Cronaca
Intercettazioni Azzollini, «contraddizioni nei documenti»
La Giunta per le immunità rinvia ancora la decisione
Molfetta - giovedì 2 ottobre 2014
7.59
Ancora una fumata nera al Senato sull'uso delle intercettazioni telefoniche del senatore Antonio Azzollini presidente della Commissione Bilancio al Senato. Nella seduta svoltasi ieri pomeriggio a Palazzo Madama la Giunta per le immunità parlamentari è stata chiamata a decidere ancora una volta se concedere o negare il nulla osta all'uso delle trascrizioni telefoniche disposte dalla Procura di Trani nell'ambito dell'inchiesta che vede coinvolto l'ex sindaco di Molfetta. Com'è noto, l'inchiesta penale riguarda i fondi per il nuovo Porto utilizzati, questa la principale accusa, per finanziare opere pubbliche diverse (ancorché di natura sociale, sportiva e culturale).
L'esame del caso al Senato va avanti già da nove mesi senza che la Giunta sia arrivata finora a una sintesi. La vicenda è molto intricata e verte tutta sulle carte inviate a Roma dalla Procura di Trani. Tant'è che nelle sedute è stata richiesta alla stessa Procura di Trani un'integrazione documentale per fare ulteriormente chiarezza. Il nodo da sciogliere riguarda infatti il momento esatto in cui il senatore Azzollini è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di associazione a delinquere (art. 416 del codice penale): se da un lato la Procura di Trani fa ufficialmente riferimento agli avvisi di garanzia notificati nel 2013, dall'altra parte il senatore Azzollini ha presentato decine di documenti da cui emergerebbe chiaro come in realtà le indagini a suo carico risalirebbero già a tre anni prima, al 2009. In quest'ultimo caso, infatti, le intercettazioni non potrebbero essere utilizzate, perderebbero cioè la loro validità in quanto condotte su un parlamentare già indagato senza che ci fosse stata preliminarmente richiesta la necessaria autorizzazione da parte della Camera di appartenenza.
Su questo punto il senatore Malan (FI-Pdl) nella seduta di ieri ha evidenziato profili di "contraddittorietà" nella documentazione trasmessa dalla Procura e sottoscritta dai pubblici ministeri Ruggero e Savasta. Secondo il componente della Giunta in quota Forza Italia, i magistrati in alcuni passaggi farebbero riferimento a indagini su Azzollini avviate nel 2013 mentre in altri passaggi citerebbero il 2009. «Nel caso di specie – spiega Malan - emerge una gravissima negligenza della quale si è resa responsabile la Procura ed è forse ipotizzabile anche un'ipotesi di falso, della quale andrebbe investita l'autorità giudiziaria competente.» Un altro senatore, Augello, componente NCD della Giunta, ha addirittura rilevato che «nel caso di specie non è chiaro se le erronee informazioni fornite dalla Procura alla Giunta siano frutto di una negligenza o se, al contrario, se le stesse siano imputabili a comportamenti dolosi.» Insomma, per Augello "le intercettazioni sono prive del requisito della necessità e altresì che dalle modalità anomale, con le quali è stata condotta l'intera vicenda, emerge un fumus persecutionis". Subito dopo questi ultimi interventi il presidente della Giunta Stefano (SEL) ha sospeso la discussione rinviando la seduta.
L'esame del caso al Senato va avanti già da nove mesi senza che la Giunta sia arrivata finora a una sintesi. La vicenda è molto intricata e verte tutta sulle carte inviate a Roma dalla Procura di Trani. Tant'è che nelle sedute è stata richiesta alla stessa Procura di Trani un'integrazione documentale per fare ulteriormente chiarezza. Il nodo da sciogliere riguarda infatti il momento esatto in cui il senatore Azzollini è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di associazione a delinquere (art. 416 del codice penale): se da un lato la Procura di Trani fa ufficialmente riferimento agli avvisi di garanzia notificati nel 2013, dall'altra parte il senatore Azzollini ha presentato decine di documenti da cui emergerebbe chiaro come in realtà le indagini a suo carico risalirebbero già a tre anni prima, al 2009. In quest'ultimo caso, infatti, le intercettazioni non potrebbero essere utilizzate, perderebbero cioè la loro validità in quanto condotte su un parlamentare già indagato senza che ci fosse stata preliminarmente richiesta la necessaria autorizzazione da parte della Camera di appartenenza.
Su questo punto il senatore Malan (FI-Pdl) nella seduta di ieri ha evidenziato profili di "contraddittorietà" nella documentazione trasmessa dalla Procura e sottoscritta dai pubblici ministeri Ruggero e Savasta. Secondo il componente della Giunta in quota Forza Italia, i magistrati in alcuni passaggi farebbero riferimento a indagini su Azzollini avviate nel 2013 mentre in altri passaggi citerebbero il 2009. «Nel caso di specie – spiega Malan - emerge una gravissima negligenza della quale si è resa responsabile la Procura ed è forse ipotizzabile anche un'ipotesi di falso, della quale andrebbe investita l'autorità giudiziaria competente.» Un altro senatore, Augello, componente NCD della Giunta, ha addirittura rilevato che «nel caso di specie non è chiaro se le erronee informazioni fornite dalla Procura alla Giunta siano frutto di una negligenza o se, al contrario, se le stesse siano imputabili a comportamenti dolosi.» Insomma, per Augello "le intercettazioni sono prive del requisito della necessità e altresì che dalle modalità anomale, con le quali è stata condotta l'intera vicenda, emerge un fumus persecutionis". Subito dopo questi ultimi interventi il presidente della Giunta Stefano (SEL) ha sospeso la discussione rinviando la seduta.