Politica
Infante: «Su capodanno nessuno dell'amministrazione si è assunto le proprie reponsabilità»
Il consigliere comunale: «Ho ritenuto necessario proporre la mozione di sfiducia per l'assessore Roselli»
Molfetta - venerdì 26 gennaio 2024
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Il consigliere comunale Giovanni Infante ha commentato l'ultimo Consiglio comunale sul tema sicurezza:
"Con la seduta straordinaria del consiglio comunale richiesto dalle opposizioni sul tema "sicurezza e accadimenti di cronaca della notte di capodanno" tenutasi ieri, mercoledì 24 gennaio, avrei auspicato da parte del sindaco Minervini e dalla sua maggioranza un minimo di autocritica in merito alle responsabilità dell'amministrazione, come avrei auspicato una dimostrazione di sensibilità istituzionale da parte dell'assessore Caterina Roselli con la notifica delle conseguenti dimissioni".
"È chiaro a tutti che qualcosa nell'organizzazione dell'ordine pubblico la notte del 31 dicembre scorso non ha funzionato. Nonostante ciò, abbiamo appresso dagli interventi della maggioranza, del sindaco e degli assessori che è stato fatto tutto, per quanto di loro competenza, e che l'infausto evento è solo la risultanza di sfortuna. Del resto, non ci è scappato il morto e non ci sono stati feriti e questo basterebbe a giustificare il bilancio di quella notte che non risulta essere più o meno gravoso rispetto ad altre città".
"Ho ritenuto necessario proporre una mozione di sfiducia dell'assessore alla sicurezza Roselli e la richiesta di ritiro della delega; ma la maggioranza che sostiene questa amministrazione ha fatto quadrato attorno all'assessore affermando nei fatti che "la colpa è di tutta la città e quindi di nessuno". Uno scarica barile inaccettabile di tutti verso tutti, come inaccettabili sono le accuse mosse alle opposizioni di "sciacallaggio politico" che vedrebbero la convocazione straordinaria di questo consiglio comunale e le fondate richieste di chiarimento solo come un pretesto per attaccare ed indebolire il sindaco e la sua amministrazione. Persino l'insinuazione, non poco velata, di aver montato un ingiustificato "polverone" virale sui social che sarebbe stato opportuno tacere e ignorare".
"Questi i fatti! Non si tratta, come dice il sindaco Minervini di trovare "santi martiri sacrificali" ma di accertare responsabilità e negligenze: già nei giorni prima di Capodanno era stata annunciata a mezzo stampa la predisposizione di un piano di prevenzione su alcune "zone calde" della città, un piano che evidentemente ha fallito. E che ci fosse un problema lo ha ammesso, purtroppo in ritardo, anche il sindaco nella sua lettera al prefetto del 2 gennaio".
"Ritengo e riteniamo come Rifondazione Comunista Molfetta e "Più di Cosi" che gli arresti non risolvono il problema, serve un'azione mirata che affronti il problema non solo sul piano della sicurezza ma che garantisca a chi vive in situazioni di disagio sociale il sostegno dell'intera comunità. Fermo restando che quanto successo a Capodanno necessitava di un'azione repressiva dello Stato e che nessuno può e deve pensare di poter commettere atti criminali senza conseguenze, rimane tuttavia magra consolazione pensare che dei giovani ragazzi della nostra comunità, dei nostri, abbiano compromesso il loro futuro in maniera probabilmente irreparabile".
"Per questo in collaborazione con le altre opposizioni, abbiamo presentato delle proposte, in primis l'attivazione del Comitato per il monitoraggio dei fenomeni delinquenziali, che questa amministrazione e il presidente del Consiglio Comunale inspiegabilmente non convocano, e l'apertura di una sede distaccata in centro della polizia locale. È giunto il tempo che il sindaco e l'amministrazione tutta, abbandonando la retorica demagogica di considerarsi il "capro espiatorio", si domandino invece se effettivamente c'è stata la volontà di ricercare le soluzioni più efficaci per lottare contro la delinquenza giovanile oppure se si è lasciato che il fenomeno dilagasse trascurando gli effetti che una buona politica di sicurezza può avere per rafforzare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni".
