Cronaca
Inchiesta porto, revocata la misura interdittiva per il dirigente Binetti
Il giudice Zeno ha anche rideterminato la durata della misura per l'ingegnere Loliva. Resta ai domicliari l'imprenditore Dell'Erba
Molfetta - martedì 7 novembre 2023
15.17
Revocata la sospensione dall'esercizio di pubblici uffici ed il divieto temporaneo di svolgere l'attività lavorativa per il dirigente Alessandro Binetti, rideterminata la durata della misura interdittiva in 6 mesi per l'ingegnere Gianluca Loliva, rigettata la richiesta per l'imprenditore Giuseppe Dell'Erba, ancora ristretto ai domiciliari.
Sono le decisioni del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, dopo gli interrogatori di garanzia dell'ultima settimana e le istanze degli avvocati dei tre principali indagati - rispettivamente Nunzio Palmiotto, Felice Petruzzella e Vincenzo Operamolla - a dodici giorni dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani che ha messo in luce un «collaudato sistema di frode» per il completamento del molo di sopraflutto del porto commerciale di Molfetta.
I materiali, infatti, «dovevano essere inalterabili, resistenti e compatti, dei quali il 60% costituito da tout venant e il restante 40% da massi in scogliera». In realtà, è stato accertato che anziché fornire il materiale previsto dal capitolato speciale d'appalto, è stato utilizzato materiale riveniente da scavi eseguiti su terreni privati, materiale vegetale e di dubbia provenienza, compreso materiale qualificato nella misura come rifiuto speciale per un complessivo pari a circa 40mila tonnellate.
Accuse, queste, che i tre hanno già negato: e se l'avvocato Palmiotto, che assiste Binetti, s'è detto «ampiamente soddisfatto dell'esito», il suo collega Petruzzella, che difende Loliva, ha annunciato che andrà al Riesame, manifestando comunque la propria soddisfazione «perché il quadro indiziario è stato ridimensionato».
Sono le decisioni del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, dopo gli interrogatori di garanzia dell'ultima settimana e le istanze degli avvocati dei tre principali indagati - rispettivamente Nunzio Palmiotto, Felice Petruzzella e Vincenzo Operamolla - a dodici giorni dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Trani che ha messo in luce un «collaudato sistema di frode» per il completamento del molo di sopraflutto del porto commerciale di Molfetta.
I materiali, infatti, «dovevano essere inalterabili, resistenti e compatti, dei quali il 60% costituito da tout venant e il restante 40% da massi in scogliera». In realtà, è stato accertato che anziché fornire il materiale previsto dal capitolato speciale d'appalto, è stato utilizzato materiale riveniente da scavi eseguiti su terreni privati, materiale vegetale e di dubbia provenienza, compreso materiale qualificato nella misura come rifiuto speciale per un complessivo pari a circa 40mila tonnellate.
Accuse, queste, che i tre hanno già negato: e se l'avvocato Palmiotto, che assiste Binetti, s'è detto «ampiamente soddisfatto dell'esito», il suo collega Petruzzella, che difende Loliva, ha annunciato che andrà al Riesame, manifestando comunque la propria soddisfazione «perché il quadro indiziario è stato ridimensionato».