si poteva evitare».
Su quel traghetto c'era la vita, i sogni, le speranze di 140 persone, che non furono mai soccorse e dopo trentuno anni siamo ancora qui a chiedere verità e giustizia per loro e per i loro familiari, ci auguriamo che prossime inchieste possano dare una nuova chiave di lettura a questa incredibile strage.