"Con la seduta straordinaria del consiglio comunale richiesto dalle opposizioni sul tema "sicurezza e accadimenti di cronaca della notte di capodanno" tenutasi ieri, mercoledì 24 gennaio, avrei auspicato da parte del sindaco Minervini e dalla sua maggioranza un minimo di autocritica in merito alle responsabilità dell'amministrazione, come avrei auspicato una dimostrazione di sensibilità istituzionale da parte dell'assessore Caterina Roselli con la notifica delle conseguenti dimissioni".
"È chiaro a tutti che qualcosa nell'organizzazione dell'ordine pubblico la notte del 31 dicembre scorso non ha funzionato. Nonostante ciò, abbiamo appresso dagli interventi della maggioranza, del sindaco e degli assessori che è stato fatto tutto, per quanto di loro competenza, e che l'infausto evento è solo la risultanza di sfortuna. Del resto, non ci è scappato il morto e non ci sono stati feriti e questo basterebbe a giustificare il bilancio di quella notte che non risulta essere più o meno gravoso rispetto ad altre città".
"Ho ritenuto necessario proporre una mozione di sfiducia dell'assessore alla sicurezza Roselli e la richiesta di ritiro della delega; ma la maggioranza che sostiene questa amministrazione ha fatto quadrato attorno all'assessore affermando nei fatti che "la colpa è di tutta la città e quindi di nessuno". Uno scarica barile inaccettabile di tutti verso tutti, come inaccettabili sono le accuse mosse alle opposizioni di "sciacallaggio politico" che vedrebbero la convocazione straordinaria di questo consiglio comunale e le fondate richieste di chiarimento solo come un pretesto per attaccare ed indebolire il sindaco e la sua amministrazione. Persino l'insinuazione, non poco velata, di aver montato un ingiustificato "polverone" virale sui social che sarebbe stato opportuno tacere e ignorare".
"Questi i fatti! Non si tratta, come dice il sindaco Minervini di trovare "santi martiri sacrificali" ma di accertare responsabilità e negligenze: già nei giorni prima di Capodanno era stata annunciata a mezzo stampa la predisposizione di un piano di prevenzione su alcune "zone calde" della città, un piano che evidentemente ha fallito. E che ci fosse un problema lo ha ammesso, purtroppo in ritardo, anche il sindaco nella sua lettera al prefetto del 2 gennaio".
"Ritengo e riteniamo come Rifondazione Comunista Molfetta e "Più di Cosi" che gli arresti non risolvono il problema, serve un'azione mirata che affronti il problema non solo sul piano della sicurezza ma che garantisca a chi vive in situazioni di disagio sociale il sostegno dell'intera comunità. Fermo restando che quanto successo a Capodanno necessitava di un'azione repressiva dello Stato e che nessuno può e deve pensare di poter commettere atti criminali senza conseguenze, rimane tuttavia magra consolazione pensare che dei giovani ragazzi della nostra comunità, dei nostri, abbiano compromesso il loro futuro in maniera probabilmente irreparabile".
"Per questo in collaborazione con le altre opposizioni, abbiamo presentato delle proposte, in primis l'attivazione del Comitato per il monitoraggio dei fenomeni delinquenziali, che questa amministrazione e il presidente del Consiglio Comunale inspiegabilmente non convocano, e l'apertura di una sede distaccata in centro della polizia locale. È giunto il tempo che il sindaco e l'amministrazione tutta, abbandonando la retorica demagogica di considerarsi il "capro espiatorio", si domandino invece se effettivamente c'è stata la volontà di ricercare le soluzioni più efficaci per lottare contro la delinquenza giovanile oppure se si è lasciato che il fenomeno dilagasse trascurando gli effetti che una buona politica di sicurezza può avere per rafforzare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni".