Cronaca
Inchiesta "All Black": chiesto il processo per un 41enne di Molfetta
Si terrà il 14 giugno l’udienza per discutere il rinvio a giudizio scaturito dall’operazione che portò a 13 arresti
Molfetta - giovedì 13 gennaio 2022
10.41
C'è anche un 41enne di Molfetta fra le persone coinvolte nell'indagine "All Black" svolta dalla Procura della Repubblica di Lecce su un presunto traffico illecito di rifiuti dalla terra dei fuochi al Salento con 600 tonnellate di spazzatura che sarebbero state stoccate tra Lecce e il tarantino, per poi essere bruciate o interrate.
Complessivamente sono 44 gli indagati, residenti per l'intero stivale italiano, per i quali il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Milto Stefano De Nozza, che ha seguito le indagini da ben 3 anni assieme ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e alla Guardia di Finanza di Taranto, ha chiesto il processo per tutti. Tra gli accusati, oltre al 41enne di Molfetta, vi sono anche un 60enne di Modugno, un 39enne di Capurso e un 37enne di Castellana Grotte.
L'indagine fu avviata nel 2018. Nel mirino finirono un gruppo di persone, tra Taranto ed il Salento: queste avrebbero creato ad hoc delle società, fittizie così come fittizie erano le autorizzazioni in loro possesso. Le ditte, dotate di portali online, offrivano servizi di smaltimento di rifiuti tramite un'altra società piemontese che avrebbe funto da intermediatrice. Furono 28 i conferimenti illeciti accertati: si trattò di 600 tonnellate, di cui 142 di rifiuti pericolosi, tra fanghi, gomme e fanghi.
Scarti che, una volta giunti a destinazione, venivano poi stoccati in capannone e dati alle fiamme. In altri casi, invece, sotterrati tra terreni e cave del territorio. Ora per i 44 indagati, nessuno escluso, è stato chiesto il rinvio a giudizio. Si attende per il prossimo 14 giugno l'udienza preliminare in cui verrà discussa la richiesta.
Complessivamente sono 44 gli indagati, residenti per l'intero stivale italiano, per i quali il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Milto Stefano De Nozza, che ha seguito le indagini da ben 3 anni assieme ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico e alla Guardia di Finanza di Taranto, ha chiesto il processo per tutti. Tra gli accusati, oltre al 41enne di Molfetta, vi sono anche un 60enne di Modugno, un 39enne di Capurso e un 37enne di Castellana Grotte.
L'indagine fu avviata nel 2018. Nel mirino finirono un gruppo di persone, tra Taranto ed il Salento: queste avrebbero creato ad hoc delle società, fittizie così come fittizie erano le autorizzazioni in loro possesso. Le ditte, dotate di portali online, offrivano servizi di smaltimento di rifiuti tramite un'altra società piemontese che avrebbe funto da intermediatrice. Furono 28 i conferimenti illeciti accertati: si trattò di 600 tonnellate, di cui 142 di rifiuti pericolosi, tra fanghi, gomme e fanghi.
Scarti che, una volta giunti a destinazione, venivano poi stoccati in capannone e dati alle fiamme. In altri casi, invece, sotterrati tra terreni e cave del territorio. Ora per i 44 indagati, nessuno escluso, è stato chiesto il rinvio a giudizio. Si attende per il prossimo 14 giugno l'udienza preliminare in cui verrà discussa la richiesta.